Scatto dello Yen dopo il primo intervento giapponese sul forex dal 1998

Scatto dello Yen dopo il primo intervento giapponese sul forex dal 1998

La Banca Nazionale del Giappone prima lascia inalterata la sua politica monetaria decidendo di non alzare i suoi tassi di interessi, poi interviene acquistando yen sul mercato per la prima volta in 24 anni, cercando così di sostenere la valuta, ormai ai minimi da oltre un ventennio nei confronti del dollaro.

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Lo yen rialza la testa

Balzo dello yen giapponese questa mattina nei confronti del dollaro, arrivato grazie all’intervento delle autorità monetarie del paese.

Il biglietto verde era salito questa mattina fino a toccare quota 145 nei confronti della valuta nipponica, ai massimi da 24 anni, per poi ripiegare improvvisamente fino a 140.

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L’intervento e la BoJ

La brusca salita dello yen arrivava dopo che la Banca Centrale del Giappone era intervenuta sul mercato del forex per la prima volta dal 1998, proprio per sostenere la valuta nipponica.

In particolare, le autorità decidevano di vendere dollari in cambio di yen, spiegava Masato Kanda, alto funzionario che si occupa di forex.

La decisione veniva presa dopo la conferma della sua politica ultra-accomodante da parte dello stesso istituto centrale giapponese, arrivata quando in Italia erano le quattro del mattino.

La BoJ, dunque, lasciava i tassi a breve termine sullo yen a -0,1%, confermando anche le operazioni di acquisto di titoli pubblici.

L’istituto giapponese, dunque, sembra non spaventarsi di fronte all’inflazione nel paese, arrivata al 3% ad agosto e oltre l’obiettivo del 2% per il quinto mese consecutivo, anche se resta nettamente al di sotto delle altre economie avanzate.

La carica hawkish delle banche centrali

La Bank of Japan resta un’eccezione dovish nel contesto internazionale hawkish degli istituti centrali, viste le strette monetarie di questi mesi decise per affrontare gli alti livelli inflazionistici.

Se ieri la Federal Reserve ha aumentato per la terza volta consecutiva i tassi di interesse (75 punti base), la scorsa stretta monetaria da parte della Banca centrale europea potrebbe proseguire almeno fino al 2024, secondo quanto dichiarato in queste ore dalla componente del board Isabel Schnabel.

Oggi, inoltre, la Banca nazionale svizzera (BNS) ha portato i suoi tassi in positivo, passati da -0,25% al +0,50%, mettendo fine all’epoca di interessi negativi che durava ormai da otto anni.

Stessa decisione da parte della Banca centrale norvegese questa mattina, anche se il rialzo è stato di 50 punti base (da 1,75% a 2,25%) ma potrebbe aumentare fino al 3% nel corso dell’inverno, visto l’annuncio dello stesso istituto centrale in tal senso.

Nel primo pomeriggio sempre di oggi, infine, sarà il turno della Bank of England e secondo le previsioni, il suo tasso potrebbe passare dall’1,75% al 2,25%.

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