Tassi BCE: nuovo taglio in arrivo, ma poi? Le previsioni degli analisti

Giovedì l’istituto centrale guidato da Christine Lagarde è visto effettuare la quinta riduzione del costo del denaro dal giugno 2024, ma restano dubbi sulle mosse successive.

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Verso la riunione della BCE

Questa è la settimana della riunione del Consiglio direttivo della Banca centrale europea, in agenda per questo giovedì 6 marzo, la seconda del 2025.

Le previsioni sono unanime nel prevedere un ulteriore taglio da 25 punti base dei tassi di interesse, facendoli così scendere al 2,5%, livello ancora ‘tecnicamente restrittivo’ in base all’intervallo neutrale dichiarato dalla BCE, compreso tra l’1,75% e il 2,25%.

La riunione arriva in un contesto in cui l’inflazione nella zona euro di febbraio è risultata in rallentamento, al 2,4% dal 2,5% di gennaio, segnando un altro passo di avvicinamento verso l’agognato 2%, ovvero il target fissato da Francoforte.

Anche il dato "core", che esclude i prezzi volatili di cibo e carburante, ha registrato un rallentamento, passando al 2,6% dal 2,5%, mentre l'inflazione dei servizi, che ha destato preoccupazioni per la maggior parte dell'anno scorso, ha finalmente iniziato a scendere (al 3,7% dal 3,9%) indicando una possibile uscita da un livello che si è mantenuto persistentemente elevato. La principale sorpresa al rialzo è arrivata dai prezzi dei prodotti alimentari non lavorati, con un'inflazione più che raddoppiata al 3,1%.

Economia stagnante

All’attenzione di mercato e analisti, però, c’è l’economia della zona euro, rimasta sostanzialmente stagnante per gran parte degli ultimi due anni e poco lascia presagire che la ripresa, da tempo prevista, stia iniziando a prendere forma.

Tutto questo suggerisce che giovedì la BCE possa tagliare le previsioni di crescita per il 2025 per il quarto trimestre consecutivo, poiché continuano a concretizzarsi rischi di crescita negativa e le previsioni di un boom dei consumi si sono rivelate sbagliate più volte.

La debolezza dell'outolook giustificherebbe ulteriori tagli dei tassi per dare una spinta all'economia, ma alcuni policymaker continuano a temere che la componente più dinamica dell'inflazione, ovvero i servizi, sia ancora troppo elevata e questa potrebbe far ripartire i prezzi se la BCE allentasse i freni troppo presto.

Analisti per il taglio

Il taglio dei tassi da 0,25 pb per giovedì “è ampiamente previsto”, secondo Annalisa Piazza, Fixed Income Research Analyst di MFS Investment Management.

“Prevediamo una leggera revisione al rialzo per l'inflazione del 2025 (a causa dell'ipotesi di un aumento dei prezzi dell'energia e di un leggero calo dell'euro pesantemente influenzato dal commercio, che compensa l'impatto negativo della debolezza della domanda). D'altra parte, il PIL dovrebbe essere rivisto leggermente al ribasso, soprattutto a causa degli effetti di trascinamento poco incoraggianti del 4 trimestre 2024, quando l’attività dell'Eurozona è aumentata a malapena (0,1% Q/Q rispetto alle aspettative della BCE dello 0,2%). Nulla che possa spostare l'ago della bilancia verso una comunicazione decisamente più accomodante”, spiega l’esperta.

Anche Andrew Jackson, Head of Investments di Vontobel, di dice convinto che la BCE “abbasserà i tassi di interesse nella prossima riunione, mentre la politica monetaria rimane restrittiva”. Jackson ritiene che “poiché i salari continuano a diminuire”, la BCE “probabilmente rivedrà al ribasso le sue previsioni di crescita”, quindi “la domanda chiave è quando avverrà il prossimo taglio dei tassi”.

Allora cosa accadrà dopo giovedì? Visti i commenti recenti di alcuni membri del consiglio direttivo, Goldman Sachs ritiene che “una pausa ad aprile è possibile se la disinflazione si blocca o i dati sull'attività sorprendono notevolmente al rialzo”.

Quando la BCE abbasserà i tassi nel 2025?

Per quanto riguarda il resto dell’anno, Jackson si attende “che la BCE riduca i tassi al 2% entro la metà dell'anno e che non farà pause prima di raggiungere questo livello”. Tuttavia, avvisa l’analista, “non si può escludere del tutto uno stop ad aprile, come ha affermato Isabel Schnabel, membro del Comitato esecutivo della BCE, in una recente intervista”, mentre “nel lungo periodo, la situazione potrebbe cambiare se l'euro si indebolisse ulteriormente a causa dell'aumento del differenziale dei tassi di interesse”.

Rimane la cautela per la situazione attuale, con la variante dazi che potrebbe cambiare le carte in tavola, ma Piazza prevede “ancora tassi terminali all'1,75% entro la fine del terzo trimestre”.

“I mercati stanno già prezzando i tassi terminali intorno al 2%”, conclude l’esperta, “pertanto, escludiamo che il mercato si muova in modo significativo dopo l'annuncio della decisione di giovedì o durante la conferenza stampa”.

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