Scatto TIM in apertura, si attende l’offerta vincolante per la rete


Dopo l’incontro dei soci francesi di Vivendi con il Ministero dell’Economia, fonti di stampa confermano la scadenza del 15 ottobre per l’offerta degli americani di KKR per NetCo, rassicurando circa le incertezze di questi giorni.


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Tim in verde

Telecom Italia in recupero questa mattina a Piazza Affari dopo cinque sedute consecutive in rosso.

Oggi le azioni TIM scattano subito in testa tra le blu chip del FTSE MIB e arrivano a guadagnare oltre il 4% nella prima ora di scambi, toccando un massimo di 0,2732 euro, recuperando parte delle vendite dell’ultimo mese (-13%).

Resta positivo il bilancio 2023 del titolo, con una crescita del 22,55% dai livelli di inizio gennaio (0,22 euro).

Confermata scadenza

Indiscrezioni di stampa confermano il rispetto della scadenza del 15 ottobre per la presentazione dell’offerta vincolante da 20-23 miliardi per NetCo da parte del fondo KKR.

Gli americani avrebbero già definito anche il pacchetto di finanziamento e non hanno bisogno di attendere la formalizzazione della partecipazione del MEF all’offerta, per la quale mancano ancora i nulla osta dalla Corte dei Conti e dall’Antitrust nazionale.

“La conferma delle tempistiche sarebbe un elemento positivo per l’operazione viste le incertezze sorte in questi giorni sul mercato”, sottolineano da Equita Sim, i cui analisti si attendono “che gli accordi tra KKR e MEF consentano a quest’ultimo di entrare nell’offerta anche a valle della presentazione dell’offerta vincolante”.

Equita conferma la raccomandazione ‘buy’ sul titolo TIM, con prezzo obiettivo di 0,4 euro.

I tentativi di Vivendi

Fonti di stampa riportano di un tentativo fatto dai soci francesi di Vivendi di sondare fondi di private equity per costruire uno scenario alternativo a quello di KKR in accordo con la ex monopolista italiana, ma senza trovare supporto, pertanto non avrebbe piani alternativi da proporre per il futuro della società.

La scorsa settimana i francesi, primi soci di TIM con il 24%, avevano incontrato il MEF, ribadendo la loro valutazione di 31 miliardi per la futura NetCo rispetto ai 23 miliardi (inclusi 2 miliardi di earn out in caso di integrazione con Open Fiber) dell’offerta preliminare di KKR.

Un’altra problematica evidenziata da Vivendi sarebbe la sostenibilità della ServCo, la società dei servizi che resterebbe una volta scorporata la rete e che, per rimanere competitiva, secondo Vivendi, non dovrebbe avere più di 8mila dipendenti.

Nell'ipotesi che nella Netco passino 20-22 mila dipendenti, come da rumor che circolano, nella Servco (compresa Tim Enterprise che riunisce cybersecurity, cloud e IoT e circa 4000 dipendenti dei call center) si conterebbero circa 17 mila dipendenti.

I francesi, però, non avrebbero abbandonato l’idea di giocare un ruolo e fonti di Radiocor parlano di un nuovo confronto tra Vivendi e il Ministero dell’Economia sull’operazione di scorporo della rete del gruppo.

Il nuovo incontro potrà avvenire nei giorni compresi tra il 15 ottobre, data di arrivo dell’offerta di KKR, e il successivo cda di TIM che dovrà esaminare la proposta del fondo americano, da tenersi probabilmente a fine mese.

Nessuna alternativa

Gli analisti di WebSim Intermonte non vedono “alternative alla cessione della rete, liquidity event in grado di assicurare un abbattimento strutturale del debito di TIM per circa 17 miliardi di euro e garantire un livello di leverage sostenibile per la ServiceCo (1,5-2 volte con meno di 5 miliardi di debito).

In alternativa, “la vendita di altri asset (TIM Brasil, TIM Enterprise, Sparkle) rappresenta una soluzione subottimale perché non garantirebbe al Gruppo un deleverage altrettanto strutturale, mentre un aumento di capitale di size rilevante è stato più volte escluso da TIM e richiederebbe il placet di Vivendi in assemblea, oltre ad un chiaro commitment da parte di CDP (oggi azionista al 10% di TIM) oggi impegnata ad assicurare importanti risorse finanziarie anche per il piano di crescita di Open Fiber”, aggiungono dalla sim.

Pertanto, da Intermonte confermano “la raccomandazione ‘buy’ su TIM Ord con target price di 0,41 euro per azione (costruito su una valutazione di 20 miliardi di euro per NetCo, livello floor in grado di garantire una riduzione strutturale del debito su livelli sostenibili) e manteniamo una chiara preferenza per i titoli di risparmio (TP Savs di 0,44 euro), che a fronte del liquidity event dalla cessione di NetCo potrebbero beneficiare del maggior appeal speculativo legato alla conversione in azioni ordinarie e al pagamento dei due dividendi arretrati per circa 332 milioni di euro, grazie alla plusvalenza dalla dismissione dell’asset”.

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