Tassa sugli extraprofitti: impatto “limitato” su utility ed energetici secondo gli analisti
Il governo ha deciso di finanziare un pacchetto di aiuti all’economia in parte con l’aumento al 25% del prelievo straordinario sugli extraprofitti delle grandi aziende energetiche ma l’impatto sulle società del settore viene definito potenzialmente contenuto dagli analisti.
Le decisioni del governo
Nella serata di ieri il Consiglio dei Ministri aveva varato un decreto da oltre 14 miliardi di euro, raddoppiando il totale rispetto a quanto si era parlato nei giorni scorsi, ottenuti grazie a risparmi nel bilancio pubblico (8 miliardi) e in parte dal prelievo straordinario sugli extraprofitti delle grandi aziende energetiche, ovvero l’innalzamento della tassazione provvisoria sulla crescita del gross margin ai fini Iva, che passa dal 10% al 25% per il periodo ottobre 2021-aprile 2022.
Il pacchetto di interventi prevede agevolazioni per famiglie e aziende per controbilanciare l'aumento dei costi energetici, sono previsti anche un social bonus per le famiglie e un credito d'imposta per le imprese ad alto consumo energetico così come l'accelerazione delle procedure per le rinnovabili, per l'autorizzazione dei rigassificatori e facilitazioni anche per gli impianti a carbone.
“Intendiamo fare tutto quello che è necessario e il decreto dimostra che queste non sono parole”, ribadiva il presidente del Consiglio Mario Draghi, sottolineando come gli interventi vengano finanziati “senza ricorrere a scostamenti di bilancio”, così come è avvenuto per i 15,5 miliardi già impiegati dal governo a sostegno delle famiglie e delle imprese.
Le attività coinvolte
Il contributo è stato deciso quale prelievo straordinario a carico dei soggetti che esercitano nel territorio dello Stato l’attività di produzione di energia elettrica, produzione di gas metano o di estrazione di gas naturale, rivendita di energia elettrica, di gas metano e di gas naturale, importazione di energia elettrica, gas naturale o gas metano, produzione e importazione distribuzione e commercio di prodotti petroliferi.
“La base imponibile del contributo straordinario è costituita dall’incremento del saldo tra le operazioni attive e le operazioni passive, al netto dell’IVA”, spiegano da WebSim.
“Molto complessa la definizione della base imponibile, con un calcolo del potenziale impatto sui singoli titoli difficile da quantificare”, aggiungono questi analisti.
Inoltre, “sotto il profilo dei fondamentali, siamo di fronte a uno dei settori in Europa con i multipli più attraenti: il P/E medio del settore Stoxx Utility stimato dagli analisti raccolti da Bloomberg è intorno a 16,0x. Al contrario, il ritorno previsto in termini di dividendo è tra i più elevati: Dividend/Yield 4,70%”, evidenziano da WebSim.
L’impatto sulle utility
L'aumento della tassa sugli extraprofitti rappresenta una “notizia negativa per il settore utility, ad esclusione dei settori regolati, anche se con impatti potenzialmente contenuti”, spiegano gli analisti di Equita Sim.
Le società coinvolte hanno finora dato indicazione di effetti contenuti nel periodo indicato, “nell'ordine dei 10-30 milioni che vengono quindi raddoppiati dalla nuova norma”, aggiungono dalla sim milanese.
Inoltre, l'impatto, non dovrebbe essere particolarmente rilevante considerando che nel periodo citato “le società non hanno realizzato extra-profitti consistenti in ragione dei contratti di vendita forward chiusi nei mesi scorsi a prezzi più contenuti e la natura una tantum del provvedimento”.
Se Equita stimava effetti nell'ordine dell’1%-2% dell'Ebitda per il settore, questi vengono quindi raddoppiati con la nuova misura.
Gli analisti di WebSim indicano quali società utility più esposte alla generazione, trading e vendita di elettricità principalmente i produttori di rinnovabili come Enel, Edison, A2A, Iren, Erg, Falck Renew.
Impatto marginale per le altre Local Utility come Hera e Acea, “mentre ricordiamo sono escluse le regolate Snam, Terna e Italgas”.
Eni tra le più colpite
La notizia è negativa anche per le società energetiche e se “Eni a marzo, con la tassazione al 10%, aveva parlato di un impatto di poche centinaia di milioni nel caso peggiore”, ricordano gli analisti di Banca Akros, secondo Intesa Sanpaolo “potrebbe essere una delle società maggiormente colpite anche se con un impatto sull’Ebit a una cifra”.
Tra le altre società del settore energy, da WebSim ipotizzano un impatto negativo anche per Gas Plus e Saras, oggi entrambe in crescita a Piazza Affari.
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