Suspense in attesa del dato sull’occupazione


Alle 14,30 i dati macro Usa, il mercato li leggerà come l’indicazione dei prossimi passi della Federal Reserve. Sullo sfondo l’attesa di una svolta sul fronte ucraino dopo le parole di Biden. Giù i tech sulla deludente trimestrale di Samsung.


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Gli investitori devono guardare al dopo se vogliono anticipare le tendenze dei mercati e le parole di Joe Biden, aprono degli spiragli verso le trattative con la Russia sulla situazione in Ucraina.

Biden ieri ha dichiarato di «conoscere bene Putin». Il leader russo «non sta bluffando, c’è davvero il rischio dell’Armageddon nucleare».
Finora la Casa Bianca e il Pentagono avevano mantenuto una linea di prudenza: non si può escludere che Putin possa ricorrere alle armi tattiche nucleari, ma finora non ci sono segnali concreti di allarme.

Biden, invece, è stato netto: «Per la prima volta dalla crisi dei missili Cubani (1962 ndr), dobbiamo fronteggiare la minaccia di un’atomica, specie se le cose proseguiranno nella direzione in cui stiamo andando». E ancora: «Stiamo cercando di capire che cosa ha in serbo Putin? Se troverà una via d’uscita? Come reagirà quando capirà di aver perso non solo la faccia, ma anche il potere? Abbiamo a che fare con un tizio che conosco decisamente bene. Non scherza quando parla di un potenziale uso delle armi tattiche nucleari o di armi chimiche o biologiche, perché il suo esercito si sta comportando molto male. E non che penso che ci sia la capacità di usare un’arma tattica atomica, senza finire nell’Armageddon».

Ora, come si muovono i mercati, per la cronaca sono congelati sulla parità con quello -0,1% di Piazza Affari e Dax lo 0 assoluto di Parigi e Francoforte, passa un po’ in secondo piano.

Il cambio di passo Usa si era già notato, qualche giorno prima, con l’ammissione che dietro l’attentato della figlia all’”ideologo” russo Aleksandr Dugin ci fosse Kiev. Accuse dunque all’Ucraina e braccio teso a Mosca, smarcandosi da Kiev, ma sottolineando dove può arrivare.

Federal Reserve senza peli sulla lingua

Senza peli sulla lingua ieri moltissimi membri della Federal Reserve. A far tremare le gambe Neel Kashkari, presidente della Fed di Minneapolis,«Mi aspetto di vedere perdite e fallimenti in giro per il mondo con i tassi che salgono e mi aspetto anche dei crack nel mercato finanziario Usa, ma l’asticella in grado di far cambiare direzione alla politica monetaria della Fed è alta».

Per una crisi classica mancano ancora due elementi: profit warning e default aziendali.

Grazie Kashkari per avercelo ricordato….

Oggi i dati sull'occupazione usa

In Borsa, intanto, va di scena un bel braccio di ferro: due sedute in forte rialzo per l’S&P500 come non si vedeva dal 2020 con un +5,7% e poi due giorni deboli, fisiologici ma in realtà di trepidante attesa. Di cosa? Dei dati macro. Perché, al di là della solita retorica dei banchieri centrali, per cui non si capisce più quanto vogliono spaventare i mercati per far scendere, anche solo con le parole, le attese di inflazione e quanto, invece, facciano sul serio, l’economia rimane sempre un fatto di numeri.

E il numero sotto gli occhi di tutti oggi è il dato della disoccupazione Usa di settembre attesa al 3,7%, stabile rispetto ad agosto. Fari anche sulla crescita dei salari orari stimata al +5% dal +5,2% componente con buon peso su quella parte di inflazione difficile da cancellare, definita spesso come inflazione appiccicosa.

Gli analisti di Wall Street scommettono sulla creazione di 250.000 nuovi posti di lavoro il mese scorso, in calo rispetto ai 315.000 di agosto.

Obbligazionario

Come sempre le tensioni si fanno sentire prima sul mercato obbligazionario e ieri non sono mancate. Il decennale italiano è tornato a rendere qualcosa di più del 4,5% e quello tedesco il 2,19%. Su anche i rendimenti Usa con il T-note a 10 anni al 3,89% e il fratellino a due al 4,29%.

Gilt a 30 anni in rialzo a 63 punti base.

Italia

In questa situazione di tensioni geopolitiche, economiche energetiche, passaggio politico, cosa mancava all’Italia? Sembrava strano non sentire più la loro voce: quella delle agenzie di rating.

Fitch: il prossimo esecutivo dovrà rispettare le norme di bilancio, continuando a concentrarsi anche sulla crescita. Eredita comunque dal governo precedente una situazione di conti pubblici migliore delle attese. Lo dice l'agenzia di rating Fitch, chiedendo a Roma di varare misure a sostegno della ripresa anche utilizzando i fondi Next Generation Ue messi a disposizione da Bruxelles. Per il 2023 l'agenzia di rating vede una contrazione economica pari a 0,7%.

Anche Moody’s ha fatto sentire la sua voce aspettando l’esecutivo prima di dare il suo rating ma ricordando che il rigore dei conti sarà fondamentale.

Bce

Dai verbali dell'ultima riunione di politica monetaria, diffusi ieri, emergeva appieno la profonda preoccupazione del consiglio sulle prospettive di inflazione. La decisione di varare una stretta monetaria da 75 punti base sui tassi di riferimento, spiega Francoforte, nasce dalla necessità di intervenire al più presto, prima che si concretizzi il previsto rallentamento dell'attività economica.

Dati Macro giapponesi

La spesa dei consumatori giapponesi segna in agosto una flessione mensile di 1,7% e una crescita annua di 5,1%, rispetto al consensus che ne indicava un incremento di rispettivi 0,2% e 6,7%. Sempre in agosto, il leading indicator passa a 2 da -1,4 di luglio.

Da segnalare la statistica sulle riserve in valuta estera, che subiscono in settembre una flessione record legata alle turbolenza del mercato e all'intervento sul forex di Banca del Giappone. Pari a 1.238 miliardi di dollari, le riserve di valuta estera di Tokyo sono seconde solo a quelle di Pechino.

Cambi

Dollaro lievemente al di sotto dei massimi di seduta in attesa degli occupati mensili Usa di settembre. Gli ultimi commenti di vari esponenti Fed hanno accentuato il tono rialzista della banca centrale Usa. Il cambio euro/dollaro vale 0,98 (in rialzo di 0,12%); il cambio euro/yen 142,1 (in calo di 0,01%) mentre il dollaro scambia a 144,97 su yen (in calo di 0,1%).

Oil

In leggero rialzo i derivati sul greggio, su cui pesa la forza del dollaro. Brent +0,2% a 94,64 dollari al barile e Wti a 88,63 dollari al barile.

Titoli a Piazza Affari

A pochi minuti dell’apertura le principali blue chip si sono mosse nervosamente sulla parità, indecise sulla direzione da prendere.

Si mette in evidenza Leonardo con quel +1,98%.

Positiva anche Eni +0,3%, grazie alla forza del greggio.

Rosso per Stm -3% dopo la brutta trimestrale di Samsung e Amd che lamentano problemi sia alla domanda che all’approvvigionamento di chip.

Banche in territorio positivo con Intesa Sanpaolo che guadagna lo 0,4%, Unicredit lo 0,8%. Mps passa dal rosso al segno positivo +3,4%. Il Sole parla di difficoltà a recuperare 500 milioni di euro per coprire l’intero ammontare dell’aumento di capitale da 2,5 miliardi, ma potrebbero venire in soccorso diverse grandi società del settore.

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