Tassi Fed, pausa o nuovi rialzi? Le previsioni

Domani l’istituto centrale guidato da Jerome Powell potrebbe decidere la prima pausa dal marzo 2022 nell’aumento dei tassi di interesse ma i nuovi aumenti potrebbero essere soltanto rinviati.
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Verso la Federal Reserve
Vigilia di ‘Fed day’ sui mercati, evento che catalizzerà tutta l’attenzione visto l’impatto potenziale delle decisioni in tema di tassi di interesse per l’istituto centrale guidato da Jerome Powell.
L’antipasto sarà il dato sull’inflazione previsto oggi per le 14:30 (italiane), sempre cruciale nelle scelte della Fed, fondamentale per la decisione che verrà annunciata domani quando in Italia saranno le 20, poi seguita dalla conferenza stampa del presidente.
Secondo il consensus Bloomberg, l’inflazione dovrebbe scendere al 4,1% per il mese di maggio su base annuale, il maggio più basso dall’aprile 2021, anche se ancora molto al di sopra dell’obiettivo del 2% fissato dalla Federal Reserve, quindi la corsa al rialzo dei tassi potrebbe non essere finita.
Ancora ‘pesante’ il dato sull’inflazione core, quella che esclude energia e alimentari, con il mese di maggio che dovrebbe indicare un +5,3% dal precedente 5,5%, e anche questi numeri verranno analizzati con attenzione dalla Fed.
Verso una pausa?
Lo strumento CME FedWatch prevede che il 75,8% dei trader scommette su una pausa nel percorso di aumento dei tassi dopo la riunione di domani, fermando così le strette monetarie in atto dal marzo 2022 che hanno portato ad un aumento cumulativo senza precedenti di 500 punti base.
“Crediamo che la pausa possa essere decisa nel prossimo meeting per monitorare gli effetti delle politiche monetarie restrittive sull’economia reale statunitense, ma riteniamo molto probabile che nel mese di luglio la Fed possa tornare a rialzare i tassi in caso le pressioni inflazionistiche non dovessero continuare a scendere, come hanno già preannunciato molti esponenti del FOMC”, scrive in una nota Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia.
Anche secondo le previsioni di Carmignac, la Fed sospenderà il ciclo di rialzi dei tassi nel meeting di giugno, ma a causa "dei lunghi e variabili lag tre le decisioni di politica monetaria e i loro esiti ci aspettiamo che la Fed adotti un approccio attendista".
Sulla stessa linea il team strategie di credito globale di Algebris Investments, secondo il quale è probabile che la Fed mantenga i tassi in pausa questa settimana.
“Al di là di questo, ci aspettiamo che le indicazioni lascino aperta la porta a ulteriori rialzi, come avevano fatto inizialmente le banche centrali di Canada e Australia durante la pausa”, prevedono da Algebris, aggiungendo di voler continuare a seguire “con attenzione le nuove proiezioni per valutare la probabilità di ulteriori rialzi”.
Approccio data dependent
“Relativamente alla Fed, nonostante il mercato swap prezzi, con una probabilità del 76% circa, uno “stop&go” con possibilità di un rialzo nella successiva riunione di luglio, crediamo che Powell verosimilmente si limiterà a ribadire l’approccio ‘data dependent’”, prevedono gli strategist di Mps Capital Services. “I dati economici sono ancora contrastanti, sono ancora presenti le tensioni sul mercato del lavoro, per questo un ulteriore rialzo dei tassi nella riunione di luglio è una possibilità concreta”, secondo Kevin Thozet, membro del Comitato Investimenti di Carmignac. Jerome Powell, però, “deve guadagnare tempo”, precisa Thozet, e “le tensioni sulle banche regionali statunitensi si sono attenuate e le considerazioni di tipo macroeconomico hanno ricominciato a guidare la politica monetaria. È nell'interesse della Fed aspettare e vedere se i servizi seguiranno il rallentamento del settore manifatturiero, se il recente rimbalzo del settore immobiliare sarà confermato e, soprattutto, se il mercato del lavoro alla fine mostrerà segni di affaticamento”.
Ciononostante, i toni di mercoledì nel comunicato e nella conferenza stampa di Powell “dovrebbero essere hawkish, per evitare che si pensi che il lavoro sia concluso quando l’inflazione sottostante non è ancora scesa al di sotto del 5%”.
Le prossime mosse
“Nella prossima riunione la Fed dovrà indicare se ritiene che siano necessari tassi ancora più stringenti per domare l'inflazione o se ritiene che il credit crunch delle banche ne sia un sostituto - ha commentato Paolo Zanghieri, Senior Economist di Generali Investments - Non ci aspettiamo un rialzo nella riunione di mercoledì, ma almeno un forte pronunciamento da parte della banca centrale, avvertendo che tassi più alti potrebbero essere in previsione già dalla riunione di luglio". Secondo Bank of America, la Fed non dovrebbe segnalare una pausa prolungata: “ci aspettiamo che la Fed affermi che l’inazione a giugno è più simile a un salto, per ora, e il comitato mantiene una propensione al rialzo per il suo percorso dei tassi ufficiali. Ciò si rifletterà probabilmente nella dichiarazione del FOMC, che dovrebbe mantenere il linguaggio sul potenziale per un ulteriore rafforzamento dei tassi ufficiali, nel messaggio del presidente alla conferenza stampa e nella serie aggiornata di proiezioni economiche”.
“Come prezzato dai derivati, è escluso che nel corso del 2023 possa essere tagliato il costo del denaro, con i tassi di interesse che rimarranno al di sopra del 5% almeno fino al primo semestre 2024” secondo Diodovich.
Per Kevin Thozet, membro del Comitato Investimenti di Carmignac, se da una parte la Fed “è riuscita a dissipare le aspettative di un taglio dei tassi per il resto dell'anno”, dall’altro non significa che “il lavoro dei policymaker è finito”.
Anche secondo le previsioni di Carmignac, la Fed sospenderà il ciclo di rialzi dei tassi nel meeting di giugno, ma a causa “dei lunghi e variabili lag tre le decisioni di politica monetaria e i loro esiti ci aspettiamo che la Fed adotti un approccio attendista”.
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