Taglio Fed e rally USA, l’Europa fatica a tenere il passo

Secondo Goldman Sachs, gli investitori sono diventati più cauti sul mercato azionario europeo. Il maxi-piano tedesco da centinaia di miliardi di investimenti è visto come un’ancora, ma servono segnali concreti per rilanciare il potenziale di crescita
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Il rally delle Borse europee sembra arenato
Mentre negli Stati Uniti l’attenzione è puntata sulla riunione odierna della Federal Reserve, da cui il mercato si aspetta con alta probabilità un primo taglio dei tassi, in Europa gli investitori restano diffidenti. Nonostante le promesse di riforme fiscali e maxi-investimenti da parte della Germania, il Vecchio Continente fatica a convincere i gestori internazionali. È quanto emerge da un’analisi di Goldman Sachs, riportata stamattina da Bloomberg, secondo cui l’Europa rischia di restare indietro mentre l’intelligenza artificiale continua ad alimentare il rally di Wall Street e la Cina mostra dinamismo sui mercati emergenti.
Secondo i due strategist di Goldman, Sharon Bell e Christian Mueller-Glissmann, la percezione degli investitori è cambiata rapidamente: “L’Europa si è spostata in fondo alla lista degli acquisti perché altre regioni mostrano una dinamica migliore”, spiega Mueller-Glissmann. Bell aggiunge: “C’è molta diffidenza sul fatto che la Germania spenderà davvero le risorse promesse. Gli investitori vogliono vedere i fatti, non solo gli annunci”.
Dal sorpasso al rallentamento
Il 2025 si era aperto con segnali positivi. L’indice Stoxx 600 aveva sovraperformato i principali benchmark statunitensi nel primo trimestre, beneficiando dell’impegno di Berlino a mobilitare centinaia di miliardi di euro per difesa e infrastrutture: una svolta storica per un Paese tradizionalmente fedele al rigore di bilancio.
Ma nelle ultime settimane il vantaggio europeo si è eroso. Gli operatori sono tornati sui mercati americani, incoraggiati dalla resilienza dell’economia USA e dalle prospettive di tagli ai tassi d’interesse. L’entusiasmo per l’AI ha fatto il resto: l’S&P 500 è salito del 12% da inizio anno, toccando nuovi massimi, mentre lo Stoxx 600 avanza dell’8,6%, ma resta sotto i livelli di marzo.
LA FRENATA DELLE BORSE EUROPEE RISPETTO A USA E CINA
Scetticismo, ma non pessimismo
Il quadro è stato confermato anche dal recente sondaggio condotto da Bank of America: l’allocazione verso l’azionario europeo è calata a settembre, pur senza segnali di pessimismo estremo. Nessun gestore interpellato prevede infatti correzioni superiori al 5%.
Secondo gli strategist di Goldman, il piano tedesco di spesa miliardaria rappresenta comunque una sorta di “ancora fiscale” che riduce i rischi di scenari molto negativi per l’Europa. Berlino ha promesso di modernizzare strade, ponti e forze armate, con un impatto potenzialmente positivo sulla crescita. Resta però l’incognita sulla reale destinazione dei fondi: parte delle risorse potrebbe finire a coprire i bilanci dei singoli Länder, riducendo così l’effetto di stimolo aggiuntivo sull’economia reale.
Le prospettive di utili e mercati
Sul fronte corporate, Bell prevede un incremento degli utili del 4% nel 2025 e del 6% nel 2026, sostenuto dal miglioramento macroeconomico. Per l’indice Stoxx 600 stima un rialzo di circa il 5% nei prossimi dodici mesi. “Se l’Europa riuscirà a realizzare anche solo tre quarti delle promesse annunciate - afferma la strategist - il mercato potrà fare molto bene”.
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