Saipem in rosso trascinato dal crollo del petrolio

Indiscrezioni di stampa riportano la rinuncia di Israele ad attaccare infrastrutture petrolifere in Iran e l’Opec ha ridotto le sue attese sulla domanda di petrolio per il 2024 e il 2025, notizie che indeboliscono anche l’azionario del comparto energetico.

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Vendite su Saipem

Saipem tra i peggiori del FTSE MIB di questa mattina sulla scia del collasso dei prezzi del petrolio che ritracciano dopo la crescita delle scorse settimane.

Il titolo della società italiana resta in calo di oltre il 2% dopo oltre un’ora di contrattazioni a Piazza Affari, scendendo così a 1,9525 euro, ai livelli dei primi giorni di ottobre. Vendite anche sul resto dell’azionario legato al petrolio, in particolare su Eni (-2,70%) e Tenaris (-1,60%), mentre in Europa è rosso fisso per BP (-4%), TotalEnergies (-4%), Galp (-3,50%), Equinor (-2,90%), Shell (-2,80%) e Repsol (-2,40%).

A trascinare in basso i titoli petroliferi è il calo (4%) del petrolio, con il prezzo del Brent a 74,30 dollari e quello del greggio WTI a 70,60 dollari al barile.

Gli annunci di Israele e Opec

Nella notte il Washington Post scriveva che Israele non ha intenzione di attaccare le infrastrutture petrolifere dell’Iran, rinunciando anche a quelle nucleari. Secondo il media statunitense, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha spiegato al Presidente Joe Biden nel corso di una telefonata che gli attacchi si concentreranno sulle strutture militari, lasciando intendere che il contrattacco ai missili lanciati dal Paese mediorientale sarà solo limitato e volto a prevenire una guerra su vasta scala.

L'azione israeliana sarebbe calibrata per evitare la percezione di "interferenza politica nelle elezioni statunitensi", spiegava la fonte del WP, segnalando la comprensione di Netanyahu che la portata dell'attacco israeliano ha il potenziale per influire sulla corsa presidenziale.

L’altro elemento che sta indebolendo il petrolio è il taglio delle stime sulla domanda effettuato ieri dall’Opec per il 2024 e il 2025. Nel suo rapporto mensile, l’organizzazione dei produttori prevede che il consumo mondiale di greggio salirà a 104,1 milioni di barili al giorno nel 2024, inferiori alle previsioni precedenti di 104,2 mb/g. per quanto riguarda il prossimo anno, le attese scendono da 105,9 mb/g agli attuali 105,7 milioni mb/g. Il taglio "riflette i dati effettivi ricevuti, combinati con previsioni leggermente inferiori per alcune aree", si legge nel rapporto dell’Opec.

Verso la trimestrale

Saipem diffonderà i dati sul terzo trimestre 2024 la prossima settimana (23 ottobre) e nell’attesa gli analisti di Berenberg hanno confermato il rating ‘buy’ sul titolo, con prezzo obiettivo a 3,05 euro. Secondo gli esperti, la società italiana continua a essere una delle loro top pick nel settore dei servizi oil field grazie al back-log sui massimi, al miglioramento della marginalità e alla valutazione non impegnativa. Gli analisti, inoltre, si aspettano un nuovo backlog da record nel terzo trimestre e un miglioramento su base sequenziale di ricavi e margini grazie alle tempistiche di alcune grandi commesse.

Raccomandazione ‘hold’ da Equita Sim, con target price a 2,3 euro su Saipem, sulle attese di un trimestre che possa “confermare il trend di crescita sostenuta del fatturato/Ebitda - rispettivamente attesi +13% e +48% a/a nel trimestre - grazie alla performance del E&C offshore, mentre la redditività della parte onshore e del drilling è attesa in marginale miglioramento in termini assoluti”.

“Riteniamo che la raccolta ordini sia risultata abbondante nel trimestre (6,8 miliardi di euro) grazie ai progetti oil in Arabia Saudita e a quello gas in Qatar”, concludono dalla sim, stimando “nel terzo trimestre un book-to-bill ratio pari a 2 volte”.

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