Sospiro di sollievo per i prezzi del gas: Nord Stream pronto a riprendere le forniture

Sospiro di sollievo per i prezzi del gas: Nord Stream pronto a riprendere le forniture

Indiscrezioni di stampa parlano di un’effettiva fine del blocco delle forniture all’Europa attraverso il gasdotto Nord Stream 1 per domani, in attesa del vertice dell’Unione europea che potrebbe decidere sul price cap e sulla divisione del prezzo dell'elettricità da quello del gas.

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Gas in calo

Si allenta la pressione sui prezzi del gas dopo le indiscrezioni di Bloomberg sulla possibile ripresa del flusso del gasdotto Nord Stream 1.

Questa mattina il prezzo del gas europeo, legato al Ttf trattato ad Amsterdam, viene scambiato a 229 euro per megawattora (-5%), dopo che già ieri aveva chiuso a 239 euro.

Gli ordini di spedizione pubblicati da Gazprom citati da Bloomberg indicano la ripresa alle 2 del mattino di sabato (ora di Berlino) del flusso di gas, anche se questi non garantiscono i flussi effettivi e di solito ci vuole tempo affinché le forniture tornino ai livelli previsti.

Come accaduto a luglio, i flussi dovrebbero riprendere ad una capacità ridotta del 20% rispetto alle normali forniture, mentre l’altro gasdotto (Yamal-Europe) dovrebbe continuare a mantenere stabili le proprie consegne.

L’interruzione

Dopo quanto accaduto a luglio, mercoledì scorso i flussi del Nord Stream 1 si erano interrotti per permettere la manutenzione dell’unica turbina funzionante che contribuisce a pompare il gas nel sistema.

Solitamente sono sei le turbine principali utilizzate oltre a due minori, ma nel corso dell’estate sono state quasi tutte messe fuori servizio dalla stessa Gazprom, motivando la decisione con le sanzioni internazionali, causa dell’interruzione della manutenzione e delle riparazioni.

Ieri il vice primo ministro russo Alexander Novak segnalava il rispetto del programma di manutenzione da parte di Gazprom, secondo quanto diffuso dall’agenzia Tass citata da Bloomberg.

Price cap a 110 euro

Alla riduzione del prezzo del gas sta contribuendo anche l’ipotesi di un prezzo massimo fissato dall’Unione europea che potrebbe aggirarsi sui 110 euro al megawattora, soprattutto per il gas ottenuto da fonti specifiche, proposta che sta circolando in queste ore a seguito della diffusione a Bruxelles di un documento non ufficiale.

Inoltre, secondo queste indiscrezioni la Commissione europea intenderebbe anche proporre di dissociare il prezzo dell'elettricità da quello del gas, fissandone un tetto al prezzo a quella prodotta con fonti diverse dal gas.

Scelte UE che rientrerebbero nelle misure decise per affrontare la crisi energetica, dovuta anche alla riduzione delle forniture di gas verso l’Europa, ridotte da Gazprom nel corso dei mesi scorsi (seguente tabella).

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Strategia credibile?

L’agenzia di rating Fitch definisce la strategia dell’UE “credibile”, grazie alla quale potrà “resistere alla crisi del gas russo”, anche se non in modo indolore.

Nell'ipotesi di flussi dalla Russia al 20% nel 2022 ed a zero nel 2023, infatti, l'agenzia stima un impatto negativo “meno severo” di quanto precedentemente indicato pari a -1,5/2% del PIL Ue, più forte per la Germania al 3% e per l'Italia a 2,5%.

Diverse soluzioni

Gli analisti di BG Saxo ritengono la crisi energetica “destinata a durare” in quanto “il mondo dell'energia a basso costo è finito”: “siamo entrati in un nuovo mondo caratterizzato da inflazione elevata e prezzi dell'energia elevati”.

Tra le ipotesi di intervento analizzate da questi esperti ci sono il ‘modello francese’ del tetto al prezzo del gas e dell’elettricità, definito “molto costoso”, e ‘l’eccezione iberica’, che consente di dissociare il prezzo dell'elettricità da quello del gas (decoupling).

BG Saxo, però, ricorda come esista anche un’altra opzione, ovvero quella di “separare il mercato all'ingrosso dell'energia in due segmenti: un pool obbligatorio per le tecnologie a basso costo variabile (eolico, solare, nucleare, per esempio) e un mercato convenzionale per gli impianti a condensazione fossile”.

Qualunque opzione dovrà essere valutata più approfonditamente, avvertono da BG Saxo, ma resta “difficile” che si prenda una decisione nel corso della prossima settimana (9 settembre), quando è previsto un vertice a Bruxelles proprio sui provvedimenti da prendere per affrontare la crisi energetica.

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