Tassi BCE, tagli più vicini secondo Goldman Sachs

Molti analisti diffondono le loro previsioni sull’avvio del percorso di allentamento monetario da parte degli istituti centrali, compresa la Banca centrale europea, alla luce anche dei dati sull’inflazione incoraggianti.
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Verso il target BCE
Il vento che ha soffiato sui rialzi dei tassi di interesse della Banca centrale europea sta cambiando e sembra avvicinarsi la fine di un’era fatta di strette monetarie.
Ieri l’Eurostat aveva diffuso il dato finale sull’andamento dei prezzi al consumo nell’eurozona per il mese di novembre, registrando un aumento annuale del 2,4%, dato non solo inferiore al 2,9% di ottobre e al 10,1% dello stesso mese del 2022, ma anche rispetto a quello previsto del consenso, ovvero il 2,7%, avvicinandosi al target fissato dalla banca centrale.
Il dato ‘core’ (che esclude cibo, alimentari, alcol e tabacco), molto osservato dalla BCE, era sceso al 3,6% dal 4,2% precedente, anche questo inferiore alle previsioni degli analisti (3,9%).
Solo due giorni prima, Joachim Nagel membro BCE e Presidente della Bundesbank avvisava sui rischi al rialzo per l’inflazione, aggravati dall’attuale situazione geopolitica.
I tagli secondo Goldman Sachs
Se Nagel affermava che è “troppo presto per pensare ad un’eventuale riduzione dei tassi d’interesse di riferimento”, gli analisti di Goldman Sachs rivedevano le loro previsioni.
Dalla banca ora si attendono un taglio dei tassi nel secondo trimestre del 2024, quando le sue precedenti previsioni erano per il terzo periodo del prossimo anno.
La BCE ha alzato il tasso di deposito al livello record del 4%, a seguito di dieci manovre consecutive e ora i mercati monetari che prezzano oltre 100 punti base in tagli dei tassi l'anno prossimo da parte sia di Fed che dell’istituto europeo.
Le previsioni di Barclays
L’appuntamento per i primi tagli dei tassi è per luglio 2024 secondo le previsioni di Barclays Research, con la BCE che dovrebbe effettuare una riduzione di un quarto di punto per riunione fino a scendere al 2,25%.
L’economista europeo senior della banca, Mario Cena, tale tasso arriverà dopo che la BCE ridurrà i tassi di 100 punti nel 2024 e di 75 pb nel 2025.
Secondo Cena, se la Federal Reserve avvierà il suo allentamento monetario non prima del dicembre 2024 e si fermerà al 4%, la differenza è dovuta alla diversa situazione e alle varie ragioni che hanno motivato gli elevati tassi di inflazione in entrambe le aree geografiche: “l'Europa ha dovuto affrontare 'shock' sotto forma di crisi della supply chain e per le conseguenze della guerra in Ucraina”.
La (s)volta buona
L’Outlook di Anima intitolato ‘La (s)volta buona’ prevede l’inizio dei tagli a partire dal secondo trimestre 2024 arrivando ad una riduzione compresa tra i 75 e i 100 punti base.
Anche secondo Fabio Fois, Head of Investment Research & Advisory e Filippo Di Naro, Direttore Investimenti di ANIMA, che hanno firmato il documento, la situazione con la Fed risulta molto diversa.
Al contrario dell’eurozona dove resta “uno scenario di crescita più negativo di quello scontato attualmente”, “la Fed si trova a fronteggiare un’economia ancora resiliente – principalmente sostenuta dai risparmi che trainano i consumi domestici – e un mercato del lavoro solido” e “in questo caso ANIMA si aspetta una pausa più lunga prima di un taglio dei tassi nel terzo trimestre fino a 50 punti complessivi”, scrivono i due nel documento.
Nel complesso, “prevediamo 3 o 4 tagli di 25 punti base da parte della BCE nel 2024, e 1 o 2 da parte della Fed”, concludono da Anima.
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