Tesla, Porsche, Stellantis la sfida globale dell'auto

Comunicazione Pubblicitaria Certificati
26/09/2023 07:45

Il certificate di BNP Paribas con Isin XS2517536954 su Porsche AG, Stellantis e Tesla stacca premi mensili dell'1,55% (18,6% annuo) se nessuno dei sottostanti sarà crollato, alle date di valutazione, del 50% dal livello iniziale. Possibilità di rimborso anticipato a discrezione dell'emittente da dicembre 2023, durata tre anni. A scadenza protezione del capitale fino a cali del 50% dei sottostanti dal livello iniziale. Cedole senza memoria.

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La sfida in corso nel settore automotive sta assumendo ogni giorno di più l’aspetto di una rivoluzione globale che rischia di lasciare sul campo fra una decina di anni (forse anche meno) morti e feriti fra i produttori di auto e i produttori di componenti. Non si tratta solo del passaggio dai motori termici all’elettrico. E’ in gioco la supremazia dell’auto occidentale sulle auto asiatiche, mentre nelle grandi città cambiano gli stili di vita e possedere un’auto non è più una necessità fondamentale fra le nuove generazioni urbane.

Di sicuro, però, l’umanità non intende rinunciare all’automobile, perché da 100 anni l’auto è sinonimo di libertà. Per chi produce auto la sfida è su tantissimi fronti e sempre più coinvolgente: si tratta di ridurre i costi dell’elettrico allungando l’autonomia delle batterie, di aumentare la quantità di tecnologia a disposizione degli automobilisti fino ad arrivare alla guida autonoma pienamente affidabile, senza mai dimenticare di sedurre il cliente con l’estetica dei nuovi modelli.

Rendimento potenziale del 18,6% all’anno. Barriera al 50%

Investire oggi nell’auto significa identificare i vincitori del prossimo decennio e Bnp Paribas lo ha fatto con un bel certificato che punta su tre campioni del settore e si distingue per il prezioso equilibrio fra l’alto rendimento offerto (il 18,6% all’anno) e la forte protezione di cui gode il capitale investito (50%).

Il prodotto è il Cash collect identificato dal codice Isin XS2517536954 che ha per sottostanti Porsche, Stellantis e Tesla. Lo strumento ha durata tre anni e paga premi mensili con memoria dell’1,55%, condizionati da una barriera al 50% del Valore iniziale dei tre sottostanti. La stessa barriera al 50% protegge il capitale, che alla scadenza finale verrà rimborsato al 100% del valore nominale (100 euro) anche se uno, due, o tutti e tre i sottostanti, si presenteranno nel giugno 2026 con quotazioni inferiori al fixing iniziale. La protezione funziona fino a un ribasso massimo del 50%. Nel caso di un ribasso maggiore, l’investitore subirà una perdita proporzionale alla performance del peggiore dei sottostanti.

Emesso il 13 giugno 2023, il certificate XS2517536954 ha oggi una quotazione sul mercato secondario di 101 euro dopo avere già pagato i primi tre bonus mensili. Il quarto sarà pagato a ottobre se alla prossima data di osservazione del 12 ottobre nessuno dei tre sottostanti avrà una quotazione inferiore alla barriera.

Quotazioni dei sottostanti e fixing iniziali

Al momento l’evento barriera appare un’ipotesi molto improbabile. Come mostra la tabella qui sotto, in poco più di tre mesi le azioni Stellantis sono salite del 17,5% rispetto al fixing iniziale e oggi per finire sotto la barriera (fissata a 7,648 euro) dovrebbero crollare del 57,4%.

Leggermente negativa la performance anche di Tesla, in calo del 3,1% dalla valutazione iniziale: per scendere sotto la barriera (fissata a 124,915 dollari) la regina dell’auto elettrica dovrebbe perdere il 48,4%. Dei tre sottostanti, solo Porsche è scesa rispetto al fixing, ma resta ampiamente sopra la barriera (collocata a 58,725 euro): per “bucarla” dovrebbe subire un ribasso del 36,3%.

Il rendimento del certificato è molto elevato 18,6% p.a. ma ricordiamo che i premi mensili non godono dell’effetto memoria.

Approfondiremo le prospettive dei tre produttori di auto scelti da Bnp Paribas nella seconda parte di questo articolo, dopo avere illustrato le caratteristiche tecniche del prodotto.

Possibile il rimborso anticipato

Esiste la possibilità che il certificato non arrivi a fine corsa, perché l’emittente (Bnp Paribas) ha la facoltà di rimborsare anticipatamente il prodotto dal sesto mese. Quindi, a partire dalla data di osservazione del 21 dicembre 2023 e poi in tutte le date di osservazione successive, il certificate XS2517536954 potrà essere richiamato senza che si debbano verificare determinate condizioni: il rimborso anticipato dipende esclusivamente dalla volontà dell’emittente.

Questa condizione, rispetto a un autocall classico, permette di aumentare l’efficienza del prodotto così da alzare la cedola annua.

Alla scadenza due possibili scenari

Alla scadenza finale del 12 giugno 2026, se il certificate non sarà stato rimborsato in anticipo, si potranno presentare due scenari:

  • Se tutti e tre i sottostanti quotano sopra la barriera, o allo stesso livello, il prodotto verrà rimborsato al 100% del valore nominale (100 euro). Inoltre l’investitore riceverà l’ultima cedola da 1,55 euro e tutte le eventuali cedole non pagate e accantonate nella memoria.
  • Se anche solo uno dei sottostanti quota sotto la barriera, il certificate verrà rimborsato a un valore proporzionale alla performance del peggiore dei sottostanti. Ipotizziamo che il peggiore segni un ribasso del 60% rispetto al valore iniziale: il rimborso avverrà al 40% del valore nominale, cioè a 40 euro. Ovviamente non verrà pagata l’ultima cedola e nemmeno le cedole eventualmente accantonate in memoria.

Il mercato auto 2023: riflettori sulla Cina

Secondo quanto afferma il rapporto “Global Automotive Outlook 2023” di Alix Partners, una delle più prestigiose società di consulenza, quest’anno le vendite di auto sull’intero Pianeta aumenteranno del 5% e per la prima volta nella storia la quota di mercato dei produttori cinesi supererà quella complessiva dei marchi stranieri. Il grande sofferente in Cina è la tedesca Volkswagen, secondo produttore al mondo (dietro a Toyota) e fino all’anno scorso leader in Cina, il primo mercato al mondo per gli autoveicoli. Volkswagen è stata scalzata da BYD, azienda cinese quotata al Nasdaq che sta dando del filo da torcere anche a Tesla con una produzione di massa di vetture elettriche a prezzi competitivi.

Questo sconvolgimento potrebbe nei prossimi anni avere ripercussioni in Europa, dove BYD e altri produttori cinesi stanno organizzando le basi della loro espansione fuori dalla Grande Muraglia. Non a caso 10 giorni fa la Commissione europea ha deciso di avviare un’indagine sugli aiuti di Stato di cui godono i produttori cinesi di auto, aiuti che alterano le regole della concorrenza. L’indagine, che potrà durare 18 mesi, potrebbe concludersi con l’adozione da parte della Ue di dazi sull’import di auto cinesi.

Alix Partners prevede che nel 2023 le vendite globali di auto torneranno sui livelli del 2019 (si prevede un aumento del 5% su base annua nel 2023), ma l'Europa non raggiungerà i livelli pre-pandemia. In Europa la crescita quest’anno sarà del 6%, ma il mercato europeo resterà molto al di sotto dei livelli pre-Covid fino al 2027.

Le vendite in Cina aumenteranno del 3% nel 2023 e si avvieranno verso una crescita discontinua ma forte che porterà a un volume di vendite di oltre 50 milioni di unità nel 2050.

Nel 2023 le vendite negli Stati Uniti aumenteranno del 10%, fino a 15,2 milioni, anche se l’esito finale sarà influenzato dagli scioperi dei lavoratori delle case produttrici.

I veicoli elettrici a batteria (BEV) rappresenteranno la maggior parte delle vendite in tutte le principali regioni del mondo entro il 2035.

La forza di Volkswagen risiede nelle sue valutazioni, il titolo ha perso il 20% dai massimi dell’anno, capitalizza 61 miliardi ma la sola partecipazione in Porsche ne vale 63.

STELLANTIS

In uno scenario così complicato, Stellantis si distingue per la lucidità del suo piano di transizione all’elettrico e per la determinazione con cui viene perseguito dal Ceo Carlos Tavares. Il gruppo, che ha per maggiore azionista la famiglia Agnelli, ha dalla sua una presenza geografica favorevole, con il 48% delle vendite in Nord America, il 35% in Europa e il 9% in America Latina. La scarsa presenza in Cina (tutta l’Asia conta per il 2,5%), a lungo criticata negli anni scorsi come un punto di debolezza, oggi è un motivo di preoccupazione in meno, soprattutto se paragonata alle difficoltà che sta attraversando la rivale Volkswagen.

Stellantis ha un’ottima redditività, con un margine operativo 2022 del 13%, atteso quest’anno in lieve calo al 12,4%. Il consensus degli analisti prevede per il 2023 ricavi in crescita del 5,5% a 190 miliardi di euro e un utile di 18 miliardi (+7%). Eppure capitalizza soltanto 57 miliardi di euro, cioè 3,2 volte gli utili 2023. E’ una delle case automobilistiche più sottovalutate dal mercato azionario, senza contare che la società vanta una posizione finanziaria netta positiva per 33 miliardi di euro con cui finanziare gli investimenti per l’innovazione tecnologica.

E’ davvero difficile immaginare che le quotazioni di Stellantis possano scendere, tenuto anche conto che grazie ai dividendi le azioni offrono un rendimento dell’8%. Non a caso Stellantis gode di un favore unanime fra gli analisti, con 19 raccomandazioni di acquisto su 22 esperti censiti da Market Screener. La media dei target price è 23,4 euro (+26% sulla quotazione attuale).

TESLA

Secondo Cox Automotive, le vendite globali di EV (veicoli elettrici) sono aumentate di circa il 33% nella prima metà del 2023. Le vendite di EV negli Stati Uniti nel primo semestre sono state circa 557.000, con un aumento del 47% rispetto all'anno precedente. Le vendite di EV in Europa sono state di circa 700.000 unità (dato dell’Associazione europea dei costruttori di automobili) con un aumento di circa il 53%.

Tesla ha registrato ricavi e profitti lordi nel primo semestre pari rispettivamente a 48 e 9 miliardi di dollari. I ricavi sono cresciuti del 35% rispetto all'anno precedente, ma gli utili lordi sono diminuiti del 7%. I margini di profitto lordo sono stati di circa il 18,7%, in calo rispetto al 27,2% del primo semestre del 2022.

Il calo della redditività di Tesla si spiega con i consistenti tagli ai prezzi che Elon Musk ha deciso dall'inizio dell'anno. I margini sono diminuiti di conseguenza, ma i prezzi più bassi hanno mantenuto alte le vendite. Tesla ha venduto quasi 890.000 EV nella prima metà del 2023, con un aumento del 57% rispetto alla prima metà del 2022.

Nel mercato cinese delle auto elettriche la guerra dei prezzi ormai è conclamata, e le vittime non saranno i leader, BYD e Tesla, ma altri produttori che oggi affollano la scena. Ad agosto Musk ha tagliato in Cina i prezzi della Model S e della Model X, dopo avere già abbassato i listini della Model Y e della Model 3.

Secondo le stime del consensus (Market Screener), Tesla chiuderà il 2023 con una crescita dei ricavi del 25% a 100,2 miliardi di dollari e un utile netto di 10 miliardi, in calo del 19%. La guerra dei prezzi non durerà all’infinito, tanto è vero che gli analisti si aspettano nel 2024 un incremento del 50% dei profitti di Tesla (a 15,4 miliardi di dollari) su un fatturato cresciuto del 28%.

Con alle spalle un rialzo del 135% dall’inizio dell’anno, al prezzo attuale di 255 dollari Tesla ha sostanzialmente raggiunto il target price del consensus. Ma ci sono broker che indicano anche obiettivi di prezzo più alti: fra questi spicca Morgan Stanley che indica un target price di 400 dollari motivato dalla capacità di Tesla di sviluppare nei prossimi anni una mole impressionante di utili dalla vendita di servizi in rete, grazie all’investimento da 1 miliardo di dollari nel super-computer Dojo. Morgan Stanley ha alzato le sue stime sui ricavi dell'attività di servizi di rete di Tesla a 335 miliardi di dollari nel 2040, rispetto ai precedenti 157 miliardi di dollari. Questi servizi, sostiene il broker, rappresenteranno entro il 2040 oltre il 60% dei guadagni principali di Tesla.

PORSCHE

A un anno esatto dalla quotazione in Borsa, avvenuta nel settembre 2022 a 82,50 euro, Porsche ha realizzato in 12 mesi un rialzo del 12% a 93 euro. Il titolo ha toccato a maggio un massimo di 120 euro e oggi il consensus degli analisti (Market Screener) indica un target price di 115 euro.

Come abbiamo visto prima, Porsche è in questo momento l’“elemento debole” del certificate XS2517536954, ma non sembra ci sia da preoccuparsi. Porsche appartiene a un mondo a parte rispetto agli altri produttori di auto. Il suo è il mercato del lusso, dominato da logiche (e multipli) ben diversi. La discesa delle quotazioni dal top di maggio (-22%) riflette quella del campione mondiale del lusso Lvmh, che da aprile a oggi è scesa del 19%. A causare il rallentamento è stata soprattutto la delusione per il mancato boom dell’economia cinese, che tutti si aspettavano in forte espansione nel 2023 dopo l’uscita dalle restrizioni da Covid. Sulla frenata del lusso ha inciso anche il timore di una recessione in Usa, timore che gli ultimi dati dimostrano poco fondato.

Porsche ha chiuso il primo semestre con un utile operativo aumentato del 10,7% a quota 3,85 miliardi di euro. Il fatturato è salito del 14% a 20,4 miliardi di euro. Nella prima metà dell'anno Porsche ha consegnato ai clienti quasi il 15% di auto in più. Il management ha confermato le previsioni per l'anno in corso.

“L'aumento dei ricavi e degli utili è dovuto principalmente all'incremento delle vendite con prezzi costanti”, ha dichiarato il direttore finanziario Lutz Meschke. Il lieve calo della redditività, ha spiegato il manager, è legato all’aumento dei costi, influenzati anche dalle spese per il lancio della nuova Cayenne.

In Asia l’amore dei ricchi cinesi per i beni di lusso sembra prevalere sulle contingenze economiche. D’altronde, si sa, il lusso è per definizione uno dei settori più resilienti nelle fasi di rallentamento economico. Questi ragionamenti hanno portato Goldman Sachs, il 18 settembre, a confermare la raccomandazione Buy con un target price di 140 euro. Vale la pena notare che uno dei broker più negativi su Porsche è Bernstein, che il 13 settembre ha bollato l’azienda tedesca con un giudizio Sell, ma ha confermato il target price di 91 euro, praticamente allineato alla quotazione attuale.

Attenzione: Il Certificate XS2517536954 è soggetto ad un livello di rischio pari a 6 su una scala da 1 a 7.

Ricordiamo che investire in certificati espone l’investitore al rischio fallimento dell’emittente e a quello di azzeramento di un sottostante, casi che possono comportare la perdita dell’intero investimento.
BNP Paribas gode di un buon rating:

  • Aa3 da parte di Moody's

  • A+ da parte di S&P

I potenziali rendimenti indicati sono sempre al lordo della tassazione.
Prima di ogni investimento leggere sempre tutti i documenti scaricabili dalla pagina del prodotto dell’emittente.

Questo articolo è stato scritto grazie alla sponsorizzazione di un emittente o di un intermediario. Le informazioni in esso contenute non devono essere considerate né interpretate come consulenza in materia di investimenti. Eventuali punti di vista e/o opinioni espressi non sono intesi e non devono essere interpretate come raccomandazioni o consigli di investimento, fiscali e/o legali. Orafinanza.it non si assume alcuna responsabilità per azioni, costi, spese, danni e perdite subiti a seguito di informazioni, punti di vista o opinioni presenti su questo sito. Prima di intraprendere decisioni di investimento, invitiamo gli utenti a leggere la documentazione regolamentare sempre disponibile per legge sul sito dell'emittente ed ottenere una consulenza professionale.

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