Scatto delle azioni Campari dopo conferma della guidance 2025

Numeri sopra le previsioni e previsioni sull’anno in corso ben accolti da mercato e analisti per la società degli spirits, arrivati nonostante rimanga un contesto ancora di incertezza macroeconomica e ridotta visibilità.
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Balzo per le azioni Campari
Avvio di seduta tra gli acquisti per Campari a Piazza Affari dopo che la società ha diffuso ieri a mercato chiuso i numeri del primo semestre e confermato le sue previsioni sul 2025.
Il titolo della società degli spirits guadagna l’8% dopo circa un’ora dall’avvio delle contrattazioni alla Borsa di Milano, salendo fino a 6,628 euro, ai massimi dall’ottobre 2024.
Il balzo odierno consente alle azioni Campari di recuperare le perdite di questo 2025, portando in positivo la sua performance (+6%) rispetto ai 6,10 euro di inizio gennaio.
La conferma della guidance
Il gruppo ha confermato le sue previsioni sul 2025 mantenendo come obiettivo una crescita moderata delle vendite nette organiche e un margine organico a livello di Ebit rettificato stabile, escludendo il potenziale impatto dei dazi.
Il contesto dell’anno in corso resta “di incertezza macroeconomica e ridotta visibilità”, proseguito nel secondo trimestre, nonostante un “moderato miglioramento dei dati di consumo nella maggior parte dei nostri mercati principali”, spiega la società nella nota, con Campari Group che “ha nuovamente conseguito una sovraperformance rispetto al settore”.
Il picco stagionale dei consumi nel terzo trimestre sarà “fondamentale per una maggiore visibilità”, avvisa la società che, in questo contesto, rimane “prudente nel breve periodo e focalizzata sui fattori che possono essere controllati tra cui la riduzione della leva finanziaria, la qualità dell’execution commerciale, la disciplina in materia di prezzi, nonché lo snellimento del portafoglio, non prevedendo acquisizioni”.
Confermata anche la guidance di medio termine: Campari si aspetta di continuare a ottenere una sovraperformance rispetto al settore di riferimento e guadagnare quote di mercato grazie alla forza dei suoi marchi in categorie in crescita con un graduale ritorno nel medio-lungo termine a una crescita organica delle vendite mid-to-high single digitin un contesto macroeconomico normalizzato, escludendo l’impatto di potenziali dazi.
Nel dettaglio, il gruppo prevede che il margine lordo possa beneficiare della crescita delle vendite nette, del mix di vendita positivo guidato da aperitivi, tequila e premiumizzazione del portafoglio, nonché delle efficienze del costo del venduto. L’incremento della marginalità dell’EBIT beneficerà principalmente delle iniziative chiave sui costi, che sono attese generare un beneficio complessivo di 200 punti base organici nei costi di struttura sulle vendite nette in tre anni.
L’impatto dei dazi
Nella guidance non è incluso l’impatto negativo dei dazi, stimato in un importo compreso tra un minimo di circa 4 milioni, ipotizzando nessun dazio sui beni importati dall’Europa e la conferma dell'esenzione sui beni importati dal Canada e dal Messico, e un massimo di 45 milioni a livello di Ebit nel 2025 (a livello annualizzato un importo compreso tra zero e 90 milioni di euro) prima di potenziali azioni di mitigazione.
Riguardo l’effetto cambio e perimetro, l’indebolimento del dollaro americano potrebbe generare un impatto negativo nel secondo semestre del 2025, mentre l’impatto del perimetro è previsto essere trascurabile a livello di Ebit.
I risultati al 30 giugno
Passando ai risultati del primo semestre 2025, l'utile netto del gruppo si è attestato a 206,4 milioni, in calo del 6% rispetto allo stesso periodo 2024, mentre l'utile netto rettificato è sceso del 9,5% a 216,2 milioni.
I ricavi consolidati sono stati pari a 1.528 milioni (+0,3% su base totale, +0,1% organica), con un Ebitda rettificato di 426,6 milioni (+1,9%). La performance è stata sostenuta dall'incremento del margine lordo (+2,6%) e dai primi effetti del programma di contenimento dei costi, nonostante l'aumento degli investimenti in pubblicità e promozione.
Nel semestre le vendite sono salite dello 0,1% contro le stime del consenso a -1,1%, con il secondo trimestre che ha mostrato un'accelerazione a livello organico del 3,5%. Il calo a livello organico dell'Ebit (-5,6%) si compara con le stime di -11,1%.
La view degli analisti
Dopo la diffusione dei risultati, gli analisti di Jefferies confermano la raccomandazione hold e il prezzo obiettivo di 6,60 euro sulle azioni Campari. "Numeri lievemente sopra le attese e la guidance invariata dovrebbero essere ben accolti, dato il livello basso del mercato degli spirit", commentano gli esperti.
Deutsche Bank conferma il rating hold e il prezzo obiettivo di 5,70 euro su Campari, evidenziando un andamento delle vendite nel secondo trimestre sopra le attese di circa il 2,1% (contro il consenso Bloomberg) a livello organico e dell'1% a livello reported grazie alla performance nelle Americhe e nell'area Emea, mentre l'Asia-Pacifico si è posizionata sotto le stime.
Banca Akros ribadisce la raccomandazione buy e il prezzo obiettivo di 7,5 euro dopo conti del secondo trimestre migliori delle attese. La visibilità sull'andamento del business rimane bassa, anche a causa della politica commerciale statunitense, e gli analisti riducono leggermente le stime sulle vendite per l'intero 2025 dello 0,7%, portando le vendite per l'intero esercizio da 3,112 miliardi a 3,09 miliardi (stime sulla crescita organica a +2,6% dal precedente +2,8% dopo il deconsolidamento di Cinzano).
Le proiezioni sul margine Ebit adjusted passano quindi al 19,3% dal 19,4% portando quelle sull'Eps a registrare un calo dello 0,8%. Gli analisti rimangono in attesa di ulteriori indicazioni dallo Strategy Day del 6-7 novembre, a Milano.
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