Tim affonda dopo offerta Mef-Retelit per Sparkle

Il mercato ha accolto negativamente l’offerta ricevuta dall’ex monopolista ma, secondo alcuni analisti, la notizia resta positiva per Tim in quanto gli permette di monetizzare un asset non più strategico.
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Offerta per Sparkle di Tim
Arrivata a Telecom Italia l’offerta da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) in coppia con Retelit per Sparkle, la divisione dell’ex monopolista per la gestione della reteproprietaria in fibra ottica che si estende per oltre 600 mila chilometri.
Il Mef e la controllata da Asterion Industrial Partners hanno messo sul piatto 700 milioni per il 100% di Sparkle, in un’offerta che “ricalca la proposta non vincolante presentata al gruppo lo scorso ottobre”, dando tempo a Tim fino al 27 gennaio 2025 per effettuare le proprie valutazioni, che inizieranno “quanto prima”, secondo quanto dichiarato dal gruppo.
Secondo il Sole 24 Ore, il valore di equity di Sparkle per TIM è di 481 milioni, con un debito netto di 383 milioni, per un EV complessivo di 864 milioni. Nel 2023 Sparkle ha registrato un Ebitda di 130,8 milioni un EBIT negativo di 9,3 milioni e una perdita netta di 42,5 milioni.
Operazione a parti correlate
L’iter della vendita potrebbe richiedere del tempo, in quanto Sparkle gestisce un asset strategico e coperto dalla Golden Power. Nel nuovo assetto azionario, il 70% della società dovrebbe essere nelle mani del Mef, che controlla Cdp, a sua volta azionista di Tim con il 9,8% del capitale. Ecco dunque che l’offerta per i cavi sottomarini del gruppo si configura come un’operazione con parti correlate.
Inoltre, una volta che il cda di Tim avrà accettato l’offerta, per arrivare al closing serviranno anche le autorizzazioni da tutti i Paesi in cui opera la società.
Titolo in rosso
L’apertura del titolo a Piazza Affari, però, è da brividi: dopo due ore di contrattazioni risulta il peggiore tra le blu chip del FTSE MIB (insieme a STMicroelectronics) e le azioni dell’ex monopolista arrivano a cedere il 5,60%, scendendo a 0,2571 euro, in un contesto di mercato comunque negativo a causa delle previsioni di minori tagli ai tassi di interesse da parte della Federal Reserve dopo la riunione di ieri.
Calo che peggiora il bilancio del titolo in questo 2024, con un calo arrivato a al 13% rispetto ai livelli di inizio gennaio (0,30 ero).
Analisti positivi
Nonostante il forte calo in borsa, gli analisti restano positivi sulle prospettive di Tim. Equita Sim ha confermato la raccomandazione ‘buy’ e il target price a 0,34 euro: "Si tratta di una notizia positiva per il titolo a nostro avviso in quanto consente a Tim di monetizzare un asset non più strategico, fin dall'origine inserito nel progetto di delayering presentato dal ceo Labriola, e non di supporto alla cash generation del gruppo nel periodo 2024-2026".
Per WebSim Intermonte la valutazione risulta “in linea con quella citata nei giorni dalla stampa e con la stima nella nostra Sum of Parts - SOP (EV di 735 milioni)”. Pur non generando plusvalenza, proseguono dalla sim, “la cessione dell’asset consente alla ServCo di TIM di incassare ulteriori risorse finanziarie da destinare al suo piano di rilancio e abbattere il debito (stimiamo una riduzione della leva di 0,1 volte l’EBITDAaL) senza compromettere il profilo di generazione di cassa (Sparkle non destinata a generare cassa in arco piano)”.
“Ai prezzi correnti, escludendo Sparkle (EV di 0,7 miliardi) e la partecipazione in Inwit (0,25 miliardi, closing già avvenuto), la ServCo di Gruppo tratterebbe a 3,9 volte l’EV/EBITDAaL’25E (settore a 5,6 volte)”, concludono da WebSim che su Tim hanno un giudizio ‘molto interessante’, con prezzo obiettivo di 0,38 euro.
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