Tim, ancora nessun passo avanti sulle offerte dei fondi

Tim, ancora nessun passo avanti sulle offerte dei fondi

Il consiglio di amministrazione della società riunitosi ieri si è limitato ad un’informativa sulle due offerte ricevute da Kkr e Cvc, limitandosi a prendere atto delle dimissioni del consigliere De Meo.

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La riunione del cda Tim

Fumata nera ieri alla fine di un consiglio di amministrazione di Tim riunito per esaminare vari dossier, tra cui le offerte ricevute dai fondi Kkr e Cvc.

Inoltre, il cda avrebbe dovuto affrontare anche tematiche legate al business e alla digitalizzazione italiana, dopo che l’Unione europea aveva già avallato bandi per 3,8 miliardi di euro finanziati dai fondi del Pnrr finalizzati alla diffusione della banda ultralarga nelle aree grigie.

La riunione durata 4 ore e terminata a fine serata di ieri si è conclusa ufficialmente solo con una comunicazione in cui si prendeva atto della decisione del consigliere Luca De Meo di lasciare il comitato nomine con la relativa remunerazione “per sopraggiunti impegni lavorativi”.

Gli americani di Kkr restano interessati al 100% di Tim, mentre il fondo britannico Cvc aveva inviato una manifestazione di interesse per una quota di minoranza (49%) dell’eventuale società che si creerà secondo il piano dell’ad Pietro Labriola, unendo le divisioni Enterprise, Noovle, Olivetti, Tesly e Trust Technologies.

Secondo indiscrezioni rilanciate dai media, Cvc avrebbe chiesto tra le otto e le dieci settimane di tempo per l'esame dei conti delle attività che confluiranno in Enterprise.

A Piazza Affari, intanto, il titolo Telecom Italia non reagisce e resta intorno la parità dopo circa un’ora di contrattazioni, a 0,336 euro per azione.

Equita analizza offerta Cvc

La divisione nelle mire del fondo britannico “potrebbe avere un fatturato al lordo delle intercompanies più vicino ai 3 miliardi di euro”, calcolano da Equita Sim, “con un Ebitda after lease 2021 più nell’area 900 milioni rispetto alle ipotesi iniziali di 700-800 milioni”.

Sul profilo storico e le prospettive di crescita, gli analisti della sim non dispongono di informazioni per valutare l’asset, ma nella presentazione di marzo il management aveva indicato una proiezione di lungo termine (2021-2030) di crescita dei ricavi ad un tasso medio annuo composto del +6%/7% e dell’EBITDA dell’8% al 2030, a fronte di un trend del mercato del +4%.

“Se il forte calo implicito nella guidance 2022 per il business domestico fosse concentrato nella parte Consumer e il trend storico confermasse la resilienza di ricavi e margini del business Enterprise”, spiegano da Equita SIM, “la valutazione potrebbe spostarsi verso un multiplo più vicino alle 10 volte, rispetto alle 8 volte 2021 utilizzate nella sua ipotesi preliminare, costruita nell’ipotesi che anche la Enterprise potesse soffrire una pressione sulla redditività 2022”.

Resta invariata la view di Equita SIM che su Telecom Italia mantiene una strategia improntata alla cautela, con una raccomandazione ‘hold’ e un prezzo obiettivo a 0,4 euro.

Gli americani Kkr

Lunedì era stata inviata una lettera a Kkr da parte di Tim, nella quale si chiedeva l’indicazione del prezzo dell’offerta, non specificato nella precedente comunicazione, mentre a novembre il fondo aveva indicato 0,505 euro per azione per un totale di 10,8 miliardi preceduta da una due diligence di quattro settimane.

A questo punto, Kkr dovrebbe fare la prossima mossa dopo aver chiesto l’apertura della due diligence e confermato l’interesse per l’intera Tim, pertanto si attende una nota dagli americani.

Da Telecom Italia, però, ribadiscono che “nessuna due diligence è stata ancora aperta”, per poi sottolineare “l’irritualità” della richiesta avanzata da Kkr di voler esaminare i conti dell’ex monopolista “in mancanza di un’offerta confirmatoria”.

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Aziende citate nell'Articolo

Codice: TIT.MI
Isin: IT0003497168
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