Tesla rinuncia ai fondi Ue per le batterie e investe in Cina
La Casa americana conferma il progetto di realizzare accumulatori all’interno della nuova Giga-factory di Berlino, ma senza i sussidi dell’Unione. A Shanghai piano da 188 milioni di dollari per ampliare l’impianto dove produce Model 3 e Model Y.
Musk aveva fatto domanda per ottenere da Bruxelles 1,1 miliardi di euro.
Tesla produrrà batterie per auto in Europa, ma senza il contributo dell’Unione europea. Un portavoce del ministero dell’Economia della Germania ha annunciato oggi che l’azienda americana ha ritirato la domanda per accedere a 1,1 miliardi di euro di fondi Ipcei (Important Projects of Common European Interest) per realizzare la nuova fabbrica di batterie per auto alla periferia di Berlino. La rinuncia ai fondi non modifica i progetti di Tesla che prevedono la produzione di batterie all’interno della Gigafactory di Berlino, dove inizialmente saranno realizzate auto elettriche e successivamente anche batterie.
Intanto la Casa americana si rafforza in Cina con un investimento da 188 milioni di dollari per espandere lo stabilimento che già possiede a Shanghai. Lo riporta oggi il quotidiano di Stato “Beijing Daily”, sottolineando che con l’espansione della fabbrica Tesla procederà a 4mila nuove assunzioni, portando a 19.000 persone il totale dei dipendenti impiegati a Shanghai.
Inizialmente progettata per realizzare 500.000 vetture all’anno, attualmente la fabbrica cinese ha una capacità di 450.000 auto. Anche una volta ingrandito, l’impianto continuerà a realizzare soltanto i due modelli che già ora produce, la Model 3 e la Model Y.
Delle 54mila vetture prodotte a ottobre a Shanghai, 40mila sono arrivate in Europa.
Secondo Reuters, le vendite di Tesla in Cina sono in crescita anche se l’azienda sta subendo un pesante pressing da parte delle autorità locali, dopo alcuni contenziosi con i consumatori su questioni legate alla sicurezza delle vetture. Inoltre, anche la Casa americana è finita nel mirino del governo, impegnato in una campagna a 360 gradi per verificare l’utilizzo dei dati da parte delle aziende. Il mese scorso Tesla ha annunciato di avere costruito un data center a Shanghai dove saranno custoditi tutti i dati relativi alla sua attività in Cina, senza rischiare di irritare Pechino con un’esportazione di dati al di fuori del Paese.
Lunedì scorso Elon Musk ha annunciato che la nuova berlina sportiva di lusso Model S Plaid (1.020 cavalli, 322 km/h) inizierà ad essere venduta in Cina nei primi mesi del 2022 “probabilmente a marzo”.
Attualmente Tesla è l’unica azienda straniera nel settore automotive autorizzata a possedere e gestire al 100% il suo impianto produttivo in Cina, senza dovere creare una joint-venture con un partner locale. Nello scorso mese di ottobre dalla fabbrica di Shanghai sono uscite 54.391 vetture, di cui 40.666 destinate all’esportazione in Europa.
Previsto quest’anno un aumento del fatturato del 64% e l’anno prossimo del 40%.
La spedizione di auto dalla Cina all’Europa dovrebbe diminuire mano a mano che verrà avviata la produzione nella nuova fabbrica di Berlino. Recentemente Musk ha espresso l’auspicio che l’impianto possa iniziare l’attività entro la fine del 2021. Più volte il Ceo ha detto che il ritmo di crescita di Tesla non dipende dalla domanda, molto forte in Nord America, in Asia e in Europa, ma dalla velocità di ampliamento della capacità produttiva.
Secondo gli analisti, Tesla dovrebbe chiudere il 2021 con un fatturato in crescita del 64% a 51,1 miliardi di dollari e un utile di 4,8 miliardi. Le previsioni per il 2022 sono di un fatturato di 71,4 miliardi (+40%) e un utile di 8,1 miliardi (+68%).
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