Sentiment ancora negativo a Wall Street, Nvidia sempre sotto pressione
Nella settimana caratterizzata da diversi dati macro le vendite sembrano non volersi fermare alla Borsa di New York, confermando la debolezza che storicamente caratterizza il mese di settembre.
Wall Street sempre negativa
Le vendite arrivate ieri sembrano non voler terminare a Wall Street mentre si attendono oggi alcuni dati sul lavoro e persistono i timori sullo stato di salute dell’economia statunitense.
Se alla loro prima giornata di settembre i principali indici di New York avevano ceduto il 3% (Nasdaq), il 2% (S&P500) e l’1% (Dow Jones), la maggiore perdita giornaliera da inizio agosto, oggi l’andamento dei future sembra presagire un’apertura negativa, indeboliti dai tecnologici, soprattutto Nvidia, anche oggi negativa (-1,8%) dopo il -9% della seduta di ieri.
Dal fronte forex, l’indice del dollaro resta poco mosso, a 101,69, mentre il cross EUR/USD scambia a 1,105, leggermente in calo.
In lieve recupero il petrolio dopo i recenti cali: il Brent torna sopra 74 dollari e il greggio WTI supera quota 70 dollari al barile.
Il principale market mover di oggi saranno i dati Job Openings and Labor Turnover Survey (Jolts) di luglio, previsti per le 16,00 italiane, dai quali potranno arrivare indizi sull'entità del taglio dei tassi di interesse previsto dalla Federal Reserve per settembre. Previsti anche i dati sugli ordini di fabbrica di luglio (ore 16) e il sondaggio della Fed, noto come ‘Beige Book’ (ore 20).
Partenza col piede sbagliato
In un avvio negativo di quello che storicamente è un mese debole per la borsa statunitense, il sentiment è stato condizionato dai dati che hanno mostrato un’attività manifatturiera ancora in territorio di contrazione, quasi un mese dopo che i segnali di un allentamento della domanda di lavoro hanno alimentato un forte calo dei mercati globali.
Secondo lo strumento FedWatch di CME Group, i mercati vedono una probabilità del 61% che la banca centrale statunitense tagli i tassi di interesse di 25 punti base, mentre quella di un taglio di 50 punti base è salita al 39% dal 31% circa di ieri. L’arrivo di possibili tagli dei tassi a settembre, però, avrebbe dovuto sostenere i mercati, facendo stappare i tappi di champagne, ma il mese non sta iniziando bene.
I dati sul Pmi e l’Ism legati alla manifattura statunitense di ieri, “hanno indicato un'attività rallentata: le vendite sono basse, le scorte si stanno accumulando nei magazzini e l'occupazione è in calo. Eppure salari più alti e costi di spedizione più elevati continuano a spingere i prezzi verso l'alto. Se non è stagflazione, è qualcosa che ci fa rima”, spiega Michael Every, Global Strategist di Rabobank. Inoltre, prosegue l'esperto, con la domanda statunitense in indebolimento e la domanda cinese persistentemente debole, i produttori Opec+ e non Opec+ pensano di aumentare l'offerta e con i flussi libici che forse stanno per tornare il petrolio crolla. Questo significa disinflazione o deflazione”.
Settembre debole
"Il duro sell-off di Wall Street ci ha ricordato che settembre ha una cattiva reputazione per quanto riguarda la propensione al rischio", ha scritto in una nota Vishnu Varathan, responsabile della ricerca macro per l'Asia e il Giappone di Mizuho Bank.
I mercati azionari statunitensi “hanno iniziato settembre con il piede sbagliato, confermando la reputazione come mese peggiore dell'anno per l’azionario ", afferma Quasar Elizundia, research strategist di Pepperstone, sottolineando che le pesanti vendite di ieri negli USA "riflettono la debolezza stagionale storica di questo mese, che è sempre stato uno dei più difficili per gli investitori. In particolare, è stato il mese con le peggiori performance per l'S&P 500, con medie di rendimento negative dagli anni '70. Negli ultimi cinque anni, la tendenza è stata particolarmente negativa, con cali significativi nel 2022 (-9,3%) e nel 2021 (-4,7%)".
Il sentiment, però, potrebbe cambiare nel prossimo futuro. “I 'brividi di settembre' potrebbero essere esacerbati dai rischi di recessione negli USA e dalla fine del trade carry sullo yen", secondo Jessica Amir, stratega di mercato presso Moomoo, la quale prevede che gli acquisti torneranno sul mercato ad ottobre, quando gli istituti avranno finito di riequilibrare i loro portafogli.
Notizie societarie e pre market USA
Nvidia (-3%): un rapporto di Bloomberg News ha mostrato che il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha inviato un mandato di comparizione alla società per rispondere sulle sue pratiche antitrust.
Eli Lilly (-1%): con l'egiziana EVA Pharma ha stipulato un accordo per la concessione in licenza del farmaco per l'artrite reumatoide di Lilly in 49 Paesi africani.
Zscaler (-15%): prevede un utile per azione per l’anno fiscale 2025 di 2,81-2,87 dollari, al di sotto delle stime di LSEG di 3,33 dollari.
RingCentral (-1%): il CFO Sonalee Parekh si dimetterà il 10 settembre e la società ha avviato la ricerca di un successore.
Hormel Foods (-5%): si aspetta ricavi netti annuali compreso tra 11,8 e 12,1 miliardi di dollari, inferiori all’intervallo di 12,2 - 12,5 miliardi previsti in precedenza.
Dollar Tree (-13%): prevede per il 2024 ricavi tra 30,6 e 30,9 miliardi di dollari, meno della precedente previsione di 31-32 miliardi.
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