Stellantis frena: vendite in calo a novembre in Europa

Dopo alcuni mesi di crescita, le immatricolazioni della casa automobilistica segnano il passo nonostante l’aumento registrato nei paesi europei, anche se il mercato resta molto indietro rispetto ai livelli pre-covid.
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Le vendite di Stellantis
Stellantis ferma la rincorsa dei mesi scorsi e le sue immatricolazioni tornano a frenare. I dati dell’associazione produttori europei di autoveicoli (Acea) indicano che la casa automobilistica italo-francese ha immatricolato 138.747 auto a novembre in Europa (UE+Efta+UK), segnando un calo del 2,7% rispetto allo stesso mese del 2024, con una quota di mercato in flessione al 12,9% dal 13,5% di un anno prima.
Nei primi 11 mesi dell'anno, invece, le immatricolazioni del gruppo sono state pari a 1.760.601, con una flessione del 4,5% su base tendenziale.
Tra i marchi del gruppo, a novembre, si segnala la performance del marchio Fiat (+16,1% nuove immatricolazioni) e Citroen (+13,7% nuove immatricolazioni).
Tra gennaio e novembre 2025 tutti i principali marchi hanno registrato performance negative su cui spicca il dato di Lancia (-65,8%) e Fiat (-13,1%).
A Piazza Affari, intanto, le azioni Stellantis aprono la seduta di slancio, guadagnando l’1%, tra le migliori del Ftse Mib di oggi, salendo fino a 9,579 euro.
I dati del mercato
Il calo delle vendite di Stellantis risulta controcorrente rispetto all’andamento di quelle in Europa, dove il mese scorso è stato registrato un aumento del 2,4% su anno, a 1.079.563 veicoli, sempre secondo le elaborazioni di Acea.
A sostenere questi numeri sono state le performance registrate in Spagna (+12,9%) e Germania (+2,5%), mentre in Francia il risultato è stato leggermente negativo (-0,3%) e il dato è rimasto invariato in Italia.
Le immatricolazioni di auto con batterie elettriche, sempre nell'area Eu+Efta+Uk, sono salite a novembre del 37,3% a 253.768 unità.
Sotto il livello pre-pandemia
Considerando i primi cinque mercati dell’Europa Occidentale, nel periodo gennaio-novembre, come evidenzia il Centro Studi Promotor, la situazione peggiore è quella della Francia, rimasta sotto il livello ante-pandemia del 27,2%, mentre la Germania perde il 21,4%, l’Italia il 20,2%.
Meglio il posizionamento del Regno Unito che registra un calo rispetto al 2019 del 13,3%, accanto alla Spagna che rispetto al livello ante-pandemia nei primi undici mesi dell’anno è in calo del 9,3%.
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