Sana moderazione della crescita economica o vera e propria contrazione?

In entrambi i casi, la Fed si sta preparando a tagliare i tassi. Tognoli si aspetta un taglio di 25 bps a settembre, anche se i crescenti rischi per il lato occupazione del mandato della Fed suggeriscono che potrebbe essere giustificato un ritmo di allentamento maggiore e/o più rapido.
A cura di Antonio Tognoli, Responsabile Macro Analisi e Comunicazione presso Corporate Family Office SIM
Produzione industriale della Germania MoM di giugno in uscita oggi alle 8:00 (stima +1% da -2,5% di maggio).
Forte ripresa degli ordini all’industria della Germania MoM di giugno (+3,9% contro +0,4% attese e -1,7% di maggio) che lascia ben sperare che il punto più basso dell’economia tedesca (e dell’Europa), sia stato toccato e la ripresa, sia pure lenta, sia quindi iniziata. Più deboli del previsto le vendite al dettaglio dell’Europa MoM di giugno (-0,3% contro zero atteso e +0,1% di maggio) che portano il tendenziale annuo al -0,3% (dal +0,5% di giugno). Dunque dati dell’Europa ancora deboli che sostengono una ulteriore riduzione dei tassi nel meeting del 12 settembre.
I dati del lavoro degli Stati Uniti di luglio della scorsa settimana hanno portato al superamento della soglia della regola Sahm. Questa regola, come noto, evidenzia che ogni volta che la media mobile trimestrale del tasso di disoccupazione (attualmente 4,1%) aumenta di mezzo punto percentuale (0,5 pp) rispetto al precedente minimo di 12 mesi (attualmente 3,6%), l'economia è caduta in recessione. Ciò significa che o ci stiamo dirigendo verso la recessione, o stiamo per infrangere un'altra regola di recessione in questo ciclo unico (dopo il segnale della curva invertita).
Fonte: Dipartimento del lavoro degli Stati Uniti
Lo sviluppo più sorprendente dei dati sul lavoro è stato l'aumento di 0,2 punti percentuali nel tasso di disoccupazione, che ha appunto consentito l’attivazione della Sahm Rule. Sebbene non sia garantito che ora siamo destinati a scivolare in una recessione (il superamento è per ora contenuto, come si vede dal grafico), è difficile negare qualcosa con un track record così stabile.
In entrambi i casi, la Fed si sta preparando a tagliare i tassi. Vediamo un taglio di 25 bps a settembre, anche se i crescenti rischi per il lato occupazione del mandato della Fed suggeriscono che potrebbe essere giustificato un ritmo di allentamento maggiore e/o più rapido.
Ci troviamo tuttavia in un contesto unico, poiché l'aumento della disoccupazione è stato guidato più dagli ingressi nella forza lavoro questa volta, che all'inizio delle precedenti recessioni. L'aumento dell'offerta, o l'aumento della disoccupazione suggerisce quindi che la soglia per la recessione potrebbe essere più alta in questo ciclo. Anche se fosse così, questo segnale non dovrebbe comunque essere ignorato.
Ricordiamo che è necessaria una certa moderazione economica per frenare la crescita salariale e contribuire ad eliminare il resto dell'inflazione. Stiamo tuttavia camminando su quella che sembra una sottile linea tra una sana moderazione e una vera e propria contrazione.
L'ultima riunione di politica monetaria è andata e venuta come previsto. Il FOMC, come noto, non ha apportato grandi cambiamenti alla politica monetaria, sebbene la conferenza stampa di Powell sia stata disseminata di accenni al fatto che la Fed si sta preparando ad allentare le restrizioni, probabilmente a settembre, come accennavamo.
Powell ha inoltre tenuto a sottolineare come i due lati del mandato della Fed, prezzi stabili e massima occupazione, siano ora in un migliore equilibrio, ma che i rischi al ribasso per il mandato occupazionale sono diventati ora più concreti. Secondo Powell i membri del FOMC si stanno avvicinando al punto in cui si sentirebbero sicuri di ridurre le restrizioni, ma il lavoro non può comunque dirsi finito. In breve, la Fed vuole tenere aperte le sue opzioni per vedere come si evolvono i dati. Il rapporto di luglio sulle buste paga non agricole mette tuttavia pressione per agire presto e potenzialmente anche in modo veloce.
Se ci rifacciamo un po’ alla storia, notiamo come da giugno 2006 a settembre 2007, il FOMC abbia mantenuto il tasso sui fondi federali al 5,25%. Se la Fed tagliasse i tassi alla riunione del 18 settembre, questo plateau corrisponderebbe più o meno a quello del 2006-2007. Se i tagli dei tassi venissero invece ancora rinviati, questo segnerebbe il mantenimento più lungo del tasso sui fondi federali terminale dal 1998. L'obiettivo di mantenere i tassi più alti per un periodo più lungo, ovviamente, è quello di esercitare una pressione al ribasso sull'inflazione. Considerato che questa non sia ancora tornata all'obiettivo del 2%: il ritmo anno su anno dell'inflazione PCE di base è sceso al 2,6% (dal 4,3% di giugno 2023).
Non dimentichiamo comunque che lo stesso Presidente ha ribadito che la Fed potrebbe tagliare i tassi anche se l’inflazione non centra l’obiettivo del 2%. Il che non vuol dire che la Fed si “accontenta” di avere una crescita dei prezzi più vicina al 3% che al 2%. Leggiamo quindi nelle dichiarazioni di Powell la priorità alla crescita economia e all’occupazione rispetto a quella dei prezzi.
Powell non ha promesso tagli ai tassi, ma la scena è sicuramente pronta. Il presidente ha dichiarato nella conferenza stampa che "un taglio ai tassi potrebbe essere sul tavolo a settembre" e "il senso generale del comitato è che l'economia si sta avvicinando al punto in cui sarà opportuno ridurre il nostro tasso di riferimento".
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