Sentiment positivo a Wall Street dopo i dati sulle vendite al dettaglio

Gli investitori attendevano i dati macro di oggi per valutare la risposta dei consumatori statunitensi alla persistente inflazione mentre Donald Trump sembra sempre più favorito per vincere le elezioni di novembre.
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Wall Street in leggero rialzo
Future di Wall Street sopra la parità dopo il dato sulle vendite al dettaglio diffuse oggi, con gli investitori intenti a valutare la risposta dei consumatori statunitensi alla persistente inflazione.
I contratti sul Nasdaq e quelli sullo S&P500 guadagnano lo 0,3% quando manca circa un’ora all’avvio delle contrattazioni, mentre segnano un +0,20% quelli sul Dow Jones.
L’oro continua a guadagnare e sale a 2.446 dollari l’oncia, sostenuto dalle attese per il taglio dei tassi della Federal Reserve, mentre il dollaro si rafforzava dopo il dato macro nei confronti dell’euro e la coppia EUR/USD scendeva sotto quota 1,09.
In calo il petrolio sui timori per la domanda in Cina: il Brent scende (-1,50%) a 83,50 dollari e il greggio WTI scambia (-1,70%) a 79,40 dollari al barile.
Dati macro
I dati sulle vendite al dettaglio del mese di giugno diffusi oggi sono risultati piatti su base mensile, superiori al -0,3% previsto (+0,3% precedente). Su base annuale, invece, le vendite sono cresciute il 2,28% rispetto al +2,59% precedente. Il dato core ha mostrato una crescita dello 0,4 mensilmente, nettamente oltre le previsioni (+0,1%) e a quello di maggio (+0,1%).
Arrivati anche i dati sui prezzi all’importazione che non hanno segnato movimenti (+0,0%) quando erano previsti in crescita (+0,2%) a giugno su base mensile e dell’1,6% annualmente, mentre quelli all’esportazione sono calati dello 0,5% (-0,1% atteso) mensilmente ma sono aumentati (+0,7%) su base annuale.
Fed verso il taglio?
Ieri il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, dichiarava nel corso di un evento presso l'Economic Club di Washington che i recenti dati sull'inflazione hanno rafforzato la fiducia che le pressioni sui prezzi siano su un percorso sostenibile al ribasso, messaggio interpretato dai mercati come un altro segnale che il primo taglio dei tassi negli Stati Uniti potrebbe non essere lontano. Secondo il FedWatch di CME Group, i trader ora prevedono all’86% che i tassi di interesse scenderanno entro settembre di 25 punti base.
Negli Stati Uniti, le condizioni per allentare la stretta “stanno maturando, ma a una velocità inferiore”, secondo Fabio Fois, Head of Investment Research & Advisory nell'outlook di Anima per il secondo semestre dell'anno. “Restiamo ottimisti su questo punto, per diversi motivi: le aspettative di inflazione rimangono stabili e vicine ai target delle Banche centrali; il ribilanciamento sul mercato del lavoro prosegue; la moderazione dei consumi eserciterà pressioni al ribasso sui prezzi di servizi e beni di base”.
“Settembre sembra essere un periodo adatto” per un taglio dei tassi da parte della Fed, prevede Bruce Richards, amministratore delegato di Marathon Asset Management, in un'intervista a Bloomberg TV.
Trump sempre più favorito
Nel frattempo, però, la politica continua a condizionare i mercati e i sondaggi mostrano una corsa serrata tra Donald Trump e il presidente Joe Biden, anche se Trump è in testa in diversi stati indecisi che probabilmente decideranno le elezioni.
Oggi Trump ha annunciato il suo vice, J.D. Vance, ma “è già il favorito, con un certo margine, e lo sta diventando sempre di più. Non credo che scegliere Vance faccia una grande differenza in un modo o nell'altro", spiega Colin Asher, economista di Mizuho.
“Per ora, le conseguenze della vicenda Trump consistono nell'acquistare azioni americane e abbandonare tutto il resto", sottolinea Kathleen Brooks, direttrice della ricerca di XTB, facendo riferimento al nuovo massimo storico toccato dall’S&P500.
“Per ora i dati macro prevalgono ancora sull'incertezza elettorale negli Stati Uniti, poiché i dati recenti confermano la tendenza alla disinflazione”, secondo gli analisti di JP Morgan.
Notizie societarie e pre market USA
Bank of America (+2%): prevede per il quarto trimestre ricavi netti da interessi (NII) per 14,5 miliardi di dollari, superiori alle stime di Wall Street di 14,41 miliardi (dati LSEG).
Morgan Stanley (-2%): ricavi netti per 15 miliardi di dollari nel secondo trimestre 2024, superiori alle attese di 14,3 miliardi e ai 13,5 miliardi di un anno fa. Delusione per i ricavi da gestione patrimoniale, pari a 6,79 miliardi rispetto alla stima media degli analisti di 6,80 miliardi (dati LSEG).
UnitedHealth (+3%): un utile nel secondo trimestre a 6,80 dollari per azione, superiore ai 6,66 dollari previsti dagli analisti.
Match (+8%): l'investitore Starboard che ha una posizione superiore al 6,5% nella società sta spingendo per una possibile vendita, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal nella tarda serata di lunedì se l’azienda non riuscirà a migliorare Tinder (metà delle entrate totali).
Silo Pharma (+64%): stipulato accordo di licenza esclusiva globale per sviluppare, produrre e commercializzare il farmaco SPC-14 contro l'Alzheimer.
Raccomandazioni analisti
Amazon
JP Morgan: ‘buy’ e prezzo obiettivo confermato a 240 dollari.
Alphabet
JP Morgan: ‘buy’ e target price sempre a 200 dollari.
Meta
JP Morgan: ‘buy’ e prezzo obiettivo ancora a 480 dollari.
Netflix
JP Morgan: ‘buy’ e target price non si muove dai 750 dollari precedenti.
Goldman Sachs
Jefferies: ‘buy’ e prezzo obiettivo sempre a 523 dollari.
Boeing
RBC: ‘buy’ e target price confermato a 210 dollari.
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