Semiconduttori: c'è valore in tutto il settore?


L’esperto di GAM spiega perché l’investimento nel mercato dei semiconduttori non dovrebbero più basarsi sul settore in generale, ma più specificatamente sulla singola industria.

A cura di Mark Hawtin, direttore degli investimenti presso GAM Investments


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Un settore non più omogeneo

Il settore dei semiconduttori continua ad alimentare un acceso dibattito tra analisti e investitori. Secondo un recente rapporto del Capital International Group, sarebbero i semiconduttori la “nuova benzina” senza la quale non sarebbe possibile mettere in moto cambiamenti rivoluzionari. Sebbene siano una tessera importante del puzzle, secondo Mark Hawtin, disruptive strategist di Gam Investments, “sono i dati a essere il nuovo carburante, come la benzina per un motore, mentre i semiconduttori sono il motore che fa funzionare la nuova economia”.

I riflettori puntati sull’intero settore dei chip hanno fatto salire le valutazioni verso livelli estremi rispetto alle medie storiche. “I semiconduttori sono diventati costantemente più costosi negli ultimi 10 anni, se consideriamo che il rapporto tra prezzo e vendite è aumentato da meno di 2 durante la crisi finanziaria a più di 7 oggi. E questo in una fase in cui i margini lordi sono saliti, in qualche caso, del 20%", ha affermato Hawtin.

Ci si può aspettare un rapporto tra prezzo e vendite pari a 7 dalle società di software più mature e consolidate, che comportano però margini lordi assai più elevati.

Secondo l’esperto di GAM “la realtà è cambiata così tanto che i semiconduttori non sono più un segmento del mercato verticale e omogeneo, bensì orizzontale, in cui la verticale rappresentata dall’uso finale è molto più importante per il risultato del singolo titolo”. Le decisioni di investimento in questo settore dovrebbero dunque basarsi sulla singola industria, e non più sul settore in generale.

I semiconduttori nel settore automotive

Per quanto riguarda i semiconduttori per l’industria automobilistica, ad esempio, una recente ricerca di Arete mostra che il contenuto di semiconduttori per veicolo leggero è aumentato da 310 dollari per auto nel 2015 a 397 dollari per auto nel 2019, con un tasso di crescita composito annuo modesto del 6,4%. Nei prossimi cinque anni la crescita dovrebbe accelerare a 630 dollari per auto, con un CAGR di quasi il 10%. Comunque, né il tasso di crescita storico né quello previsto eguagliano il ritmo di crescita del software, dove il 10-15% oggi è ritenuto modesto, considerato che può superare facilmente il 30%.

Hawtin mette tuttavia in guardia dalla scarsità nei semiconduttori per l’industria automobilistica, soprattutto relativamente ai wafer a 8 pollici, determinando uno squilibrio tra domanda e offerta. Sebbene si ritenga che la situazione nel settore possa soltanto migliorare, storicamente “quando gli squilibri tra domanda e offerta vengono risolti, subentrano altri fattori con un ritorno verso le medie”. Per questo “ci risulta difficile rilevare valore nel settore nel suo complesso in considerazione delle valutazioni intrinseche a lungo termine”.

Secondo GAM, le maggiori opportunità nel settore sono per le società in grado di beneficiare di Digital 4.0. In particolare, le società esposte agli sviluppi nel 5G, nell’Internet of Things (IoT), nel campo dei dati e dell’intelligenza artificiale (AI) potrebbero offrire un potenziale di investimento interessante.

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