Stellantis nella nebbia: molto meglio investire in Ferrari

Stessa proprietà, stesso presidente (John Elkann), ma ben altre prospettive. La Casa di Maranello è poco disturbata dal rallentamento della Cina e ha performance migliori di tutto il settore del lusso. Il nuovo modello F80 dovrebbe dare un forte contributo alla crescita degli utili.

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Ferrari ha schivato la crisi dell’auto e la crisi del lusso

Dopo la caduta di lunedì 2 dicembre (-6,3%), le azioni Stellantis valgono il 43% in meno del loro prezzo all’inizio del 2024. Nella testa degli investitori suona il campanello: è un’occasione? Bisogna dire che non è un suono squillante, convincente, perché il quarto gruppo mondiale dell’auto sembra impantanato in uno scenario nebbioso che potrebbe durare ancora a lungo. Non solo perché la ricerca del nuovo Ceo potrebbe essere lunga e difficile, ma soprattutto perché il quadro del mercato si tinge ogni giorno di colori più scuri, soprattutto in Europa, dove tutti i costruttori stanno soffrendo per il calo della domanda e la concorrenza dei produttori asiatici.

Allora, se si vuole investire nell’auto italiana continuando ad avere come compagno di avventura Exor, perché non puntare su Ferrari? Le azioni della Casa di Maranello sono in rialzo del 37% dall’inizio dell’anno, un’ottima performance, soprattutto se paragonata ad altri campioni mondiali del lusso, come LVMH (-15% dall’inizio dell’anno) o Kering (-43%). Anche Mercedes, simbolo dell’auto di lusso tedesca, è in affanno con l’azione in calo del 17% dall’inizio del 2024. Tutti e tre, LVMH, Kering e Mercedes stanno soffrendo per la frenata delle vendite in Cina. Non è così per Ferrari, che ha un’esposizione limitata all’incerta economia cinese.

Cina, Taiwan e Hong Kong rappresentano solo l’8% delle vendite

Come ha spiegato il direttore marketing e commerciale Enrico Galliera in una recente intervista a Barron’s, il successo della Ferrari inizia dal luogo in cui vende le auto. Cina, Taiwan e Hong Kong hanno rappresentato solo l'8% delle consegne di Ferrari nei primi nove mesi del 2024, mentre per Mercedes la percentuale è stata del 35%. Ciò significa che, anche se le spedizioni di Ferrari in Cina sono diminuite del 22% quest'anno, la crescita nelle altre regioni ha portato a un aumento degli utili.

Le ragioni di questa sottoesposizione sono molteplici. La Ferrari ritiene che gli aspiranti acquirenti in Cina abbiano ancora bisogno di “più tempo per conoscere e familiarizzare con il nostro marchio”, ha spiegato Galliera, sottolineando anche che è difficile confrontare la Cina con altri mercati, dato l'alto livello di tassazione sui beni di lusso. Nel 2016 Pechino ha introdotto un'imposta del 10% sulle supercar e in ottobre il ministero del Commercio ha dichiarato che stava valutando di aumentare le tariffe su alcuni veicoli importati.

Multipli elevati, ma crescita costante degli utili

Ridimensionato il rischio-Cina, per l’investitore resta da superare l’ostacolo dell’alta valutazione di Ferrari, che al prezzo odierno di 421 euro capitalizza 75 miliardi di euro (più del doppio di Stellantis), pari a 46 volte gli utili stimati per il 2025. Questo multiplo così elevato è giustificato dalla crescita costante e sicura degli utili, che fra l’altro aumentano a una velocità superiore a quella dei ricavi.

Il consensus degli analisti indica per il 2024 un fatturato di 6,6 miliardi di euro (+11,8% sul 2023) e si aspetta che nel 2025 raggiunga i 7,1 miliardi (+7,5%). Quanto all’utile, il 2024 dovrebbe chiudersi con un risultato di 1,4 miliardi (+16,6% sul 2023) e una previsione di 1,59 miliardi per il 2025 (+14%).

La nuova F80 contribuirà al 20% degli utili

Secondo Barron’s, l'ultima vettura dell'azienda di Maranello, la F80 dal costo a listino di 3,8 milioni di dollari, è destinata a fornire un significativo incremento degli utili e potrebbe dare un’ulteriore spinta alle azioni Ferrari.

Fedele alla filosofia del fondatore Enzo Ferrari (“Dobbiamo consegnare sempre un'auto in meno rispetto a quanto richiesto dal mercato”, diceva il Drake), la Ferrari ha già evaso gli ordini per tutte le 799 vetture F80 e inizierà a spedirle alla fine del prossimo anno, quando le vendite del modello da quasi 4 milioni di dollari cominceranno a contribuire agli utili.

L’analista Anthony Dick, che si occupa del settore automobilistico per la banca privata Oddo Bhf, ha detto a Barron's che i margini della F80 saranno probabilmente così elevati che potrebbe rappresentare il 2% delle unità vendute ma il 20% del totale degli utili.

La forte domanda per la supercar dimostra che Ferrari ha il “potere di determinazione dei prezzi migliore della categoria”, grazie al prestigio del marchio, alla sua base di clienti fedeli, e indica che continuerà a evitare il rallentamento che affligge altri produttori di auto e di beni di lusso. Dopo la presentazione della F80, Oddo Bhf ha confermato la raccomandazione Buy e ha alzato il suo obiettivo di prezzo sulle azioni quotate in Italia a 475 euro da 445 euro.

Il dividendo di Ferrari diventa prezioso per un’assetata Exor

Su 14 analisti che coprono il titolo, 10 raccomandano di comprare azioni Ferrari e tre hanno un giudizio neutrale. La media dei target price è 471 euro (+13% sul prezzo attuale).

In comune con Stellantis, Ferrari ha il presidente, John Elkann. Exor, la finanziaria della famiglia Agnelli Elkann, è il principale azionista di entrambe le società, con il 15% in Stellantis e con il 23% in Ferrari. Nel 2024 Ferrari dovrebbe pagare un dividendo di 2,9 euro per azione (yield dello 0,7%), che dovrebbe portare nelle casse di Exor 128,7 milioni di euro. Un flusso importante per John Elkann e parenti, che quest’anno avranno dividendi più che dimezzati da Stellantis: secondo il consensus degli azionisti la cedola del gruppo dovrebbe scendere a 0,66 euro da 1,55 euro del 2023. Per Exor vorrà dire incassare 296 milioni invece dei 670 milioni dell’anno precedente.

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