Senza dati Wall Street è nella nebbia, il toro si perde

14/11/2025 07:30
Senza dati Wall Street è nella nebbia, il toro si perde

L’indice Nasdaq ha chiuso in calo del 2,3%, l’S&P500 dell’1,7% e il Bloomberg Magnificent 7 del 2,7%. A pesare sulla seduta sono state anche le indicazioni sul prolungamento della fase di assenza di indicazioni macroeconomiche.

"Prevediamo continue difficoltà nell'ottenere una lettura chiara: riteniamo che i dati del quarto trimestre aggiungeranno più confusione che chiarezza", scrive Mike Reid, economista senior statunitense presso RBC.

Il presidente della Federal Reserve Bank di Cleveland, Beth Hammack, ha affermato che la banca centrale statunitense dovrebbe mantenere invariati i tassi per continuare a ridurre l’inflazione.

Le borse dell’Europa dovrebbero aprire intorno alla parità, future del Dax di Francoforte +0,1%. L’uscita dallo stagno della Germania sarà molto lenta, un’accelerazione significativa si avrà solo nella seconda parte dell’anno prossimo.

Scendono le borse dell’Asia. Nikkei di Tokyo -1,7%. Hang Seng di Hong Kong -1,4%, Shanghai Composite -0,4%. Kospi di Seul -3,5%. Continua a crescere la Cina, ma a un ritmo decisamente piu' lento del recente passato. Petrolio in rialzo.

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L’atteso rialzo da sollievo per la fine dello shutdown negli Stati Uniti non c’è stato, la seduta è stata guidata al ribasso dal venir meno delle aspettative su un taglio dei tassi a dicembre e dal ritorno dei timori sulle valutazioni delle società più esposte al tema dell’intelligenza artificiale

L’indice Nasdaq ha chiuso in calo del 2,3%, l’S&P500 dell’1,7% e il Bloomberg Magnificent 7 del 2,7%.

"Stiamo assistendo a una classica rotazione", scrive David Miller, direttore degli investimenti e senior portfolio manager di Catalyst Funds. "Gli investitori stanno realizzando alcuni profitti nel settore tecnologico megacap dopo un lungo periodo di crescita trainato dall'intelligenza artificiale e stanno riallocando i propri investimenti verso settori con valutazioni più ragionevoli”. Ieri il Dow Jones ha chiuso in ribasso dell’1,7% ma rispetto a venerdì scorso, l’indice delle blue chip guadagna l'1%, il Nasdaq invece si avvia a chiudere la settimana in ribasso del 3%.

A pesare sulla seduta sono state anche le indicazioni sul prolungamento della fase di assenza di indicazioni macroeconomiche. Investitori, economisti e responsabili politici hanno operato senza dati governativi cruciali per più di 40 giorni, la riapertura, per quanto riguarda gli uffici di statistica sarà lenta e probabilmente un po’ caotica.

"Prevediamo continue difficoltà nell'ottenere una lettura chiara: riteniamo che i dati del quarto trimestre aggiungeranno più confusione che chiarezza", scrive Mike Reid, economista senior statunitense presso RBC. "Per questo motivo, la nostra strategia è quella di concentrarci sulle tendenze generali in atto, che includono l'inflazione persistente e una crescita più lenta nel 2026”.

LA SPESA PER L’AI RALLENTERA’

Se il Nasdaq perde circa il 4% da inizio mese è anche perché aumentano i timori sulla capacità delle società impegnate nella corsa all’intelligenza artificiale di sostenere lo sforzo titanico richiesto dai costi di realizzazione della rete dei data center.

A questo riguardo, Somesh Batra, tech analyst di Carmignac ricorda che chi sta spendendo di più, vedi Microsoft, Alphabet e Amazon, sta anche registrando ricavi in crescita a doppia cifra e EPS (utili per azione) in aumento ancora più rapido.

“Questa crescita esponenziale riflette il boom della domanda computazionale: la generazione di “token” – un indicatore dell’uso di capacità di calcolo – sta raddoppiando circa ogni due mesi. Dopo la fase di pre-training dello scorso anno, in cui l’IA ha assimilato e generalizzato i dati umani disponibili, nel 2025 i modelli sono stati “affinati” per diventare esperti nei diversi settori di applicazione, dal coding all’assistenza clienti.

Questo salto di qualità ha fatto impennare la complessità delle domande e di conseguenza il fabbisogno computazionale. Considerato però che i data center richiedono anni per essere costruiti, l’offerta non riesce a tenere il passo con la domanda, generando vincoli di capacità e maggiore potere di prezzo lungo tutta la filiera IA. Il risultato: i margini crescono più dei ricavi, sostenendo l’eccezionale espansione degli utili osservata nel settore”, si legge nella nota.

In questo quadro di crescita travolgente, “la limitata disponibilità di hardware potrebbe rallentare il rilascio di modelli più grandi o avanzati. Tuttavia, tali vincoli creano anche opportunità d’investimento selettive, contribuendo a evitare eccessi di spesa in conto capitale. Gli investimenti AI-related dei quattro hyperscaler statunitensi (Amazon, Microsoft, Alphabet e Meta) sono attesi in rallentamento il prossimo anno – una normalizzazione salutare dopo due anni di ipercrescita – pur mantenendosi su livelli elevati (+30% nel 2026). Questa spesa sostenuta continua a supportare l’intera catena del valore tecnologico, mentre una crescita più disciplinata del CapEx può rafforzare la generazione di cassa delle big tech.”

INFLAZIONE ANCORA ALTA: TASSI FERMI

Il presidente della Federal Reserve Bank di Cleveland, Beth Hammack, ha affermato che la banca centrale statunitense dovrebbe mantenere invariati i tassi per continuare a ridurre l’inflazione. "Tutto sommato, penso che dovremmo rimanere piuttosto restrittivi per continuare a esercitare pressione e riportare l'inflazione verso il nostro obiettivo", ha dichiarato Hammack giovedì durante una chiacchierata informale al

Pittsburgh Economic Club.

Hammack ha ribadito quanto aveva detto il giorno prima, ovvero che l'inflazione elevata danneggia in particolare le famiglie a basso e medio reddito. Il membro del Federal Open Market Committee ha affermato che i tassi attuali sono "appena restrittivi, se non del tutto", aggiungendo che la sua stima del cosiddetto tasso neutro è vicina al limite massimo delle stime dei 19 funzionari della Fed.

"Per mantenere una politica restrittiva, dobbiamo mantenere i tassi intorno a questi livelli", ha affermato.

Hammack ha dichiarato che si aspetta che la pressione inflazionistica continui fino alla fine di quest'anno e all'inizio del prossimo. Finora le imprese hanno assorbito gran parte dell'inflazione indotta dai dazi, ha affermato, ma ora stanno cercando modi per trasferire gli aumenti dei costi sui consumatori.

Le borse dell’Europa dovrebbero aprire intorno alla parità, future del Dax di Francoforte +0,1%.

GERMANIA

L’uscita dallo stagno della prima economia dell’Europa sarà molto lenta, un’accelerazione significativa si avrà solo nella seconda parte dell’anno prossimo, dice il Consiglio degli Esperti Economici della Germania.

L’organismo indipendente, ma finanziato dallo stato, prevede per il 2025 una crescita del Pil dello 0,2%, dello 0,9% nel 2026: il governo del cancelliere Fridrich Merz proietta invece per l’anno prossimo un’espansione dell’1,3%.

L’indicazione è accompagnata da un report di seicento pagine dove si parla anche del fatto che le risorse raccolte con l’aumento del debito federale sono in alcune occasioni impiegate su voci non previste dalla normativa ad hoc per il piano da 1000 miliardi varato l’anno scorso. Si cita per esempio la decisione di destinare questo denaro per pagare sussidi alle madri che non lavorano o ai pendolari.

Scendono le borse dell’Asia. Nikkei di Tokyo -1,7%. Hang Seng di Hong Kong -1,4%, Shanghai Composite -0,4%. Kospi di Seul -3,5%.

CINA

Continua a crescere la Cina, ma a un ritmo decisamente piu' lento del recente passato. Gli ultimi dati dell’Ufficio nazionale di statistica (Nbs), mostrano un rallentamento a ottobre sia nei consumi interni sia nella produzione industriale.

Le vendite al dettaglio sono aumentate del 2,9% su base annua il mese scorso, leggermente meno del +3% registrato a settembre, con un trend in calo da cinque mesi.

A pesare, ancora, la crisi del debito nel settore immobiliare. In un segno di continua tensione sul settore, un tempo in forte espansione, i prezzi delle nuove proprieta' residenziali sono diminuiti su base annua a ottobre in 61 delle 70 principali citta' censite dall’Nbs.

Anche la produzione industriale cresce ma 'solo' del 4,9% su base annua, meno delle previsioni di Bloomberg del 5,5% e di tutti i dati dall'agosto dello scorso anno.

In un altro segnale preoccupante per i responsabili politici, gli investimenti in immobilizzazioni nel periodo gennaio-ottobre sono diminuiti dell'1,7% sul 2024. L'indicatore e' scivolato in territorio negativo a settembre, a meno 0,5%.

CONFRONTO STRATEGICO

La Cina ha convocato l'ambasciatore giapponese a Pechino, Kenji Kanasugi, e ha chiesto alla premier Sanae Takaichi di ritrattare le sue recenti dichiarazioni sul potenziale coinvolgimento militare di Tokyo in caso di un'emergenza a Taiwan, alla base di un durissimo scontro diplomatico tra i due Paesi. Lo ha riferito il ministero degli Esteri di Pechino, secondo cui l'incontro è avvenuto giovedì ed è stato presieduto dal vice ministro Sun Weidong.

La Corea del Sud e gli Stati Uniti hanno finalizzato l'accordo per la costruzione di sottomarini a propulsione nucleare. Lo ha annunciato il presidente sudcoreano Lee Jae-myung.

PTROLIO

Greggio Brent in rialzo dell’1,5%.

Droni ucraini hanno colpito stanotte la città portuale russa di Novorossijsk danneggiando un terminal petrolifero e innescando un vasto incendio, secondo fonti locali citate dai media di Kiev. L'attacco avrebbe colpito il complesso di Sheskharis, importante terminal per l'esportazione di petrolio della società statale russa Transneft. Secondo quanto riferito, anche un'imbarcazione civile nel porto è stata colpita durante l'attacco e tre membri d'equipaggio sono rimasti feriti.

TITOLI

Enel chiude i nove mesi con risultato netto di 5,236 miliardi di euro, in calo del 10,8% rispetto allo stesso periodo del 2024, che includeva il contributo ai risultati delle attività dismesse, mentre l'Ebitda è pari a 16,870 miliardi, in flessione del 9,3% sui nove mesi del 2024. Per l'esercizio 2025 Enel prevede un'Ebitda ordinario di gruppo nel range di guidance compreso tra 22,9 e 23,1 miliardi e un utile netto ordinario lievemente superiore alla parte alta del range di guidance (compreso tra 6,7 e 6,9 miliardi di euro).

Nella call il Cfo, Stefano De Angelis, ha detto che il capital market day si terrà a febbraio del prossimo anno.

Webuild ha registrato un incremento degli ordini acquisiti nel terzo trimestre, confermando la guidance per il 2025 con ricavi e Ebitda superiori alle stime precedenti. Gli ordini acquisiti da inizio anno ammontano a 9,3 miliardi di euro, portando il totale del triennio 2023-2025 a circa 45 miliardi, si legge in una nota.

Webuild prevede ricavi superiori a 12,5 miliardi di euro e un Ebitda maggiore di 1,1 miliardi per l'anno 2025. Inoltre, il gruppo mantiene una solida posizione di cassa netta superiore a 700 milioni di euro e un book to bill ratio maggiore di 1,0.

Il portafoglio ordini del gruppo di costruzioni è tra i più alti del settore, garantendo ampia visibilità sui ricavi futuri e rappresentando una base solida per il prossimo piano industriale.

"Il positivo trend operativo indica un possibile ulteriore upside in termini di crescita del gruppo", afferma il comunicato.

Il gruppo riporta una pipeline commerciale di breve termine di circa 77 miliardi concentrata in aree geografiche sviluppate in cui Webuild vanta una presenza consolidata.

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