Tesla, conti in arrivo. Cosa giustifica un P/E di 300 volte?

Mentre Elon Musk promette un futuro incentrato su robotaxi e robot umanoidi, il vero business restano le auto elettriche, con un mercato EV più difficile in Usa e in Europa. Attesi per il terzo trimestre ricavi a 26,1 miliardi di dollari (+3,5%), ma le previsioni per l’intero 2025 indicano un calo
Indice dei contenuti
Il business reale resta quello delle auto elettriche
La prossima settimana (mercoledì 22 ottobre) Tesla presenterà i risultati del terzo trimestre, e l’attesa a Wall Street è alta. Gli analisti prevedono ricavi in crescita del 3,5% su base annua, a 26,1 miliardi di dollari, secondo le stime di LSEG. Sarebbe una lieve ripresa dopo un inizio d’anno difficile, ma non sufficiente a fugare i dubbi su una probabile flessione dei ricavi nel quarto trimestre, dopo la chiusura in Usa degli incentivi all’acquisto di auto elettriche.Su base annua il 2025 potrebbe segnare la prima contrazione annuale nella storia del gruppo.
A dispetto delle dichiarazioni visionarie di Elon Musk, che continua a promettere una rivoluzione con robotaxi e robot umanoidi Optimus, il vero business di Tesla al momento resta la produzione e la vendita di veicoli elettrici. È questo segmento che genera oggi quasi tutti i ricavi e sostiene la capitalizzazione record della società.
Un contesto più difficile per l’intero settore EV
Il quadro generale per il mercato dei veicoli elettrici è diventato più complesso. Dopo la fine, a settembre, del programma federale di crediti fiscali da 7.500 dollari per l’acquisto di EV — misura abolita con la nuova legge di bilancio dell’amministrazione Trump — le vendite negli Stati Uniti hanno rallentato.
General Motors ha comunicato che nei prossimi conti trimestrali contabilizzerà 1,6 miliardi di dollari di perdite legate ai suoi investimenti nell’elettrico, mentre Ford ha dichiarato di aspettarsi un dimezzamento della domanda di veicoli totalmente elettrici. Anche Stellantis, casa madre di Chrysler e Jeep, ha rivisto al ribasso i propri obiettivi di nel settore EV.
In questo scenario, Tesla rimane l’unico costruttore a non aver rivisto pubblicamente le proprie ambizioni. Resta indiscusso leader negli Stati Uniti, anche se la sua quota di mercato EV è scesa a fine settembre al 43,1% dal 49% di fine 2024, secondo i dati di Motor Intelligence.
Tra modelli a basso costo e margini più sottili
Per contrastare l’impatto della fine degli incentivi, Tesla ha introdotto versioni più economiche di Model 3 e Model Y, riducendo così il prezzo d’ingresso ma anche i margini di profitto. “Il quarto trimestre potrebbe essere segnato da un doppio colpo – vendite ridotte e margini più bassi”, ha commentato Steve Greenfield, partner di Automotive Ventures, in una nota a CNBC.
Greenfield ritiene però che la fedeltà al marchio Tesla resti molto elevata, il che potrebbe favorire un recupero della quota di mercato, soprattutto se i concorrenti tradizionali rallenteranno gli investimenti. Tuttavia, la domanda complessiva di veicoli elettrici “è destinata a ridursi sensibilmente”, dopo il picco di acquisti anticipati nel trimestre precedente.
Robotaxi e robot umanoidi: la nuova frontiera di Musk
Mentre il business automobilistico affronta una fase di stabilizzazione, Elon Musk cerca di spostare l’attenzione degli investitori verso progetti di lungo termine. In particolare, il servizio di robotaxi e il robot umanoide Optimus rappresentano — nelle parole del fondatore — il futuro della compagnia.
Musk ha dichiarato che “circa l’80% del valore di Tesla sarà legato a Optimus”, e nel 2024 ha previsto di produrre 5.000 unità del robot. Ma, come ricorda CNBC, l’uscita di alcuni manager chiave dal progetto sta mettendo in dubbio la fattibilità dei piani. Quanto ai robotaxi, i test operativi restano limitati a poche città e il gruppo è ancora molto indietro rispetto a Waymo, la società di Alphabet che ha già avviato servizi commerciali.
L’obiettivo dichiarato da Musk — trasformare Tesla in un colosso da 25.000 miliardi di dollari di capitalizzazione — resta per ora un’affermazione visionaria più che una prospettiva concreta.
Tra politica, immagine e volatilità in Borsa
La traiettoria del titolo riflette l’alternanza tra entusiasmo e incertezza. Dopo il massimo storico di 480 dollari a dicembre 2024, raggiunto sull’onda dell’elezione di Donald Trump, la fiducia degli investitori è stata minata dal controverso impegno politico di Musk, che a Washington ha assunto la guida del DOGE (il Dipartimento per l’efficienza) e ha dato il suo supporto a gruppi filo-nazisti in Germania.
Il titolo è così precipitato del 50% in tre mesi, toccando 222 dollari a marzo 2025, per poi avviare una lunga rimonta: in nove mesi ha guadagnato il 95%, arrivando oggi a 435 dollari, che corrispondono a una capitalizzazione di 1.360 miliardi di dollari. Dall’inizio dell’anno il guadagno è di circa +7%.
Ma il nodo resta la valutazione: il titolo tratta a circa 300 volte gli utili attesi per il 2025 e 200 volte quelli per il 2026, un multiplo che, come osservano diversi analisti, presuppone una crescita esplosiva — quella stessa crescita che, per ora, esiste più nei progetti futuri che nei risultati correnti.
La Finestra sui Mercati
Tutte le mattine la newsletter con le idee di investimento!
