Stablecoin e il dominio del dollaro digitale

La crescita esplosiva delle stablecoin apre nuovi scenari per la finanza globale. Velocità, trasparenza e portata internazionale sono i pilastri di una valuta digitale che rafforza la centralità del dollaro USA e ridisegna le rotte della liquidità globale.
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Un’innovazione con radici nel passato
Nel secondo dopoguerra, gli eurodollari rappresentarono un’invenzione rivoluzionaria: depositi in dollari statunitensi detenuti “offshore” da attori internazionali desiderosi di aggirare i vincoli del sistema bancario americano. Oggi, le stablecoin ne raccolgono l’eredità, trasformando il concetto di riserva di valore in un’infrastruttura digitale decentralizzata, sempre attiva e accessibile a chiunque disponga di una connessione Internet. A differenza degli eurodollari, strumenti perlopiù appannaggio di investitori istituzionali, le stablecoin stanno democratizzando l’accesso al dollaro, rafforzandone il ruolo di valuta globale.
Secondo Jeffrey Cleveland, Chief Economist di Payden & Rygel, il valore di mercato delle stablecoin si sta avvicinando ai 250 miliardi di dollari, con volumi giornalieri di scambio superiori ai 24 miliardi. Si tratta di una crescita straordinaria, che avvicina questi strumenti ai livelli di Bitcoin e che ha già superato quelli di Ethereum. La figura sottostante mostra chiaramente la rapidità con cui le stablecoin si stanno imponendo come mezzo di pagamento digitale.
Dietro la stabilità un meccanismo sofisticato
Le stablecoin non sono tutte uguali, ma il 95% di esse è ancorato a valute fiat, principalmente al dollaro statunitense. Esempi di riferimento sono Tether (USDT) e USD Coin (USDC), entrambe impegnate a mantenere un rapporto di uno a uno tra i token emessi e le riserve in asset altamente liquidi, come T-bills, liquidità o strumenti del mercato monetario. In questo modo, gli emittenti di stablecoin sono diventati acquirenti significativi del debito pubblico americano, detenendo oltre 120 miliardi di dollari in Treasury, un dato che li colloca al diciassettesimo posto tra i principali investitori in titoli del Tesoro USA.
Cleveland sottolinea come questa architettura ibrida tra mondo cripto e finanza tradizionale ricordi il legame tra eurodollari e eurobond, un mercato oggi valutato in oltre 13.000 miliardi. Gli investitori in stablecoin sfruttano i rendimenti della finanza decentralizzata (DeFi) per ottenere spread superiori a quelli dei mercati convenzionali. Lo dimostra il divario tra tassi offerti dalla DeFi e il benchmark SOFR, evidenziato nella figura qui sotto.
Velocità e trasparenza al centro del nuovo ecosistema
Oltre alla stabilità, le stablecoin offrono velocità ed economicità nelle transazioni internazionali. Mentre la commissione media globale per le rimesse tradizionali si attesta al 6,35%, con le stablecoin si scende a un intervallo tra lo 0,5% e il 3%. Ma il vero punto di svolta è la tracciabilità: ogni pagamento su blockchain pubblica è visibile e verificabile da mittente, destinatario e autorità di vigilanza, un elemento chiave per garantire trasparenza e compliance normativa.
Il confronto con gli eurodollari rivela un ulteriore vantaggio: l’accessibilità universale. Se nel 2021 il 90% delle transazioni in stablecoin avveniva negli Stati Uniti, oggi l’utilizzo si è ampliato a Europa, Asia e Sudest Asiatico, sebbene il 99,5% delle operazioni resti ancorato a stablecoin denominate in dollari. Come mostra la figura sottostante, la diffusione globale è inarrestabile e rappresenta la naturale evoluzione del passaggio dai contanti ai pagamenti elettronici.
Il nuovo volto della moneta globale
Il successo delle stablecoin non è più solo una promessa. Il volume mensile delle transazioni ha superato i 100 miliardi di dollari, una soglia che ha oltrepassato persino quella dei pagamenti sulla rete Visa. Persino colossi come SpaceX le utilizzano per gestire trasferimenti internazionali, una conferma dell’integrazione di queste valute digitali nelle strategie di tesoreria aziendale.
Cleveland conclude che il ruolo delle stablecoin nel sistema finanziario globale potrebbe replicare quello svolto dagli eurodollari nella seconda metà del Novecento. Come questi ultimi consolidarono il dominio del dollaro nonostante i tentativi di limitarne l’influenza, così le stablecoin potrebbero offrirgli un nuovo vantaggio competitivo nel XXI secolo. La domanda cruciale, ora, è se le autorità politiche e regolatorie saranno disposte ad assecondare questa trasformazione o se tenteranno di arginarla.
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