Stop di Trump al pacchetto di stimoli fiscali da oltre 2 mila miliardi. Giù Wall Street.

Trump ferma i negoziati per il pacchetto di stimoli fiscali da 2,2 mila miliardi di dollari, appena poche ore dopo la forte richiesta di Jerome Powell, il numero uno della Fed, di approvare il pacchetto di stimoli.

Basta, la palla è mia e la porto via. E’ la minaccia che da bambini si sentiva dire se il proprietario del pallone non vinceva o non gli davano i compagni di squadra che voleva, allora minacciava di abbandonare il campo, andare via col pallone e lasciare tutti a bocca asciutta.

“Ho dato istruzioni ai miei rappresentanti di fermare le negoziazioni fino appena dopo le elezioni. Immediatamente dopo la mia vittoria, approveremo il più alto pacchetto di Stimoli che si focalizzerà ad aiutare i lavoratori americani e le piccole imprese”, ha dichiarato il presidente Usa.

Senza stimoli l’economia americana rischia di diventare come un malato di Covid 19, gli manca l’aria (Ogni riferimento a fatti e persone è da ritenersi puramente casuale). Il mercato lo sa bene e la reazione di Wall Street è stata immediata.

La presidente della Camera, Nancy Pelocy ha risposto che il pensiero di Trump potrebbe essere influenzato dagli steroidi a cui è stato portato curare la sua infezione da coronavirus.

Il pacchetto di stimoli avrebbe aiutato le compagni aeree evitando massicci licenziamenti. Delta Airlines perde il 2,97%. Boeing il 6,78%, American Airlines -4,5%, United Airlines -3,65%. Male anche  i big tech: Apple, Amazon e Twitter registrano cali intorno il 3%.

Il mercato perde terreno ma in maniera controllata gli investitori sono abituati alle sparate da campagna di Trump, le sue parole sono da prendere con le pinze, certo che avere “un pessimo perdente” non aiuta. Volatilità in rialzo.

Occasione di acquisto tramite i certificate, la crescita della volatilità aumenta il rendimento implicito.