Sterlina di nuovo giù: Londra farebbe meglio ad ascoltare Deutsche Bank


All’inizio di settembre la banca tedesca aveva avvertito del rischio di crisi per la valuta britannica, ma il suo report era stato aspramente criticato da Barclays.


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La premier Liz Truss non cambia rotta

Nuova discesa stamattina della sterlina inglese che perde parte del terreno che aveva recuperato ieri. Il movimento è stato innescato dalla notizia, riportata da Bloomberg, che il ministero del Tesoro britannico non ha chiesto al suo organo di controllo fiscale (Office for Budget Responsibility) di accelerare le previsioni economiche. Il significato della notizia è chiaro: il governo di Londra non ha intenzione di fare marcia indietro sulla sua strategia economica, che da quando è stata annunciata ha acceso l’allarme sui mercati.

In un mese la sterlina ha perso il 4,3% sul dollaro

La sterlina è in calo dello 0,2% a circa 1,11 dollari. Ieri la valuta britannica aveva fatto un balzo di quasi il 2% sul dollaro in seguito alle indiscrezioni secondo le quali la primo ministro Liz Truss era pronta a ridiscutere le sue scelte di politica economica, e in particolare i tagli alle tasse per le fasce più ricche della popolazione. Questi tagli nel piano del governo saranno finanziati con nuovo deficit pubblico.

Sui livelli attuali, la sterlina si appresta a chiudere settembre con un bilancio molto pesante: in un mese la valuta ha perso il 2,5% nei confronti dell’euro e il 4,3% nei confronti del dollaro.

Deutsche Bank aveva visto il pericolo

Eppure c’è chi l’aveva detto, e come tutti coloro che prevedono sciagure si è visto attaccare duramente. All’inizio di settembre il team di ricerca della Deutsche Bank aveva pubblicato un report in cui affermava che il Regno Unito stava rischiando una crisi della bilancia dei pagamenti a causa delle sue pessime dinamiche economiche, con forti rischi per le quotazioni della sterlina.

La polemica con Barclays

Colpita nell’orgoglio nazionale, pochi giorni dopo la britannica Barclays ha polemizzato con la banca tedesca accusandola di diffondere la “favola della crisi”.  Il Financial Times aveva riportato il confronto fra gli uffici studi delle due banche. Secondo Barclays, non c’era motivo per parlare di una specificità britannica: “L'Europa e il Regno Unito sono colpiti in proporzione dallo stesso shock esterno: un'impennata dei prezzi dell'energia che deteriora sostanzialmente le loro ragioni di scambio”. Quindi, aggiungeva la banca inglese, non c’è dubbio che il rincaro dell’energia farà soffrire la Gran Bretagna, ma nella stessa misura soffrirà la Germania, perché entrambe le banche centrali, la Bce e la Bank of England, aumenteranno i tassi per frenare l’inflazione. E siccome la Bce sarà più aggressiva, non sarà certo la sterlina a perdere terreno.

Peccato che poi è arrivata la fantasia della nuova premier a scompaginare anche i più solidi ragionamenti.

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