Stellantis scommette sull’energia geotermica


La casa automobilistica ha firmato un accordo con Vulcan alimentare un impianto in Germania tramite energia geotermica rinnovabile, proseguendo così nella sua strategia ‘zero emissioni”, da raggiungere entro il 2038.


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Accordo tra Stellantis e Vulcan

Stellantis prosegue sulla via della trasformazione energetica e firma un accordo con Vulcan Energy Resources per il suo primo potenziale utilizzo dell’energia geotermica rinnovabile per un suo impianto industriale.

L’accordo tra Stellantis e Vulcan annunciato questa mattina, in particolare, è relativo alla prima parte di un piano multifase finalizzato allo sviluppo di nuovi progetti geotermici per ‘decarbonizzare’ il mix di energie del sito industriale della casa automobilistica italo-francese nella città di Rüsselsheim (Germania), nel quale vengono prodotte le vetture DS4 e Opel Astra, coprendo così una parte significativa del fabbisogno annuale dell’impianto a partire dal 2025, secondo quanto ipotizzano le società nel comunicato.

Il progetto prevede due fasi: la prima si svolgerà nell’estremità nord dell’area di Vulcan nell’Alta Valle del Reno e comprenderà uno studio di pre-fattibilità per la costituzione di impianti geotermici per il sito di Stellantis, mentre, in caso di esito positivo, la seconda parte avrà come oggetto principale alcuni interventi di trivellazione e attività di studio e sviluppo più avanzate.

Per quanto riguarda i finanziamenti, Stellantis punta a reperire il 50% del fabbisogno finanziario nel corso dello sviluppo del progetto, mentre anche il governo locale sta sostenendo questi piani.

La strategia zero emissioni

Le due società mirano alla produzione di energia elettrica pulita da fornire alla rete per il consumo sia interno che esterno, rispettando così la legislazione tedesca sulle energie rinnovabili (EEG), producendo così anche calore da trasferire allo stesso impianto produttivo di Stellantis.

Questo progetto rientra negli obiettivi della casa automobilistica di raggiungere il traguardo ‘zero emissioni’ entro il 2038, con una riduzione del 50% prima del 2030, diventando così il punto di riferimento del settore nella lotta al cambiamento climatico.

“Questa partnership con Vulcan rafforza il nostro impegno a promuovere soluzioni per l’energia pulita in tutta la nostra azienda” e “rappresenta una delle numerose iniziative che abbiamo intrapreso per raggiungere risultati, impatti e sostenibilità in linea con il nostro piano strategico Dare Forward 2030”, spiega nella nota Carlos Tavares, CEO di Stellantis.

La partnership con Vulcan

Vulcan è una società internazionale che punta a diventare il primo produttore al litio al mondo in grado di azzerare le emissioni nette di gas serra e con il suo progetto ‘Zero Carbon Lithium™’ intende produrre idrossido di litio per batterie, combinando una fonte di energia geotermica e un giacimento di litio in Germania, il più grande in Europa.

“La missione principale di Vulcan è la decarbonizzazione, attraverso la fornitura di energia rinnovabile e di litio ricavato senza l’uso di combustibili fossili e senza emissioni di anidride carbonica”, sottolinea Francis Wedin, Amministratore Delegato e CEO di Vulcan.

Il progetto da realizzare, conclude Wedin, “rappresenta un’opportunità complementare per espandere la nostra filiera di sviluppo ad alcune delle aree esterne nell’Alta Valle del Reno con il sostegno di partner industriali come Stellantis”.

Focus di Equita Sim

Il titolo Stellantis, intanto, apriva la seduta odierna in leggero rialzo (massimo 14,37 euro), per poi virare improvvisamente in negativo e cedere oltre l’1% (minimo 14,12 euro), mentre da inizio anno sta guadagnando il 4%.

Gli analisti di Equita Sim confermano la raccomandazione ‘buy’ sul titolo, con prezzo obiettivo a 19 euro, e analizzano gli effetti sulla società derivanti dal taglio dei prezzi tra il 5% e il 20% in Europa e USA annunciato in questi giorni da parte di Tesla.

La riduzione permette ai modelli USA più economici di “usufruire degli incentivi fiscali partiti a gennaio riservati alle auto con prezzi inferiori a 55.000 dollari”, sottolineano dalla sim.

La notizia del taglio dei prezzi “non sorprende” Equita, considerato quanto già annunciato in Cina, “non solo da Tesla” e, pur “ritenendo che si tratti di una mossa difensiva causata dalla crescente competizione dei produttori auto tradizionali che hanno offerte a prezzi inferiori a quelli di Tesla (che per anni ha beneficiato della posizione di leader essendo first mover), sono inevitabili ripercussioni sul mercato delle auto elettriche, inducendo i concorrenti a manovre commerciali simili” e “crediamo che gli effetti di tale mossa siano solo in parte assorbibili dall’aumento dei volumi e dai conseguenti benefici delle economie di scala”.

I modelli di Tesla, comunque, “non sono tutti in diretta concorrenza con quelli elettrici venduti da Stellantis e mediamente hanno un prezzo superiore, ma crediamo si possa ridurre lo spazio di manovra per nuove iniziative commerciali”.

Gli analisti della sim stimano “che i modelli BEV per Stellantis rappresentino il 5% dei volumi 2022 (10% includendo le ibride) destinati a crescere col lancio dei nuovi modelli” e nelle loro stime 2023 per la società includono “già un peggioramento del net pricing nell’adjusted Ebit di gruppo”.

Comunque, per Equita i multipli bassi del titolo scontano “già questo newsflow sia in valore assoluto, sia in termini relativi (circa il 40% di sconto rispetto alla media delle altre case automobilistiche europee), ignorando che Stellantis è l’unica che beneficia di sinergie da fusione che non sono esaurite”.

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