L'S&P 500 non è così costoso come potrebbe sembrare

Si può affermare che il P/E dell’S&P 500 non sia così costoso come sembra quando è scambiato a 25x le stime medie degli analisti del 2025 e 22,5x quelle del 2026? il P/E non è un indicatore affidabile e assoluto per stabilire quando acquistare o vendere
A cura di Antonio Tognoli, Responsabile Macro Analisi e Comunicazione presso Corporate Family Office SIM
Lettura finale dell’inflazione YoY di settembre della Germania che non dovrebbe scostarsi dal +2,4% della lettura flash (+2,2% in agosto) e indice ZEW di ottobre (stima 41,7 punti contro 37,3 di settembre). A differenza di altri indici di fiducia questo non proviene dai giudizi delle imprese ma da un sondaggio condotto presso 350 esperti. L'indice è costruito come differenza fra la percentuale di ottimisti e di pessimisti, ed è quindi molto più volatile dell'analogo indice IFO per la Germania.
L'S&P 500 non è così costoso come potrebbe sembrare. Ma come si può affermare una cosa del genere quando il rapporto P/E (il prezzo per dollaro di utili che gli investitori sono disposti a pagare per un singolo titolo azionario o indice azionario) è scambiato a 25 volte le stime medie degli analisti (270 dollari) per quest'anno e a 22,5 volte quelle del 2026 (300 dollari). Non sosterremo che le azioni siano convenienti. Non lo sono. Ma la media di lungo termine di 16-17 volte che sentiamo spesso citare dai media finanziari non siamo convinti che sia un paragone equivalente se si considera l'attuale composizione dell'indice. Analizziamo meglio la situazione.
Per cominciare, chiariamo innanzitutto una cosa e forse la più importante: il rapporto P/E non è un indicatore affidabile e assoluto per stabilire quando acquistare o vendere. I mercati azionari che sembrano costosi in base al rapporto P/E possono continuare a salire. Gli investitori vogliono certamente tenere d'occhio le valutazioni, ma dovrebbero usare un indicatore come il P/E come una freccia al proprio arco.
Negli Stati Uniti, non è insolito che le nuove tecnologie dirompenti, nelle prime fasi del loro sviluppo, attraggano grandi quantità di capitale da parte degli investitori. Basti pensare agli ultimi 125 anni, alle ferrovie, poi alle automobili e, più di recente, a Internet e ora all'intelligenza artificiale (IA). Tutte queste tecnologie del passato hanno registrato valutazioni elevate nelle prime fasi del loro sviluppo, poiché gli investitori cercavano di anticipare la potenziale portata della loro adozione finale. L'IA condivide questa caratteristica.
Un fattore significativo da considerare quando si esaminano le valutazioni P/E e quindi i confronti storici, è la composizione dell'indice S&P 500. Il settore dell'Information Technology rappresentava solo circa il 10% della capitalizzazione totale dell'indice negli anni '70, ma oggi è salito a oltre il 35% secondo i dati Bloomberg. Se si aggiungono le mega-capitalizzazioni di un piccolo numero di aziende tecnologiche nei settori dei servizi di comunicazione e dei beni di consumo discrezionali, queste aziende ad alta crescita rappresentano oltre il 40% del valore totale dell'indice. L'S&P 500 di oggi è costruito attorno ad aziende di alta qualità e ad alta crescita che hanno generato solidi flussi di fatturato e utili rispetto alle aziende industriali più consolidate e a crescita più lenta che hanno dominato l'indice nei decenni passati. E, come sappiamo, le aziende ad alta crescita presentano in genere rapporti P/E superiori alla media.
Un'altra svolta in termini di valutazione si riscontra se si considera l'indice S&P 500 equal-weighted (SPW). Tutte le società hanno lo stesso peso in questo indice. Ricordiamo che l'S&P 500 è un indice ponderato in base alla capitalizzazione, quindi le società con valutazioni più elevate e mega-valutate hanno un'influenza maggiore sull'andamento dell'indice sottostante. Secondo i dati Bloomberg, il rapporto prezzo/utili dell'SPW si attesta ora su un livello molto più ragionevole, ovvero 18,9x. Ciò significa che ci sono aree del mercato con valutazioni più ragionevoli.
Quindi, come crediamo che gli investitori ribilancino la valutazione? Probabilmente prendendo profitto nei settori che sembrano sovraesposti, sottopesando per esempio il settore dei servizi di comunicazione, cercando angolazioni diverse e meno costose da cui sfruttare il trend dell'IA. Quindi, è probabile che tenderanno a favorire il settore dell'Information Technology per l'esposizione diretta all'IA, ma anche i settori industriale e dei servizi di pubblica utilità che costruiranno l'infrastruttura di IA e alimenteranno i data center.
Probabile inoltre che gli investitori esplorino altri settori per diversificare l'esposizione. Settori come quello finanziario, visto il calo atteso dei tassi a breve.
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