Stretta fra AI e antitrust, Alphabet è terribilmente sottovalutata

E’ il titolo più a buon mercato fra i Magnifici Sette della tecnologia Usa. Con una dettagliata analisi, Barron’s afferma che si tratta di una penalizzazione non giustificata. Sulla base della somma delle parti, dovrebbe valere 260 dollari per azione. Trump contrario alla vendita di Chrome.

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Vale solo 19 volte gli utili del 2025, meno della media dell’S&P 500

Al prezzo attuale di 167,65 dollari, Alphabet, la casa made di Google, vale soltanto 19 volte gli utili previsti per il 2025 ed è il titolo più a buon mercato fra i Magnifici Sette della tecnologia americana. Il rapporto prezzo/utili è addirittura più basso della media dell’indice S&P500 ed esprime tutta la preoccupazione di Wall Street per la richiesta del Dipartimento della Giustizia degli Stati Uniti di obbligare la società di Mountain View a cedere il controllo di Chrome, il browser più usato al mondo.

E non è l’unica preoccupazione degli azionisti di Alphabet, che con lo sviluppo dell’AI vedono sempre più a rischio il fantastico business del “search”, la pubblicità legata alle attività di ricerca di Google.

Barron’s, l’autorevole settimanale della finanza Usa, ha dedicato al caso Alphabet un lungo articolo di approfondimento e la conclusione è che la società è più che all'altezza del compito di difendersi su entrambi i fronti, per cui l’attuale debolezza della quotazione rappresenta un’ottima occasione per comprare le azioni.

GOOGLE, LA MENO CARA FRA I COLOSSI TECH USA

In sintesi, le osservazioni di Barron’s si possono riassumere così: anche per Google l'AI generativa rappresenta un’occasione per aggiungere nuovi ricavi e l’azienda è fra i protagonisti di questa nuova tecnologia con Gemini, il suo strumento di AI che compete con ChatGPT. Inoltre, anche se il modo con cui le persone trovano le informazioni in rete cambierà, l'attività dei motori di ricerca rimane dominante e continuerà a generare una montagna di liquidità.

Alphabet, un impero da 250 miliardi all’anno di pubblicità

La raccolta di pubblicità del gruppo Alphabet genera oltre 250 miliardi di dollari all'anno, mentre Android è diventato il sistema operativo mobile più diffuso al mondo, superando l’iPhone di Apple in termini di utenti. Seguendo l'esempio di Amazon e Microsoft, Alphabet è entrata nel cloud, che si prevede genererà 58 miliardi di dollari di entrate nel prossimo anno. Allo stesso tempo, YouTube è la prima piattaforma al mondo di distribuzione di contenuti, con oltre un miliardo di ore di visione al giorno.

I fiumi di denaro generati da tutte le sue attività - circa 435 miliardi di dollari negli ultimi dieci anni - hanno permesso a Google di dedicarsi a quelle che definisce le “Other bets” (“Altre scommesse”), tra cui le iniziative di auto a guida autonoma di Waymo e l'internet a banda larga di Google Fiber.

Il panorama è cambiato da novembre 2022 con l’arrivo di ChatGPT, l’app di intelligenza artificiale generativa capace di setacciare la rete e fornire risposte facili. Gli utenti non devono più digitare domande nella barra di ricerca di Google e scorrere i link. Ora possono digitare una domanda e ottenere una risposta. Indubbiamente una minaccia per Google.

ChatGPT ha avuto un successo immediato. “È stata l'applicazione che ha avuto la crescita più rapida e più entusiasmante che sia mai arrivata sul mercato con 100 milioni di utenti attivi solo due mesi dopo il lancio”, afferma Daniel Newman, Ceo di Futurum Group e ricercatore tecnologico.

E sul mercato altre app di AI generativa stanno arrivando. Questi cambiamenti, si legge su Barron’s, fanno pensare a un futuro non lontano privo dei motori di ricerca come li abbiamo conosciuti finora, con i consumatori che comunicheranno con i loro dispositivi attraverso un'interfaccia personalizzata generata dall'intelligenza artificiale. A febbraio, la società di ricerca tecnologica Gartner ha previsto che il volume totale dei motori di ricerca diminuirà del 25% entro il 2026.

I dati mostrano la capacità di resistere di Google

La realtà però non è questa. I dati dell’ultima trimestrale di Alphabet dicono che ricavi e utili hanno superato le stime del mercato, mentre i ricavi da cloud sono cresciuti del 35%.

Inoltre Microsoft, che puntava a far crescere la quota di mercato del suo motore di ricerca Bing grazie all’integrazione con ChatGPT, finora ha fatto un buco nell’acqua.

Intanto Group M, la principale agenzia di pubblicità digitale al mondo, prevede che la pubblicità per il “search” crescerà di oltre il 6% nel 2025 (dal +5% del 2024) con un tasso medio annuo del +5% fino al 2030. Secondo Dan Salmon, analista di New Street Research, la ricerca tramite AI non rappresenta un cambiamento di paradigma come il passaggio dal desktop al mobile, piuttosto sarà re un nuovo formato per le risposte. “È più simile all'integrazione di immagini, mappe e altre forme di contenuto oltre ai link testuali originali”, dice l’analista che su Alphabet ha una raccomandazione Buy con un target price di 213 dollari.

L'avvento dell'intelligenza artificiale creerà nuovi tipi di ricerca e nuovi modi per guadagnare dal setaccio delle informazioni. Google oggi domina la versione tradizionale con supporto pubblicitario (ora con l’aggiunta di riassunti forniti dall’AI), ma altri strumenti premium sono disponibili su abbonamento. Se oggi la versione a pagamento di ChatGPT ha circa 10 milioni di abbonati, il servizio Google One ne conta 100 milioni e la versione premium include le più sofisticate funzionalità di AI per 20 dollari al mese.

Nuovi investimenti da 59 miliardi per servizi di AI

Sullo sviluppo di questi servizi Alphabet intende investire pesantemente, con un piano di spesa da 59 miliardi di dollari nel 2025, simile per dimensioni a quello di Microsoft. “Le nuove funzioni di intelligenza artificiale nella ricerca si traducono in un migliore coinvolgimento e in livelli più elevati di soddisfazione degli utenti”, afferma Dan Ives, analista di Wedbush Securities, aggiungendo che i rischi strutturali per la posizione dominante di Google nella ricerca sono esagerati. La raccomandazione di Wedbush sulle azioni Alphabet è Buy con un obiettivo di prezzo di 210 dollari.

Barron’s passa poi a esaminare il problema dell’antitrust e la richiesta del governo che Alphabet venda Chrome, il rimedio principale chiesto dal Dipartimento di Giustizia che accusa Alphabet di avere creato un monopolio illegale del search.

Alphabet intende difendersi con forza da tutte le accuse che mettono nel mirino la sua capacità di raccogliere pubblicità. Un’eventuale prima sentenza sfavorevole sarebbe sicuramente impugnata in appello, per cui qualsiasi decisione operativa non avverrà prima del 2027. Non va dimenticato che lo scorso ottobre Donald Trump ha dichiarato di essere contrario a uno spezzatino di Google.

Il prezzo attuale di Alphabet, pari a 19 volte gli utili del 2025, già incorpora questo rischio, dice Ellen Hazen di Putnam Investment Management. Bill Nygren, gestore di Oakmarket Select, sostiene che Alphabet, he oggi ha una capitalizzazione di 2.060 miliardi di dollari, vale più della somma delle sue parti. “Costringere gli investitori a riconoscere il valore di ciascuna attività, probabilmente farebbe salire il titolo”, afferma.

Con la somma delle parti l’azione Alphabet vale 260 dollari

L’analisi fatta da Barron’s lo conferma. All'attività cloud di Alphabet, che nel 2025 potrebbe generare un Ebitda di circa 20 miliardi di dollari, assegna un valore di 325 miliardi di dollari a un multiplo di 16 volte, simile a quello di Amazon e Microsoft.

YouTube, se valutato a 22 volte l’Ebitda (media dei prezzi di Meta e Netflix), dovrebbe valere 800 miliardi di dollari

Waymo è un po' più difficile da valutare. Uber Technologies è valutata 150 miliardi di dollari, mentre le valutazioni di Wall Street per l'attività di guida autonoma di Tesla vanno da 100 miliardi di dollari a mille miliardi, anche se l'azienda non ha ancora completato una sola corsa completamente autonoma. Waymo di Alphabet realizza ogni settimana 150.000 corse di taxi a guida autonoma. È ragionevole valutarla circa 300 miliardi di dollari, anche se alcuni analisti pensano che valga molto di più.

Ciò significa che Google e la sua attività di ricerca, cuore di Alphabet, ha un valore di circa 550 miliardi di dollari, pari a circa cinque volte l'Ebitda (valore che tiene conto dei suoi 117 miliardi di liquidità netta).

IL VALORE PER AZIONE DELLE DIVERSE ATTIVITA’ DI ALPHABET

Fatte queste valutazioni, appare giustificato un target price di Alphabet di 260 dollari per azione, basato sulla somma delle sue parti. Si tratta di una quotazione più alta del 55% rispetto al prezzo attuale.

In alternativa, se si riconosce che Alphabet è una delle aziende tecnologiche più importanti al mondo e come tale merita un premio rispetto al mercato, sarebbe sensato indicare un P/E di 26 volte che corrisponde a una quotazione di 234 dollari per azione, con un aumento del 40% rispetto al prezzo attuale.

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