Se l’inflazione rimane elevata, tornerà la volatilità del mercato

Che ne è stata della flessione dei mercati l’indomani del giorno della liberazione, visto che l’S&P 500 e il NASDAQ hanno entrambi raggiunto nuovi massimi storici?
A cura di Antonio Tognoli, Responsabile Macro Analisi e Comunicazione presso Corporate Family Office SIM
Occupati ADP statunitensi di giugno in uscita alle 14:15, stimati in +105k contro 37k di maggio (rispetto ai 60 mila di aprile 2025). La variazione dell'occupazione ADP negli Stati Uniti dovrebbe essere di 90k alla fine di questo trimestre, secondo le aspettative degli analisti. Nel lungo termine, si prevede che la variazione dell'occupazione ADP negli Stati Uniti si attesterà intorno a 150k nel 2026 e 140k nel 2027.
PMI manifatturiero dell’Europa di giugno, pari a 49.5 punti, leggermente migliore delle attese e del dato di maggio (49.4 punti). Inflazione YoY di giugno dell’Europa, pari al 2% in linea con le attese, ma il leggera crescita rispetto al +1.9% di maggio.
Migliore delle attese e di maggio il PMI manifatturiero USA di giugno (52.9 punti contro 52 atteso e di maggio), così come migliore delle attese è l’ISM manifatturiero sempre di giugno (49 punti contro 48.8 atteso e 48.5 di maggio). Entrambi i dati confermano la ripresa, seppur lenta, della manifattura statunitense.
Che ne è stata della flessione dei mercati l’indomani del giorno della liberazione? L’S&P 500 e il NASDAQ hanno entrambi raggiunto nuovi massimi storici grazie all'annuncio di fine settimana che Stati Uniti e Cina avevano raggiunto un accordo sulle linee generali di un accordo commerciale e al cessate il fuoco tra Israele e Iran. I funzionari dell'amministrazione hanno anche annunciato che era vicina a raggiungere accordi commerciali con alcuni altri paesi e hanno osservato che la scadenza del 9 luglio per gli accordi commerciali potrebbe essere prorogata. Infine, l'amministrazione prevede che i negoziati commerciali possano essere conclusi entro settembre. Gli sviluppi commerciali rimangono fluidi, come testimoniato dall'annuncio di Trump della sospensione dei negoziati con il Canada a causa di disaccordi sulla politica fiscale relativa ai servizi digitali. Tuttavia, nel fine settimana i due paesi hanno concordato di riprendere i negoziati, accrescendo l'ottimismo di alcuni investitori.
La notizia dell'abbandono dei colloqui con il Canada è stata ampiamente ignorata dagli investitori e illustra quella che sembra essere una mentalità più ampia nei mercati. Dopo la forte svendita seguita alla presentazione da parte dell'amministrazione dei dazi reciproci, gli investitori hanno ampiamente accolto l'opinione che le preoccupazioni iniziali sui dazi fossero esagerate e che, se l'economia avesse mostrato segni di indebolimento, la Fed avrebbe tagliato rapidamente i tassi per stimolare la crescita. Questa visione sui dazi sembra basarsi sul fatto che, finora, i dati economici concreti sono rimasti sostanzialmente solidi, nonostante i sondaggi e altri dati informativi abbiano mostrato debolezza.
Analogamente, i recenti dati sull'inflazione moderata (esclusi quelli della scorsa settimana) e le dichiarazioni pubbliche di alcuni membri del Consiglio della Fed hanno portato molti investitori a concludere che questa taglierà i tassi a settembre e almeno un'altra volta entro la fine dell'anno. Sebbene queste opinioni possano rivelarsi corrette, riteniamo che sia prematuro dire con certezza come andranno le cose.
Tuttavia Powell, nella sua testimonianza a Capitol Hill la scorsa settimana, ha sottolineato la sfida che il FOMC deve affrontare nel decidere quando adeguare i tassi, alla luce dell'evoluzione dei negoziati commerciali e dell'impatto incerto che avranno. Gli effetti sull'inflazione potrebbero essere di breve durata, riflettendo una variazione una tantum del livello dei prezzi. È comunque anche possibile che gli effetti inflazionistici siano invece più persistenti. Evitare questo risultato dipenderà dall'entità degli effetti tariffari, dal tempo necessario affinché si trasmettano completamente ai prezzi e, in ultima analisi, dal mantenimento di aspettative di inflazione a lungo termine.
Sebbene la Fed abbia adottato un approccio attendista con i dati prima di prendere una decisione sui tassi, si aspetta di ottenere qualche indicazione su come le imposte influenzeranno i prezzi nel prossimo futuro. Certo, i dati sull'inflazione degli ultimi mesi sono stati incoraggianti. L'indice PCE è risultato leggermente superiore alle aspettative, ma nel complesso le pressioni sui prezzi sono in calo dall'inizio della primavera. Tuttavia, sebbene l'inflazione sia vicina all'obiettivo del 2%, non lo ha ancora raggiunto e non lo è da oltre quattro anni. Considerando che si prevede che i dazi causeranno probabilmente un aumento almeno temporaneo dei prezzi, riteniamo che la Fed adotterà un approccio conservativo con gli aggiustamenti dei tassi finché non sarà chiaro che l'inflazione ha raggiunto o si sta chiaramente dirigendo verso il suo obiettivo del 2%.
Nel frattempo, sebbene i dati "soft" dei sondaggi non siano ancora comparsi nelle rilevazioni sull'inflazione, sembrano infiltrarsi in altri indicatori concreti dell'economia. Dati recenti, tra cui la revisione finale del PIL per il primo trimestre, mostrano un rallentamento della spesa al consumo. Allo stesso modo, sebbene il tasso di disoccupazione rimanga relativamente basso, altri indicatori concreti, come le richieste di sussidio di disoccupazione in corso, hanno registrato un trend al rialzo e ora si attestano o si avvicinano ai massimi pluriennali.
Solleviamo questi punti non per dipingere un quadro cupo dell'economia futura, ma per offrirvi una visione più completa di quella riflessa dalla costante ascesa dei mercati da aprile. Se l'inflazione rimane elevata più a lungo o l'economia mostra più segnali di cedimento di quanto molti si aspettino, crediamo che la volatilità del mercato tornerà, man mano che gli investitori rivedranno le loro prospettive a breve termine.
Sebbene l'incertezza, inclusa la tempistica dell'impatto di vari cambiamenti politici, rimanga elevata, la risposta per affrontare l'imprevedibilità dell'economia e dei mercati rimane la stessa. Non crediamo che ciò richieda cambiamenti radicali dei portafogli. Piuttosto, il contesto attuale serve da prezioso promemoria del fatto che un futuro imprevedibile porterà ad opportunità imprevedibili per gli investitori nel medio e lungo termine. E il modo migliore per sfruttare queste opportunità impreviste è attraverso la diversificazione. Questo approccio è stato convalidato durante l'estrema incertezza causata dal COVID e crediamo che si rivelerà un approccio prudente durante gli attuali cambiamenti economici.
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