SS Lazio affonda dopo le accuse di plusvalenze

Ieri la sede della società è stata oggetto di perquisizioni da parte della Guardia di Finanza e potrebbe rischiare alcuni punti di penalizzazione in campionato, se non la retrocessione, nel caso dovesse essere giudicata colpevole.
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SS Lazio in rosso
Le indagini sulle plusvalenze raggiungono anche la SS Lazio e il titolo biancazzurro apre in forte calo a Piazza Affari.
Le azioni della società sportiva arrivano a cedere l’8% dopo pochi minuti dall’apertura, toccando un minimo di 1,04 euro, ai minimi da fine marzo.
Il forte calo azzera i guadagni ottenuti dal titolo SS Lazio da inizio gennaio, quando aveva aperto il 2023 a quota 1,03 euro.
Le indagini
Ieri i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di finanza di Roma hanno eseguito un provvedimento di perquisizione e contestuale sequestro probatorio presso gli uffici della società biancazzurra, oltre a quelli della Roma e della Salernitana.
Sotto accusa per la Lazio le operazioni di trasferimento di calciatori professioniste avvenute con la Salernitana, entrambe di proprietà di Claudio Lotito, nelle stagioni comprese tra il 2017/2018 e il 2020/2021.
Le indagini della Finanza sono state disposte con il fine di acquisire la documentazione contabile ed extracontabile attinente sia agli scambi tra Lazio e Salernitana, sia agli accordi tra la stessa società biancazzurra e i singoli calciatori, relativamente ai pagamenti eseguiti e alle modalità con le quali si è arrivati a fissare il prezzo ufficiale di vendita ed il valore dei calciatori ceduti.
I casi al centro delle accuse sono quelli relativi ai calciatori Sprocati, Casasola, Marino, Cicerelli, Novella, Morrone e Akpa Akpro, oggetto di compravendita tra Lazio e Salernitana
Tra gli indagati ci sono il presidente Lotito e il direttore sportivo del club, Igli Tare, a cui si aggiungono anche altri dirigenti quali Marco Moschini, Marco Cavaliere, Luciano Corradi, Angelo Marchetti e Angelo Fabiani.
Accuse e difesa
La società è accusata di reati di emissione di fatture per operazioni inesistenti e dichiarazione fraudolenta mediante fatturazione di operazioni inesistenti, oltre a reati di false comunicazioni sociali nei confronti di alcune persone, comunque da “ritenersi innocenti fino ad una condanna definitiva”.
La Lazio (e la Salernitana) avrebbe indicato “nelle dichiarazioni dei redditi annuali elementi passivi fittizi (costi gonfiati)”, si legge nel decreto di perquisizione, a cui si aggiunge l’accusa di aver fatto figurare nei bilanci societari i rispettivi valori di acquisto spropositati dei calciatori, “così falsando il valore del patrimonio della società sportiva”.
Subito arrivata la difesa da parte del management della SS Lazio, affermando di essere “una casa di cristallo nella quale i documenti sono a posto e a disposizione delle autorità”.
I rischi
Le accuse sono molto chiare, in quanto i dirigenti sono accusati di esporre “fatti materiali non rispondenti al vero e ne omettevano di rilevanti”, con il fine di “conseguire un ingiusto profitto”, mettendo in moto operazioni chiusi per importi “notevolmente maggiorati o non rispondenti al valore di mercato”, ovvero dando vita a plusvalenze.
Accuse legate agli articoli 4 (osservanza dei principi di lealtà) e 31 (violazioni in materia gestionale ed economica) del codice di giustizia sportiva.
Se il primo prevede ammende e penalizzazioni di uno o più punti per le società colpevoli, il secondo può portare anche la retrocessione.
Ipotesi premature per ora, ma il mercato sembra non voler correre rischi.
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