Stati Uniti in guerra con l’Iran, borse in lieve ribasso

23/06/2025 06:30
Stati Uniti in guerra con l’Iran, borse in lieve ribasso

Future del Dax di Francoforte -0,5%. Gli Stati Uniti hanno messo in campo una potenza di fuoco da record: "Tutti i siti nucleari in Iran hanno subito danni monumentali, come mostrano le immagini satellitari. Annientamento e' un termine esatto”, ha scritto stanotte sui social il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Secondo fonti citate dal New York Times, ci sono segni che le milizie sostenute dall'Iran si stanno preparando ad attaccare le basi statunitensi in Iraq.

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Anche questa settimana inizia con gli eventi in Medio Oriente a indirizzare i mercati: a sorpresa, gli Stati Uniti hanno colpito l’Iran tra sabato e domenica. Il petrolio è arrivato a guadagnare il 5% al momento dell’annuncio del bombardamento, ma poi ha ripiegato, stamattina il WTI segna un rialzo del 2%75,3 dollari il barile. Non si è mosso l’oro.

Le borse dell’Europa dovrebbero aprire in ribasso: future del Dax di Francoforte -0,5%.

MARTELLO DI MEZZANOTTE

Gli Stati Uniti hanno messo in campo una potenza di fuoco da record: uno stormo di 125 aerei, tra caccia di ultima generazione, bombardieri stealth B-2, aerei da rifornimento, altri ancora per il tracciamento radar o le misure di disturbo elettromagnetico. La forza aerea, supportata dai sottomarini, ha colpito i siti nucleari iraniani anche con 2 bombe Gbu-57 Massive Ordinance Penetrator ad alta penetrazione. L'armata volante è arrivata sull’Iran dall’interno degli Stati Uniti, dopo 18 ore ininterrotte di volo e continui rifornimenti in quota.

"Tutti i siti nucleari in Iran hanno subito danni monumentali, come mostrano le immagini satellitari. Annientamento e' un termine esatto”, ha scritto stanotte sui social il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Nelle ore precedenti, alcuni media degli Stati Uniti avevano scritto che uno dei tre siti colpiti, quello di Fordow, sembra aver subito danni lievi.

La tensione resta alta e, secondo fonti citate dal New York Times, diversi funzionari militari e di intelligence americani avrebbero rilevato segni che le milizie sostenute dall'Iran si stanno preparando ad attaccare le basi statunitensi in Iraq.

Nella notte l'esercito israeliano ha dichiarato di aver effettuato degli attacchi contro "obiettivi militari" iraniani, tra cui siti di lancio e stoccaggio di missili (circa 20 jet da combattimento e oltre 30 munizioni) e allo stesso tempo sono stati intercettati alcuni missili iraniani da Israele e le sirene d'allarme sono risuonate a Tel Aviv, a Gerusalemme e in buona parte di Israele.

GUERRA E BORSE

L'Iran ha giurato che ci saranno "conseguenze eterne” e intanto gli aerei di Israele continuano a colpire. "Se il ciclo di ritorsioni continua, l'aumento della spesa fiscale degli Stati Uniti potrebbe portare a un aumento dei rendimenti dei Treasury e dei prezzi delle azioni statunitensi ", ha scritto in una nota Ataru Okumura, senior interest-rate strategist presso SMBC Nikko Securities Inc. In occasione del conflitto in Iraq nel 2003 e della Guerra del Golfo nel 1991, "le azioni statunitensi hanno registrato un'impennata quando l'effetto di stimolo della massiccia spesa bellica è diventato evidente o ci si aspettava che diventasse evidente".

Il ribasso potrebbe invece essere limitato, anche perché alcuni partecipanti al mercato si sono preparati a un peggioramento del conflitto. L’indice MSCI All Country World ha perso l'1,5% da quando Israele ha attaccato l'Iran il 13 giugno. I gestori di fondi hanno ridotto le loro partecipazioni in azioni, le azioni non sono più ipercomprate e la domanda di copertura è aumentata, il che significa secondo Okumura, che un profondo selloff è meno probabile a questi livelli.

STATI UNITI “INCENDIARI”, DICE LA CINA

L'azione militare Usa contro l'Iran, "in grave violazione degli scopi e dei principi della Carta dell'Onu e del diritto internazionale, non solo aumenta le tensioni in Medio Oriente, ma rischia anche di innescare una crisi più ampia". Il Global Times, il tabloid del Quotidiano del Popolo, la voce del Partito comunista cinese, critica duramente in un editoriale l'intervento americano del fine settimana pro Israele nel conflitto contro Teheran, osservando che "ciò che le bombe Usa hanno colpito è il fondamento dell'ordine di sicurezza internazionale. Attaccando gli impianti nucleari sotto la tutela dell'Aiea, Washington ha creato un pericoloso precedente”.

Data la loro natura unica, "i danni a tali siti potrebbero causare gravi perdite nucleari, con il potenziale rischio di disastri umanitari e gravi rischi per la sicurezza regionale. Utilizzando bombe 'bunker-buster' per "ottenere ciò che Israele non è riuscito a fare", gli Stati Uniti "hanno aumentato deliberatamente il livello di armamenti utilizzati, gettando benzina sul fuoco della guerra e spingendo il conflitto Iran-Israele sempre più verso uno stato incontrollabile", si legge nell’editoriale.

In Asia Pacifico. Indice Kospi di Suel -0,3%. L’Hang Seng di Hong è in rialzo dello 0,3%, il CSI 300 dei listini di Shanghai e Shemzhen è sulla parità. In calo dello 0,1% il Nikkei di Tokyo. Scende l’azionariato dell’India e dell’Australia.

Salgono le società della difesa e dei noli marittimi.

GUERRA DEI CHIP

La Casa Bianca ha avvertito i principali produttori globali di semiconduttori che intende revocare le esenzioni che hanno utilizzato per portare la tecnologia americana in Cina, ha scritto venerdì sera il Wall Street Journal.

Le aziende a cui è arrivato il monito, sono Samsung Electronics, SK Hynix, Taiwan Semiconductor Manufacturing. I tre colossi, più altri di minore stazza, beneficiano di esenzioni generali che consentono loro di spedire attrezzature per la produzione di chip americani alle loro fabbriche in Cina senza dover richiedere una licenza separata ogni volta. A metterle in guarda è stato Jeffrey Kessler, capo dell'unità del Dipartimento del Commercio incaricata dei controlli sulle esportazioni. Kessler ha descritto l'azione come parte della repressione dell'amministrazione Trump sulla tecnologia critica degli Stati Uniti che va in Cina. Se attuata, l'azione potrebbe essere dirompente sia diplomaticamente che economicamente.

DIFESA EUROPEA

Lo stallo provocato dal veto della Spagna è stato superato e si è trovata un'intesa alla Nato per i target di spesa al 5%. Lo hanno fatto sapere stanotte fonti dell’alleanza del Nord Atlantico. In particolare, il linguaggio del comunicato finale prevede, per la parte di spesa militare classica del 3,5%, la possibilità anche di centrare gli obiettivi di capacità assegnati dall’Alleanza, permettendo così a Madrid di siglare l’accordo. "La Spagna ha appena raggiunto un accordo con la Nato che ci consentirà di rispettare i nostri impegni con l’Alleanza Atlantica senza dover aumentare la nostra spesa per la difesa al 5% del prodotto interno lordo", ha dichiarato il premier Pedro Sanchez dal Palazzo della Moncloa, sede del governo.

TITOLI

Eni ha detto lunedì di aver siglato un accordo con i fondi Ares Management Alternative Credit per un valore di circa 2 miliardi di euro (2,30 miliardi di dollari) per la vendita di una quota del 20% della sua unità di vendita al dettaglio e rinnovabili Plenitude. L'operazione, per la quale Mediobanca ha agito come advisor finanziario di Eni, conferisce a Plenitude un equity value di 10 miliardi di euro, corrispondente a un enterprise value di oltre 12 miliardi di euro. La vendita di quote rientra nella strategia di lungo termine del gruppo energetico italiano di trovare partner per sviluppare congiuntamente le proprie attività.

L'AD Claudio Descalzi, in un'intervista a FT domenica, ha dichiarato che "è troppo presto" per dire se resterà alla guida della società, il cui Cda scade l'anno prossimo. "Siamo in una situazione molto volatile, non è facile cambiare leader molto spesso. Ma ovviamente un Ceo non può restare per sempre", ha aggiunto.

Stellantis. Il CEO Antonio Filosa assume incarico e annuncia la nuova squadra di manager.

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