Stellantis, futuro incerto per Maserati

La casa automobilistica continua a valutare il futuro di Maserati a causa degli scarsi risultati finanziari del marchio e dei dazi imposti sul settore da parte dell’amministrazione USA di Donald Trump.
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Stellantis valuta il futuro di Maserati
Un’ipotesi ancora non abbandonata. Il Corriere della Sera ha riportato nel fine settimana che Stellantis starebbe ancora valutando la vendita di Maserati, viste le difficoltà del brand e i conseguenti dubbi sulla sua capacità di recupero.
Già ai primi di aprile Bloomberg riportava che il gruppo italo-francese aveva assunto McKinsey&Co per valutare le opzioni strategiche su Maserati e Alfa Romeo, analizzando le possibilità di acquisto da parte di altri costruttori che potrebbero essere interessati al marchio del Tridente. Sul tavolo, secondo le fonti del quotidiano statunitense, nel lungo periodo ci sarebbe anche lo spin-off di Maserati.
Esclusa l’ipotesi Cina: le stesse fonti hanno riportato che il Presidente John Elkann non avrebbe intenzione di vendere i marchi alla concorrenza cinese.
"A McKinsey è stato chiesto di fornire le sue considerazioni in merito ai dazi statunitensi recentemente annunciati per Alfa Romeo e Maserati", dichiarava un portavoce, rifiutandosi di rilasciare ulteriori commenti e di rispondere alle richieste di Bloomberg di commentare l’indiscrezione.
Le cause
A spingere il management di Stellantis a valutare il futuro di Maserati ci sarebbe anche la pressione dovuta all’escalation della guerra commerciale scatenata da Donald Trump, visto anche che circa il 35-40% dei clienti del marchio di auto di lusso si trova negli Stati Uniti, secondo quanto spiegato ai giornalisti dall'amministratore delegato di Maserati, Santo Ficili.
Anche Elkann ha avvisato che i dazi di Trump potrebbero pesare sulla produzione automobilistica: ogni Maserati e Alfa Romeo venduta nel Paese deve essere importata, poiché i marchi non hanno stabilimenti al di fuori dell'Europa, mentre il manager ha in programma di trasferire la produzione di Maserati in uno degli stabilimenti automobilistici italiani meno utilizzati, nell'ambito degli sforzi per ricucire i rapporti con Roma.
A queste considerazioni si aggiunge l’impatto negativo di Maserati sul bilancio del gruppo: il marchio ha registrato una perdita operativa rettificata di 260 milioni di euro lo scorso anno, dopo che le vendite di veicoli sono crollate di oltre la metà.
Analisti negativi
Valutazione negativa dagli analisti di WebSim Intermonte: “Non abbiamo una valutazione specifica per Maserati, non vediamo chance di M&A accretive sull’asset date le condizioni attuali”.
Secondo la sim, “considerate perdite attese di circa 250 milioni e una valutazione di circa 2 volte l’EV/EBIT per il gruppo, la nostra valutazione assume un valore negativo per l’asset di circa 0,17 euro”.
A Piazza Affari, intanto, le azioni Stellantis scambiano a 8,33, in crescita dell’1,60%, mentre il FTSE MIB resta positivo (+0,50%) dopo due ore di contrattazioni.
Corsa a due per il ruolo di ad
Mentre si avvicina la data del 30 aprile quando saranno esaminati i conti del primo trimestre 2025 di Stellantis, continua la ricerca del nuovo amministratore delegato che, come ha confermato il presidente John Elkann in occasione dell'assemblea degli azionisti, arriverà entro giugno.
La rosa per la scelta del successore di Carlos Tavares sembra essere sempre più ristretta e orientata verso una soluzione interna.
Secondo quanto riportato dall’agenzia Ansa, i più quotati sono due nomi di manager del gruppo: il napoletano Antonio Filosa, cinquantenne, oggi alla guida delle Americhe e responsabile globale della qualità, e Maxime Picat, responsabile acquisti del gruppo, con l'italiano che sembra avere sempre più chance.
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