Stellantis: i conti zavorrano il titolo, Filosa riuscirà a riaccendere il sentiment?

Stellantis segna il settimo trimestre consecutivo di calo su base annua, con una semestrale che mette a nudo un crollo di redditività, margini ai minimi e perdite nette. Il primo bilancio firmato Antonio Filosa non offre scudi comunicativi ma numeri nudi, che riflettono una crisi strutturale nei mercati chiave. Tra Nord America ed Europa, si assiste a una contrazione che rimescola il peso geografico del gruppo. Mentre il sentiment resta debole, il mercato attende il 29 luglio per capire se la nuova guida saprà riaccendere le aspettative.
Indice dei contenuti
Una semestrale senza filtri che segna un punto di rottura
I numeri diffusi da Stellantis nella giornata di ieri hanno lasciato poco spazio all’interpretazione: ricavi semestrali in calo del 13%, AOI crollato del 94% e una perdita netta di €2,3 miliardi. La società ha registrato un Adjusted Operating Income (AOI) di soli €0,5 miliardi, a fronte degli €8,5 miliardi del primo semestre 2024, con un margine operativo sceso allo 0,7%, contro il 10% precedente. Il free cash flow industriale negativo per €3 miliardi aggrava ulteriormente il quadro, dieci volte peggiore rispetto ai -€392 milioni dello stesso periodo dello scorso anno.
Come osserva Gabriel Debach, market analyst di eToro, non c’è alcuna metrica “adjusted” a tentare di attenuare l’impatto. L’approccio adottato da Antonio Filosa, alla sua prima prova da CEO, è radicalmente diverso da quello del predecessore Carlos Tavares: niente narrazioni difensive, ma un’esposizione chiara e diretta della realtà.
Le cause? Secondo Stellantis, la responsabilità è da attribuire a volumi più bassi del previsto, costi industriali in aumento, effetti cambi avversi da Turchia e Brasile e impatti daziari per circa €330 milioni. L’intera comunicazione sembra voler preparare il terreno in vista della conference call del 29 luglio, disinnescando preventivamente le sorprese.
Nord America, il crollo del mercato chiave
Nel primo trimestre 2025, alcuni segnali di ripresa avevano fatto ben sperare. Ma già allora il Nord America mostrava segni evidenti di affanno, con ricavi in calo del 25%, margini sotto pressione e una flessione del ricavo medio per veicolo. Oggi, come spiega Debach, la situazione si aggrava: la quota del Nord America nelle consegne globali scende dal 29,2% al 24,3%, confermando una perdita di centralità.
Nella regione, la frattura è strutturale: il segmento delle flotte, in particolare quello dei pick-up commerciali, mostra un crollo che Stellantis tenta di arginare con il rilancio del motore V8 e l’introduzione della versione Express per l’entry level. Jeep e Ram, pur in crescita rispetto al trimestre precedente, non riescono a colmare il vuoto. Il ritorno alla competitività è ancora lontano.
La stessa trasparenza adottata da Filosa si riflette nei conti: oneri straordinari per €3,3 miliardi messi in chiaro, senza tentativi di diluizione. Non bastano i tagli agli investimenti né le azioni correttive già in atto, perché l’AOI troppo debole non copre più ricerca e sviluppo né CapEx. E anche il CFO è netto: la ripresa di cassa è rimandata al secondo semestre, senza garanzie.
Europa ferma, ma non salva
Nel vecchio continente, le consegne proseguono la loro discesa, in un contesto già scosso dal recente warning di Renault. Eppure, la quota europea resta ferma al 48%: una stabilità apparente. In realtà, i nuovi modelli faticano ad accelerare, con ramp-up più lenti del previsto, mentre il mercato dei veicoli commerciali leggeri (LCV), uno dei più redditizi per Stellantis, crolla del 13% da inizio anno. Un segmento su cui il gruppo ha storicamente contato per margini e leadership, oggi diventato un peso.
Come sottolinea eToro, il secondo trimestre segna un passaggio critico: le crepe del primo trimestre si trasformano in fratture strutturali. L’impatto dei dazi statunitensi non è più un rischio futuro, ma una voce a bilancio, e gli effetti si aggraveranno nella seconda metà dell’anno. Le misure di mitigazione dei prezzi, finora limitate, verranno rafforzate nei mesi a venire, con impatti ancora da misurare.
L’equilibrio geografico si sposta
Mentre Europa e Nord America, che ancora rappresentano il 72% delle spedizioni (in calo rispetto al 78% dello scorso anno), mostrano evidenti segni di cedimento, emergono nuove aree di resilienza. Come spiega Debach, Medio Oriente, Africa e America Latina sono oggi le uniche regioni con consegne in crescita, contribuendo a riequilibrare parzialmente la performance globale.
La Cina rimane un mercato marginale, mentre Maserati (marchio di lusso del gruppo) appare più come un peso che un’opportunità. In questo scenario, la comunicazione di Filosa assume un tono più umile e concreto, distante dalla strategia visionaria di Tavares: non promette svolte, ma correzioni operative, concentrate su prezzi, mix, relazioni distributive e incentivi. L’obiettivo è chiaro: ripristinare aspettative credibili.
Il contesto richiede azione immediata. La sfida non è più strategica ma esecutiva. E il primo semestre 2025 è un crudo atto di verità. I numeri sono serviti. Ora, tocca al management.
Il mercato giudica
La reazione del mercato è emblematica: il titolo ha aperto in calo, poi rimbalza, chiudendo in positivo con un +1,54%, tra i migliori del comparto auto. Ma è un recupero tecnico, privo di slancio strutturale. Oggi le vendite tornano a prevalere, con il titolo che cede oltre il 2,5%, segno che il sentiment resta fragile.
I numeri, del resto, non lasciano spazio all’ottimismo: da inizio anno Stellantis perde il 36% a Piazza Affari, con un drawdown complessivo oltre il 66% e un calo dell’incidenza sul listino principale dal 5,2% di dicembre al 3,19% di fine giugno.
Il mercato chiede segnali forti. Ma per ora, presenta il conto. Resta da capire se la conference call del 29 luglio sarà sufficiente a invertire il clima, oppure se le preoccupazioni legate a tagli del dividendo, incertezze industriali e volatilità commerciale continueranno a pesare sulla fiducia degli investitori.
La Finestra sui Mercati
Tutte le mattine la newsletter con le idee di investimento!
