Stellantis, brusca frenata con le incertezze sull’outlook

Il mercato si interroga su quanto impatteranno, soprattutto sul free cash flow, gli oneri attesi nel secondo semestre 2025 dalla casa automobilistica.
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Azioni Stellantis in frenata
Continua il calo di Stellantis nella prima parte della seduta odierna a Piazza Affari, arrivata dopo la diffusione dei conti trimestrali della società che hanno sparso incertezza relativamente alle previsioni per i prossimi mesi.
Il titolo della casa automobilistica cede quasi il 5% dopo due ore di contrattazioni, scendendo fino ad un minimo di 9,085 euro, portando così al 27% il loro calo complessivo nel corso del 2025.
Confermato l’outlook
Il calo odierno arriva nonostante la società abbia visto salire i ricavi per la prima volta dopo sette trimestri di ribassi e i dati siano stati in linea, se non superiori, alle attese.
A pesare sulla performance odierna del titolo è l'outlook per la seconda metà dell'anno. La società “ribadisce la propria guidance finanziaria per la seconda metà del 2025, che prevede un miglioramento dei ricavi netti, del margine Aoi (utile operativo adjusted) e del flusso di cassa industriale netto”. In particolare, i ricavi sono attesi in aumento rispetto al primo semestre, il margine Aoi è atteso “low single digit” e il free cash flow industriale è visto in miglioramento rispetto al primo semestre.
La società ha inoltre avviato una revisione del processo di stima delle garanzie, che si prevede comporterà modifiche di queste stime e degli oneri una tantum nel secondo semestre.
Sempre per quanto riguarda l'outlook, Stellantis ha fatto sapere che non si prevedono interruzioni o carenze nell'attuale scenario della catena di approvvigionamento, cosa che secondo gli osservatori non sembra tenere in conto il fatto che l'industria globale è alle prese con una crescente crisi di approvvigionamento di semiconduttori derivante dalle questioni legate alla guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina e che hanno travolto l'azienda olandese Nexperia.
L'azienda ha inoltre ridotto le previsioni di impatto dalle politiche tariffarie statunitensi in vigore al 30 ottobre a circa 1 miliardo per il 2025, rispetto a una precedente stima compresa tra 1 e 1,5 miliardi.
I dubbi degli analisti
In particolare, il mercato si interroga su quanto impatteranno, soprattutto sul free cash flow, gli oneri "attesi nel secondo semestre 2025 e che, una volta finalizzati, dovrebbero essere in gran parte esclusi dall'Aoi (utile operativo adjusted)".
"Il secondo semestre prevederà oneri non ricorrenti (non quantificati, ma che riteniamo possano essere rilevanti - comunque esclusi dall'adjusted Ebit e pensiamo in parte non-cash) sia per ristrutturazione che revisione del processo di stima delle garanzie", spiegano gli analisti di Equita, sottolineando che "la decisione non ci sorprende, anzi la ritenevamo probabile come spesso accade quando c’è un cambio di Ceo, e non escludiamo possa avere ripercussioni sul dividendo".
“Nessuna modifica alle vaghe previsioni di miglioramento sequenziale”, evidenziano da Jefferies, notando “la conferma di oneri all'Ebit rettificato e, cosa più preoccupante, modifiche ai calcoli delle garanzie”.
Inoltre, concludono da Jefferies, i ricavi, migliori dell’1% rispetto al consensus, sono stati influenzati dal tasso di cambio, grazie al rafforzamento dell’euro.
I numeri
Passando ai numeri, la casa automobilistica ha registrato un aumento del 13% dei ricavi nel terzo trimestre rispetto all'anno precedente, a 37,2 miliardi di euro, segnando la prima crescita della top-line dopo sette trimestri grazie principalmente alla buona performance in Nord America, Europa allargata, Medio Oriente e Africa, mentre il Sud America ha registrato una moderata flessione. Come abitudine per il terzo trimestre, la società non ha dato indicazioni sul risultato netto (nel secondo trimestre perdita netta 2,256 miliardi).
Le vendite globali nel trimestre sono cresciute del 4% rispetto all’anno precedente, con quelle negli Stati Uniti cresciute aumentate del 6% rispetto allo stesso periodo del 2024.
Come anticipato lo scorso 10 ottobre, le consegne consolidate sono arrivate a 1,3 milioni di unità, segnando un +13% rispetto all’anno precedente (+152 mila), delle quali +104 mila nel Nord America.
Infine, nei primi nove mesi dell’anno i ricavi sono scesi del 6% a 111,5 miliardi.
“Solida performance” secondo il management
Mentre Stellantis continua “a implementare importanti cambiamenti strategici per offrire ai nostri clienti una maggiore libertà di scelta, il terzo trimestre ha evidenziato progressi sequenziali positivi e una solida performance rispetto all’anno precedente, con il ritorno alla crescita dei ricavi”, spiega l’amministratore delegato di Stellantis, Antonio Filosa, sottolineando che “si tratta di un risultato incoraggiante e proseguiamo nel rafforzare questi progressi”.
La società, inoltre, sta “intraprendendo azioni decisive per allineare le risorse, i programmi e i piani di Stellantis per sostenere una crescita redditizia a lungo termine, compreso il nostro annuncio recente sull’investimento di 13 miliardi di dollari negli Stati Uniti”, ha aggiunto il manager.
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