Saudi Aramco punta all’Asia dopo esordio in borsa col botto
Partita la quotazione di Saudi Aramco dopo l’Ipo record: ora il gigante petrolifero cerca nuovi mercati
Un esordio col botto
Il giorno tanto atteso dai mercati è finalmente arrivato e la quotazione di Saudi Aramco è partita con forti acquisti sul titolo e un guadagno del 10%, ovvero il limite massimo intraday consentito.
Confermato anche in fase di debutto alla borsa di Tadawul, dunque, il successo di quella che è stata l’IPO più grande della storia con 29,4 miliardi di dollari di raccolta, superando il record di Alibaba (25 miliardi) arrivato nel 2014.
Le azioni del gigante petrolifero hanno toccato i 35,2 riyal, superando così i 32 del prezzo di Ipo e portando la sua valutazione a 1,88 mila miliardi di dollari rispetto al precedente 1,7 mila.
La società, dunque, incrementa ancora quella che è la maggiore capitalizzazione al mondo ma resta al di sotto dei 2 mila miliardi a cui la famiglia reale saudita puntava.
Prossimo tappa: l’Asia
La famiglia reale, però, non resta ferma e aveva già iniziato a pensare alle future scelte. Nelle ultime settimane, infatti, alcuni funzionari sauditi avevano incontrato diversi investitori internazionali col fine di sondare il terreno per una possibile Ipo in Asia.
Secondo fondi del Dow Jones Newswires, con questa mossa Riyad punta ad attirare quei capitali stranieri rimasti ai margini da questa operazione.
La decisione arriverà nel corso del prossimo anno, ma le stesse fonti indicano come preferite per Saudi Aramco i mercati di Cina e Giappone.
La redditività secondo gli analisti
Gli esperti di Morningstar hanno avviato la copertura del titolo, valutando Saudi Aramco 1.400 miliardi di dollari, corrispondente a 26 riyal sauditi per azione, cifra inferiore all’Ipo (32).
Il mancato entusiasmo da parte degli analisti dell’istituto è causato dal mancato rispetto degli obiettivi di 2 miliardi di dollari.
L’investimento, spiegano questi esperti, resta interessante, in quanto “Saudi Aramco non ha concorrenti con cui essere paragonata per via delle sue dimensioni, della sua struttura e dei vantaggi dei costi, grazie a una produzione di 13,6 milioni di barili al giorno, 10,3 milioni dei quali di greggio”.
Secondo Morningstar, inoltre "l'elevata redditività di Aramco suggerisce che la presenza del governo, che detiene una quota di maggioranza nel capitale sociale, non ha impattato negativamente sul valore della società”, in quanto “i diritti di esclusiva sull’estrazione da quasi tutti i giacimenti di petrolio e gas naturale in Arabia Saudita garantiscono a Saudi Aramco la possibilità di accedere ad alcune delle riserve di petrolio e gas naturale più a basso costo a livello globale e dunque di ottenere un enorme vantaggio in termini di costo".
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