Tenaris, trimestrale solida e balzo degli utili


Il gruppo ha messo a segno un trimestre caratterizzato da una forte crescita di profitti e ricavi, mentre il trend positivo è visto proseguire anche per il resto dell’anno.


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Tenaris stupisce

Risultati positivi per Tenaris nei primi tre mesi del 2022, con profitti quasi quintuplicati e ricavi raddoppiati che hanno sorpreso le previsioni degli analisti.

Nel dettaglio, il primo trimestre dell’anno del gruppo produttore e fornitore di tubi e servizi per l’esplorazione di petrolio e gas ha riportato profitti netti per 503 milioni di dollari rispetto ai 101 milioni dello stesso periodo del 2021.

Raddoppio per i ricavi, passati a 2,367 miliardi di dollari, mentre la crescita rispetto ai tre mesi precedenti è pari al 15%.

Risultati, dunque, superiori alle attese degli analisti che vedevano profitti per 389 milioni e ricavi in crescita a 2,33 miliardi.

L’utile per azione è stato di 0,43 dollari, mentre al 31 marzo dello scorso anno si fermava a 0,09 dollari, mettendo a segno un +50% dei primi tre mesi 2021.

L’Ebita del periodo è cresciuto del 220% anno su anno e del 30% rispetto ai tre mesi precedenti, arrivando a 627 milioni di dollari grazie all’aumento dei prezzi che ha compensato i rialzi dei costi dell’energia e delle materie prime.

Il margine Ebitda è arrivato a 26,5% dal 16,6% del primo trimestre 2021 e dal 23,5% del trimestre precedente, mentre l’utile operativo balza a 484 milioni (52 milioni nel primo trimestre 2021).

I risultati sono arrivati nonostante la decisione di interrompere l’attività di attrezzature industriali in Brasile, spingendola in perdita di 14 milioni di dollari compresi gli accantonamenti per l’interruzione dei contratti di lavoro.

L’impatto del conflitto

Per quanto riguarda la situazione geopolitica, “l’invasione russa in Ucraina e le sanzioni imposte sulla Russia hanno cambiato le prospettive sull’energia a livello mondiale”, spiegano dalla società, sottolineando che “i prezzi del petrolio e del gas sono più elevati di prima dell’invasione con ricerca di fonti alternative in Europa e altri mercati”.

“L’attività dell’esplorazione sta aumentando in giro nel mondo guidata da Nord America e Medioriente. Sta aumentando anche l’attività dell’offshore drilling, guidata dall’America latina”, aggiungono da Tenaris.

“Anche le prospettive per le materie prime siderurgiche sono cambiate”, continua la nota della società, e “la Russia e l'Ucraina sono state entrambe grandi fornitori di ghisa, ferroleghe e acciaio semilavorato ai mercati europei e americani e i costi di questi materiali sono aumentati bruscamente dopo l'invasione”, così come stanno aumentando i prezzi degli Octg (oil country tubular goods) a causa dell'aumento del consumo, mentre le scorte sono scese a livelli bassi in regioni chiave come il Nord America e il Medio Oriente.

A causa di questa situazione, la società ha dovuto affrontare un onere di 15 milioni di dollari legato alla perdita di valore della quota del 49% nella joint venture con Severstal in Russia.

Le previsioni

Da Tenaris prevedono un’ulteriore crescita delle vendite nel secondo trimestre, con maggiori volumi in Medio Oriente e Sud America, e margini stabili con prezzi più alti che compensano l'aumento dei costi e un free cash flow positivo.

Nella seconda metà dell'anno è prevista un'ulteriore crescita delle vendite e i margini dovrebbero rimanere intorno allo stesso livello del primo semestre.

Analisti positivi

A Piazza Affari, intanto, i risultati comunicati ieri sera sostengono il titolo Tenaris, arrivato a guadagnare oltre il 4% dopo i primi minuti di scambi, per poi allinearsi all’andamento del Ftse Mib (+1,5%).

Accoglienza positiva della trimestrale anche dagli analisti di WebSim, i quali giudicano i numeri “molto solidi” e caratterizzati da un “outlook costruttivo”, confermando il titolo nel portafoglio con posizione long e un peso del 10%, mentre il target price resta di 16 euro rispetto ai 14 euro delle quotazioni odierne.

Conferma della raccomandazione ‘hold’ per Jefferies e un prezzo obiettivo a 15 euro, visto “l’Ebitda dell’11% sopra le nostre stime e del 13% sopra il consenso”.

“Se ipotizziamo una crescita dei ricavi del 10% nel secondo trimestre 2022 su margini piatti, questo potrebbe implicare un aumento del consenso del 18-20% sul fronte dell'Ebitda del trimestre”, aggiungono gli esperti.

Infine, “l’outlook ha visto un miglioramento delle attività di perforazione a livello globale, trainato da Nord America, Medio Oriente e America Latina”, sottolineano dall’istituto.

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