Stellantis, scatta il maxi sciopero negli USA: l’impatto secondo gli analisti

Scatta oggi lo sciopero organizzato dal sindacato United Auto Worker (UAW) che coinvolge i lavoratori delle tre grandi case automobilistiche statunitensi, Stellantis, General Motors e Ford.

Lo stop dal lavoro nella città di Detroit rappresenta la più ambiziosa azione sindacale nel paese negli ultimi decenni e sono coinvolte le produzioni di alcuni dei veicoli più importanti delle tre società: la Ford Bronco, la Jeep Wrangler e il pick-up Chevrolet Colorado, oltre ad altri modelli più diffusi.

Gli scioperi coinvolgono 12.700 lavoratori e arrivano dopo settimane di trattative tra il sindacato guidato dal presidente dell’UAW, Shawn Fain, e i rappresentanti delle società, terminato con una fumata nera.

“Per la prima volta nella nostra storia sciopereremo contro tutte e tre le Big Three”, dichiarava Fain, per poi aggiungere che per il momento si asterranno dagli scioperi più costosi, anche se “tutte le opzioni sono aperte se non si concordano nuovi contratti”, la cui scadenza senza l’accordo per il rinnovo ha fatto scattare gli scioperi.

Il sindacato aveva richiesto un aumento del 40% dei salari e le aziende hanno risposto con un’offerta fino al 20%, ma senza i benefit richiesti dai rappresentanti dei lavoratori. Oltre agli aumenti salariali, tra le richieste ci sono la riduzione dell’orario di lavoro da 40 a 32 ore settimanali a parità di stipendio e l’aumento dei benefit pensionistici.

Il sindacato sembra in grado di sostenere uno sciopero a tutto campo in tutti gli stabilimenti per un massimo di due mesi, garantendo allo stesso tempo ai suoi membri 500 dollari a settimana come retribuzione di sciopero.

“Siamo estremamente delusi dal rifiuto della leadership dell'UAW di impegnarsi in modo responsabile per raggiungere un accordo equo nell'interesse dei nostri dipendenti, delle loro famiglie e dei nostri clienti”, dichiaravano da Stellantis, aggiungendo di aver “messo l'azienda in modalità di emergenza e prenderemo tutte le decisioni strutturali appropriate per proteggere le nostre attività nordamericane e l'azienda”.

“Alcune stime suggeriscono che le richieste totali potrebbero quasi raddoppiare il costo orario dagli attuali 55 a circa 100 dollari”, spiegano da WebSim Intermonte, aggiungendo che “il costo del lavoro equivale a circa il 10% del fatturato, mentre i lavoratori nordamericani costituiscono circa il 30% del totale”.

Per quanto riguarda il gruppo Stellantis, dalla sim prevedono “una riduzione del margine di 0,9 punti nel 2024” e un “impatto giornaliero dello sciopero in 130 milioni di euro”.

Stellantis ha più di 90 giorni di scorte di Jeep e, secondo i dati di Cox Automotive, sta costruendo SUV e veicoli pesanti in regime straordinario“. Per lo stabilimento di Toledo l'impatto dovrebbe essere relativamente minore, almeno al momento (Toledo dovrebbe rappresentare circa il 20% del volume di produzione statunitense e circa il 4% in termini di gruppo)”, concludono da WebSim, mantenendo il giudizio ‘neutrale’ sul titolo Stellantis, con target price di 18,60 euro rispetto ai 17,40 euro di questa mattina (-1%).