Tesla nei guai in Cina a causa della siccità: chiesto l’aiuto alle autorità
La fabbrica di auto di Shanghai della casa di Elon Musk è attualmente ferma dopo che il governo ha deciso di chiudere gli impianti delle aziende per concentrare la fornitura di energia verso le abitazioni civili a causa delle forti ondate di calore nel paese.
Tesla chiede aiuto
La carenza di acqua che sta colpendo la Cina ha spinto Tesla a chiedere aiuto alle autorità di Shanghai per cercare di non interrompere la sua produzione quando il governo deciderà la riapertura delle fabbriche, prevista dopo il 20 agosto.
La notizia è stata diffusa da Bloomberg, secondo la quale gli impianti della casa di Elon Musk, oltre a quelle del terzo produttore cinese SAIC Motor, sono stati colpiti dalla siccità nel paese, e le due società avrebbero avvertito dell’impatto sulla loro attività dovuto alle limitazioni di energia nella regione del Sichuan, chiedendone la priorità nella fornitura nel caso in cui l’attuale crisi dovesse proseguire.
Le fabbriche coinvolte, avvisavano le due case automobilistiche, producono parti fondamentali delle loro catene di fornitura e le interruzioni di corrente potrebbero imporre uno stop alla produzione che inciderebbe in maniera importante sulla loro attività.
Informata sulla situazione, la Commissione municipale di Shanghai per l’economia e l’informazione ha contattato le autorità del Sichuan inviando un documento, poi circolato sui social media cinesi.
Caldo record in Cina
Il paese è attualmente colpito da fortissime ondate di calore, abbattutesi su tutto il territorio in questi giorni.
Lo scorso 14 agosto sono state segnalate temperature oltre il 40 gradi in molte città cinesi, soprattutto nelle zone meridionali, dopo che nei giorni scorsi Pechino aveva riportato il raggiungimento di livelli di calore più alti degli ultimi 60 anni in varie parti della Cina.
Le ondate di calore hanno spinto le autorità ad un razionamento dell’energia elettrica, concentrandola soprattutto verso le abitazioni dei cittadini e permettendo così l’uso di condizionatori e ventilatori.
Blocco alla produzione
La scelta, però, ha colpito le varie catene produttive di grandi società come Intel e altre diverse grandi società tecnologiche, oltre che a Tesla, soprattutto nella regione meridionale del Sichuan, dove sono state imposte chiusure alla produzione per sei giorni, ovvero fino al 20 agosto.
Con le ondate di calore che non sembrano volersi arrestare, secondo la CNN e Bloomberg non è ancora chiaro se le aziende, compresa Tesla, potranno far ripartire la produzione a livelli normali quando ci sarà la riapertura.
Intanto, a farne le spese sono le produzioni di Foxconn, Texas Instruments e Intel, oltre a fornitori di componenti di auto elettriche come Contemporary Amperex Technology, la quale presenta tra i suoi clienti grandi nomi come Tesla, Volkswagen e Toyota.
Momento difficile
Il quotidiano locale Sichuan Daily ha definito il momento attuale come uno dei “più delicati ed estremi di sempre”, soprattutto dal punto di vista energetico.
La provincia di Sichuan è sede di numerosi impianti produttivi, oltre che di diverse miniere di minerali importantissimi per l’industria dei semiconduttori e per quella dell’automotive.
Inoltre, la zona è una dei principali estrattori mondiali di litio, proprio uno dei componenti principali per le batterie delle auto elettriche, oltre che degli smartphone.
Fonti internazionali ritengono che, vista l’importanza di Sichuan, difficilmente la sua produzione potrà essere ‘tamponata’ dall’attività delle altre regioni cinesi nel caso in cui le chiusure degli impianti dovessero continuare.
1 milione di auto
L’allarme lanciato da Tesla riguarda la gigafactory di Shanghai protagonista del record del 13 agosto scorso, quando ha raggiunto il traguardo del milione di auto elettriche prodotte, tra Model 3 e Model Y, portando così il totale a 3 milioni di unità complessive dalla sua fondazione.
Risalgono al primo trimestre del 2020 e al terzo periodo del 2021, infatti, le precedenti pietre miliari da un milione di vetture raggiunte dalla fabbrica.
Obiettivi raggiunti in poco tempo, visto che la ‘Giga Shanghai’ aveva consegnato le prime vetture nel dicembre 2019.
Si tratta del più grande stabilimento al mondo per produzione di veicoli a zero emissioni, con una capacità di 750 mila Model 3 e Y, oltre ad essere il primo di proprietà straniera in Cina, grazie alla deroga all’obbligo di joint venture ricevuta dal governo su richiesta di Pechino.
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