Saras, accuse di frode e riciclaggio. Tonfo del titolo a Piazza Affari
Secondo quanto riportato oggi da la Repubblica, lo scorso 30 settembre la procura distrettuale antiterrorismo di Cagliari avrebbe perquisito gli uffici della società alla ricerca della documentazione relativa all’acquisto di greggio proveniente dall’Iraq tra il 2015 e 2016. La società della famiglia Moratti respinge le accuse. Intanto il titolo crolla in Borsa (-4,08%).
L’inchiesta della magistratura cagliaritana
Brutto risveglio questa mattina in Borsa per la Saras. La società della famiglia Moratti (proprietari del 40%) è interessata da un’inchiesta con risvolti delicati sotto il profilo legale e finanziario. Secondo quanto riportato oggi dal quotidiano la Repubblica, lo scorso 30 settembre la procura distrettuale antiterrorismo di Cagliari avrebbe perquisito gli uffici della società a Cagliari e a Milano alla ricerca della documentazione relativa all’acquisto di greggio proveniente dall’Iraq tra il 2015 e 2016. Si tratterebbe di 12 milioni di tonnellate di oli minerali trasportati con 25 navi “sospette” provenienti, secondo i documenti ufficiali «dalla Edgwaters Falls, società delle Isole Vergini che a sua volta aveva comprato il carico da un’azienda turca. Che aveva acquistato il carico in Iraq».
Il sospetto della magistratura è che si tratti, in realtà, di petrolio proveniente direttamente dall’Iraq (non sarebbe dunque mai passato dalla Turchia) e a gestirlo non sarebbe stato l’ente petrolifero iracheno ma i curdi e i terroristi del Daesh.
Il costo inferiore del petrolio avrebbe consentito alla società di abbattere i prezzi sul mercato e, nell’inchiesta, si ipotizza anche una frode fiscale per 130 milioni di euro.
Al centro delle indagini un bonifico sospetto da 60 milioni di euro da cui sono partite le perquisizioni. Gli indagati sarebbero il Cfo, Franco Balsamo e il capo dell'ufficio commerciale, Marco Schiavetti.
Crollo in Borsa per il titolo
In una nota diffusa poche ore fa, la società respinge le accuse di contrabbando di petrolio e di carburante. Non basta a frenare la caduta del titolo in Borsa, dove alle 12 passa di mano a 0,49 euro con un calo del 4,08%.
La compagnia proprietaria del centro di raffinazione di Sarroch (Cagliari) ha respinto «fermamente ogni associazione del nome della società al contrabbando di petrolio e di carburante, in quanto del tutto priva di fondamento e lesiva dell'immagine propria e dei collaboratori del gruppo». Saras ha ribadito di essere a disposizione della procura di Cagliari «nella piena consapevolezza della bontà e della trasparenza delle operazioni effettuate dal gruppo», si legge in una nota.
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