Saras, fiammata iniziale con successive prese di profitto
La valutazione di circa 1,5 miliardi di euro per la raffineria Isab prima spinge il titolo della società petrolifera in rally, per poi virare subito in negativo sconfitto dalle vendite alla luce anche dell’andamento molto positivo nel 2022.
Volatilità su Saras
Titolo Saras sulle montagne russe oggi a Piazza Affari, dopo la valorizzazione della raffineria Isab di Priolo che dà un’idea del valore di quella di proprietà della famiglia Moratti in Sardegna.
Le azioni della società petrolifera aprono con un balzo del 5%, ad un massimo di 1,10 euro, per poi virare addirittura in negativo già dopo 15 minuti di scambi, con una flessione del 2%.
Resta comunque positiva la performance del titolo nel 2022, segnando un aumento dell’87% rispetto ai 0,56 euro di inizio gennaio.
La raffineria Isab
La notizia che ha mosso il titolo riguarda un accordo in via di definizione per la vendita della raffineria Isab in Sicilia di proprietà della russa Lokoil al fondo di private equity americano Crossbridge.
Secondo fonti dell’agenzia Reuters, l’accordo dovrebbe avere un valore di circa 1,5 miliardi di euro.
“Essendo emerso il valore della raffineria di Priolo, il mercato fa il paragone con l’asset di Saras e questo spiega l'andamento volatile del titolo”, osserva un trader.Sempre alla Reuters, un analista (anonimo) spiega: “ipotizzando che Isab valga 1,5 miliardi come enterprise value della raffineria, se guardiamo a Saras, all’apporto delle attività sulle rinnovabili e alla posizione finanziaria netta, si arriverebbe a un valore della raffineria intorno a 1,6-1,7 miliardi, e quindi il titolo dovrebbe valere fra 1,7-1,8 euro”.
Notizia positiva secondo analisti
“La valorizzazione di ISAB può avere implicazioni valutative anche per Saras”, sottolineano da Equita Sim.
La Raffineria Isab presenta “una capacità di raffinazione che raggiunge le 20 MTPA abbinata ad un impianto da IGCC 549 MW” e “Saras ha una capacità di 15 MTPA con un impianto IGCC da 575 MW”, proseguono dalla sim.
Alla luce della “nostra valutazione della divisione I&M di Saras pari a 1 miliardo nel modello della somma delle parti (SOP), riteniamo che la nostra valorizzazione della società possa essere coerente con la valorizzazione emersa per il deal su Isab considerata la differente capacità produttiva nella raffinazione e nella petrolchimica”, concludono da Equita, mantenendo la raccomandazione ‘hold’ sul titolo Saras, con target price a 1,30 euro.
La presenza di D’Alema
Secondo quanto scrive La Repubblica, il fondo Crossbridge avrebbe come concorrente una cordata che avrebbe come perno l’uomo d’affari qatariano Ghanim Bin Saad Al Saad, quale guida di un gruppo di investitori italiani.
L’operazione è stata presentata al governo da un team di consulenti, tra i quali ci sarebbe l’ex presidente del consiglio Massimo D’Alema.
Lo storico esponente del Pci-Pds-Pd non è più parlamentare da 10 anni e da cinque anni lavora come consulente in proprio con la Dl & M e per il colosso americano Ernst & Young.
Già nove mesi fa, D’Alema era stato coinvolto come mediatore nella vendita di navi e aerei militari alla Colombia da parte di Leonardo e Fincantieri, operazione da 4 miliardi mai andata in porto.
“Ho aiutato le imprese di Stato senza prendere un euro”, aveva dichiarato all’epoca D’Alema.
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