Secondo il FOMC, ci saranno altri 50 bps di tagli entro fine anno

25/09/2024 05:45

L’entità del taglio e le aspettative segnalano un Fed che vuole anticipare la curva, e non farsi cogliere impreparata dal rallentamento del mercato del lavoro.

A cura di Antonio Tognoli, Responsabile Macro Analisi e Comunicazione presso Corporate Family Office SIM

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Vendita di nuove case USA di agosto in uscita oggi alle 16:00 (stima 700k da 739k di luglio). Più interessanti sono i dati di domani dove la seconda lettura dovrebbe confermare la conferma della crescita del 3% del PIL USA.

Indice IFO di settembre, pari a 85,4 punti, in ulteriore contrazione sia rispetto alle attese (86,1) sia rispetto ad agosto (86,6). La debolezza dell’indicatore conferma che le difficoltà di riconversione dell’economia tedesca richiederanno probabilmente molto più tempo del previsto. Difficile quindi che l’economia dell’intera zona euro possa velocemente riprendere il cammino di crescita se la locomotiva dell’Europa si è fermata.

Gli investitori hanno applaudito la decisione della Fed di tagliare i tassi di interesse di 50 bps nell’ultimo meeting. Il taglio, insieme alle proiezioni incluse nell'ultimo Summary of Economic Projections della Fed, o cosiddetto "dot plot", mostra che i membri del FOMC prevedono di tagliare i tassi di altri 50 bps entro la fine dell'anno.

L'entità del taglio iniziale, unito alle aspettative di un ulteriore alleggerimento dei tassi nei prossimi mesi, è stata ampiamente vista dagli investitori come un segnale che la Fed stava adottando un approccio proattivo per mantenere l'economia in crescita e rafforzare un mercato del lavoro di fatto ancora relativamente forte.

Pur riconoscendo che l'entità del taglio dei tassi aumenta le possibilità di un atterraggio morbido, riteniamo che la Fed abbia optato per un taglio di 50 bps anziché di 25 bps, in quanto temeva che il rallentamento del quadro occupazionale stesse prendendo piede. Ci ricordiamo tutti le parole di Powell al simposio della Fed a Jackson Hole: “non cerchiamo né accogliamo con favore un ulteriore raffreddamento delle condizioni del mercato del lavoro", aggiungendo: faremo tutto il possibile per sostenere un mercato del lavoro forte mentre facciamo ulteriori progressi verso la stabilità dei prezzi".

Tale commento è stato fatto solo pochi giorni prima che uscissero i dati sull'occupazione che mostravano che il tasso di disoccupazione era salito al 4,3% percento, innescando la regola Sahm, che (i lettori abituali lo sapranno) mostra che dal 1960, ogni volta che il tasso di disoccupazione medio mobile a tre mesi è aumentato dello 0,5% o più rispetto al minimo precedente, è seguita una recessione.

In effetti, nel corso della conferenza stampa seguita al meeting del FOMC, Powell ha riconosciuto che la Fed avrebbe probabilmente tagliato i tassi già nel meeting di agosto se i dati sulla disoccupazione fossero stati disponibili prima di quella data. Inoltre, mentre il presidente si è spinto fino in fondo nel discutere la forza relativa del mercato del lavoro rispetto ad altri cicli economici, ha anche riconosciuto che questa ha mostrato segnali di forte ammorbidimento, sottolineando il recente censimento trimestrale di Occupazione e salari. Censimento che ha mostrato una significativa riduzione nel numero di stipendi stimati nel rapporto sulle buste paga non agricole. Segnale precauzionale che il mercato del lavoro potrebbe non essere così forte come suggeriscono i dati recenti.

A complicare ulteriormente il lavoro della Fed in futuro ci sono segnali che alcune sacche d’inflazione rimangono rigide e che le pressioni salariali, sebbene in calo rispetto ai recenti massimi, persistono. Da non sottovalutare che i lavoratori (in testa Boeing, Amazon e Walmart) stanno cercando di riguadagnare il potere d'acquisto delle buste paga perso quando l'inflazione era al suo picco. Di conseguenza, riteniamo che sia improbabile che le pressioni salariali si allentino in modo significativo nel prossimo futuro. Sfortunatamente, l'inflazione rigida e le pressioni salariali persistenti possono alimentare il tipo di spirale salari-prezzi che la Fed ha cercato di evitare.

Le nostre preoccupazioni per le braci ancora calde dell'inflazione sono condivise dalla presidente della Fed di San Francisco Bowman, che ha votato contro il taglio super-dimensionato della Fed. In una dichiarazione rilasciata venerdì scorso, Bowman ha osservato che sebbene sia importante riconoscere che ci sono stati progressi significativi nell'abbassamento dell'inflazione, anche se quella di fondo rimane comunque intorno o sopra il 2,5%, esiste il rischio che la riduzione del 50 bps possa essere interpretata come una dichiarazione prematura di vittoria sul mandato di stabilità dei prezzi.

Potrebbero volerci mesi per stabilire se la Fed ha anticipato la curva nel tagliare i tassi al fine di scongiurare una recessione o se è arrivata troppo tardi (come quando ha tagliato i tassi prima delle ultime quattro recessioni). La risposta potrebbe non essere tuttavia così importante quanto il modo in cui gli investitori rispondono.

Nonostante i numerosi report economici suggeriscano che l'economia si stia indebolendo e potrebbe essere diretta verso una contrazione questa volta potrebbero sbagliare, il fatto che così tanti segnali indichino una potenziale debolezza aumenta però i rischi nel mercato. E dato che alcuni segmenti dei mercati azionari vengono scambiati a valutazioni elevate, crediamo che questi rischi, uniti al difficile percorso futuro della Fed, giustifichino cautela nel breve periodo

Non stiamo ovviamente dicendo di apportare modifiche significative all’allocazione complessiva di portafoglio. Al contrario, crediamo che gli investitori farebbero bene a bilanciare i rischi attuali con potenziali performance positive. Come abbiamo notato negli ultimi mesi, ci sono però ampie opportunità sul mercato, come azioni a piccola e media capitalizzazione, che vengono scambiate a valutazioni relativamente interessanti e dovrebbero essere ben posizionate per performare nei prossimi 12-18 mesi, indipendentemente dal fatto che l'economia scivoli in recessione o che un atterraggio morbido ampli l'avanzamento economico e del mercato azionario.

Continuiamo a credere che gli investitori farebbero bene a seguire un piano di investimento per il quale una svolta inaspettata non abbia un impatto sproporzionato sul successo a lungo termine del raggiungimento dei loro obiettivi finanziari.

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