Telecom Italia balza a Piazza Affari dopo l’offerta del fondo KKR


La notizia dell’offerta “amichevole” di KKR per il 100% del capitale Telecom ha attirato forti acquisti in apertura di seduta a Milano.

Dopo l’apertura del governo, a questo punto l’attenzione si rivolgerà verso gli azionisti francesi di Vivendi, già sul piede di guerra contro l’ad Gubitosi, i quali potrebbero opporti all’operazione.


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L’offerta per Telecom Italia

Che qualcosa stesse accadendo era diventato chiaro dopo il diffondersi della notizia di un consiglio di amministrazione convocato con urgenza per la giornata di ieri. La riunione aveva al centro dell’ordine del giorno la manifestazione di interesse “amichevole” da parte di KKR, il fondo americano già presente nel capitale di Tim Fibercoop, la compagnia che gestisce la rete secondaria (Fiber to home).

L’offerta, ancora non finanziata e non vincolante, presenta un prezzo “indicativo” di 0,505 euro, rappresentando un premio del 46% rispetto alla chiusura in borsa di venerdì delle azioni Telecom e superiore al massimo in 52 settimane di 47 centesimi circa, raggiunto dall’azione nel mese di marzo. Da Bloomberg, inoltre, hanno valutato l’offerta del fondo sull’intero gruppo pari a 11 miliardi di euro circa.

Anche se ancora non ci sono certezze, l’offerta riguarda il 100% di Telecom e punterebbe al ritiro del titolo dal mercato ma sarebbe condizionata al raggiungimento del 51% del capitale.

Sulla scia dell’offerta, il titolo della società italiana oggi ha aperto con un balzo del 25% dopo non essere riuscito a fare prezzo in apertura (teorico +31%), schizzando a 0,44 euro.

Le azioni TIM tornano così ai livelli dello scorso giugno, recuperando così da un difficile periodo in cui avevano perso oltre il 23%.

Un percorso in salita

La riunione del cda è durata diverse ore, lasciando il campo a diverse indiscrezioni circa una divisione all’interno del board, con la discussione che ha riguardato anche il ruolo di Luigi Gubitosi, da tempo sotto il tiro dei francesi di Vivendi, primi azionisti con il 23,9% del capitale.

Al termine delle quattro ore di riunione, però, Gubitosi non ha ricevuto alcun mandato a negoziare l’offerta, né a nominare un advisor finanziario o legale che lo assista nel corso delle trattative con il fondo americano.

Proprio Vivendi potrebbe rappresentare un importante ostacolo per l’operazione, in quanto non avrebbe interesse alla vendita, visto il prezzo di 1,08 euro pagato per le azioni Telecom al momento della sua entrata nel capitale. Questo fattore è stato definito dall’analista di Bloomberg Intelligence, Erhan Gurses, un “ostacolo insormontabile” per il buon fine dell’operazione.

Da Vivendi avrebbero approfittato dell’occasione per attaccare nuovamente l’ad Gubitosi, definendolo in questa occasione come “un allenatore che perde ogni domenica”, secondo quanto scrive La Repubblica.

Inoltre, i francesi hanno più volte dichiarato di essere un investitore “di lungo periodo” pronti a supportare il rilancio del gruppo e non interessati a pure operazioni di speculazione nell’investimento.

L’apertura del governo

In quanto “amichevole”, l’offerta è subordinata ad una due diligence del board di Tim e al gradimento del governo, in quanto la rete Telecom rappresenta un asset strategico e pertanto soggetta a Golden Power.

Dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), hanno subito aperto al fondo americano, prendendo atto “dell’interesse per Tim manifestato da investitori istituzionali qualificati”, giudicando la notizia “positiva per il Paese”.

Dal Mef hanno sottolineato che i progetti che interessano la rete devono essere “compatibili con il rapido completamento della connessione con la banda ultralarga, secondo quanto prefigurato nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, con gli investimenti necessari nello sviluppo dell’infrastruttura e con la salvaguarda e la crescita dell’occupazione”.

I prossimi passi

La convocazione improvvisa del board arriva a pochi giorni dal cda previsto per venerdì prossimo (26 novembre), quando dovrà deliberare sulla proposta, visto il nulla di fatto di ieri.

Oltre alle resistenze di Vivendi, oltre a quelle di alcuni indipendenti palesate ieri con il fine di avere più tempo per esaminare la proposta, nei prossimi giorni potrebbe esporsi anche Cdp, che giovedì 25 esporrà il piano suo industriale.

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