Tesla, effetto ‘palla di neve’ sui Supercharger: General Motors segue Ford

Aumenta il numero di case automobilistiche che scelgono lo standard di ricarica di proprietà della società di Elon Musk e la fila potrebbe aumentare con l’adesione di altri produttori.

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Tesla e General Motors

C’è già chi parla di ‘rivolta’ guidata da Elon Musk per il settore elettrico nei confronti della old economy automobilistica e il Ceo di Tesla sembrerebbe aver fatto un decisivo passo in avanti puntando all’allargamento del servizio della rete di Supercharger ai veicoli non Tesla.

Scelta accolta positivamente prima da Ford circa due settimane fa e ora da General Motors, con la seconda che si è appena messa in fila per adeguare i suoi standard, integrando lo standard North American Charging Standard (NACS) di Tesla per la presa di ricarica senza necessità di un adattatore.

L’adozione del NACS avverrà per GM a partire dal 2025, data a partire dalla quale gli attuali proprietari di veicoli elettrici potranno utilizzare 12 mila caricabatterie veloci Tesla in Nord America e saranno resi disponibili degli adattatori.

L’annuncio è stato fatto dalla Ceo della storica società automobilistica, Mary Barra, e il mercato sembra scommettere su questa ‘rivoluzione’, acquistando in massa le azioni GM nel pre-market USA di oggi, in crescita del 4%.

L’importanza dell’alleanza

Tesla, General Motors e Ford rappresentano complessivamente circa il 70% delle vendite di veicoli elettrici negli Stati Uniti, pertanto l’alleanza tra questi tre produttori presenta importanti implicazioni commerciali e di pubblica utilità.

Proprio la presenza di diversi connettori per la ricarica dei veicoli elettrici è considerata dagli addetti ai lavori come un importante ostacolo per un’ampia adozione di questi tipi di auto da parte dei consumatori.

Lo stesso Musk aveva definito l’accordo con Ford come “una cosa grandiosa per il progresso dei veicoli elettrici” e il Segretario USA ai Trasporti, Pete Buttigieg, aveva dichiarato alla CNBC che l’industria automobilistica “finirà per convergere su un unico sistema e gli adattatori consentiranno un utilizzo trasversale” da parte di tutte le case produttrici.

Con questo accordo, GM potrebbe arrivare a risparmiare 400 milioni di dollari, secondo le parole di Barra rilasciate alla CNBC, ribadendo che ora la società abbia fatto un passo avanti.

Effetto palla di neve

Dal punto di vista dei consumatori, gli accordi con le case automobilistiche appaiono una vittoria per Tesla, che ha investito molto per distribuire le proprie stazioni di ricarica rapida in tutto il Nord America quando la maggior parte delle altre case automobilistiche delegava la ricarica a terzi.

Secondo i dati del Dipartimento dell'Energia degli Stati Uniti, i Supercharger Tesla rappresentano circa il 60% del totale delle stazioni di ricarica rapida negli Stati Uniti e in Canada.

“È un accordo importante” secondo Chris Harto, analista senior di Consumer Reports, il quale parla di “effetto a palla di neve, con un numero sempre maggiore di case automobilistiche che salgono a bordo e si orientano verso lo standard Tesla”.

Anche se le altre case possono sempre affidarsi agli adattatori continuando a utilizzare lo standard CCS, l’alleanza tra Tesla, GM e Ford mette comunque sotto pressione le altre case automobilistiche e gli operatori di reti di ricarica indipendenti.

Il passaggio degli Stati Uniti allo standard di Tesla potrebbe essere difficile per i produttori di stazioni di ricarica concorrenti che si stanno già insediando negli Stati Uniti per produrre apparecchiature conformi agli standard CCS.

Difficoltà subito colte da Wall Street, dove le azioni delle società di ricarica ChargePoint ed EVgo cedono di oltre il 4% nel pre-market di oggi.

Altro giorno altro rally

La mossa di GM mette nuova benzina al rally di Tesla a Wall Street, oggi in crescita del 4% dopo 10 sedute utili positive, e un guadagno del 40% arrivato dal 17 maggio scorso, addirittura del 90% da inizio anno.

A spingere sull’acceleratore sono state una serie di notizie, tra cui i 7.500 dollari di crediti di imposta confermati dal governo che rendono la sua Model 3 più economica rispetto alla berlina Toyota Camry e del SUV Ocean Sport di Fisker: “è un veicolo molto, molto, molto competitivo", ha dichiarato George Gianarikas, analista di Cannacord Genuity.

Le buone notizie sono arrivate anche dalla Cina dove è iniziata una campagna nazionale per promuovere l’acquisto di auto elettriche e Musk si era recato in visita.

“Riteniamo che la domanda cinese stia aumentando e che questo stia guidando il titolo”, ha dichiarato Daniel Ives, analista di Wedbush Securities, che ha un rating "outperform" su Tesla.

Se a volte “meno si fa, meglio è”, reazioni positive del titolo sono arrivate anche dopo la decisione di Musk di rinunciare al ruolo di top manager di Twitter, considerato più una distrazione che un affare.

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Codice: TSLA.US
Isin: US88160R1014
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