TIM attende i rilanci di KKR e CDP/Macquarie
Oggi dovrebbero arrivare le nuove offerte per la rete ma potrebbero non essere sufficienti per soddisfare le richieste dei soci e già si ragiona sulle alternative per il futuro dell’ex monopolista.
Il giorno di TIM
Arrivato il giorno tanto atteso per Telecom Italia e in serata la società dovrebbe annunciare le novità dal fronte delle offerte da parte di KKR e della coppia CDP/Macquarie per rilevare NetCo e i cavi internazionali di Sparkle dall’ex monopolista.
Il passo successivo è in programma il 19 giugno quando si riunirà il consiglio di amministrazione per esaminare le proposte, per poi prendere una decisione il 22 giugno.
Le puntate precedenti
Ricapitolando, l’offerta arrivata da KKR metteva sul piatto circa 21 miliardi di euro (di cui 2 miliardi di earnout), mentre quella del tandem CDP/Macquarie si fermava a 19,3 miliardi (dalle centrali fino alle case) per la rete di accesso di TIM e la società che gestisce i cavi sottomarini di Sparkle.
Entrambe, però, erano giudicate inadeguate dal board di TIM e quindi rifiutate, oltre che essere lontane dalle richieste dei soci francesi di Vivendi, inflessibili a non accettare meno di 31 miliardi.
“La cessione di Netco rimane l’opzione principale per ridurre strutturalmente la situazione debitoria di Tim”, secondo il Ceo di Tim, aggiungendo che “la vendita dovrà avvenire a “un prezzo equo e a condizioni di mercato”.
Rialzi in vista?
Indiscrezioni della Reuters rivelano che sia il fondo statunitense che la cordata italo-australiana sarebbero pronti a presentare offerte migliorative per la rete.
Le fonti dell’agenzia parlano di rilanci “contenuti”, mentre da CDP potrebbero arrivare alcune proposte per rispondere alle criticità sollevate da TIM sul tema antitrust.
La vendita della rete di Tim è ferma da oltre un anno ma Asati, l’associazione dei piccoli azionisti di Tim, ha proposto di “separare la vendita della rete di Tim dall’integrazione con quella di Open Fiber”.
In questo modo si dovrebbero superare le criticità di regolatore e Antitrust e si potrebbero risolvere le criticità, in tempi brevi, secondo l’associazione.
Scenari possibili
Il Sole 24 Ore ipotizza due scenari possibili a seguito della riunione del board di oggi.
Nella prima ipotesi il cda di TIM potrebbe decidere di avviare un’analisi più dettagliata (due diligence) su una delle due offerte, approfondendo così l’offerta selezionata.
Il secondo scenario vede il rifiuto da parte board di entrambe le offerte, complicando così la situazione e spingendo verso la cessione della sola TIM Enterprise, piano già valutato in passato, e aprendo così una nuova prospettiva sulle possibili soluzioni.
Le ipotesi degli analisti
A Piazza Affari, intanto, il titolo risulta tra i migliori del Ftse Mib in apertura di seduta con un guadagno superiore all’1% e un massimo toccato a 0,2549 euro, dopo la chiusura positiva di ieri.
Secondo gli analisti di WebSim Intermonte, il momento positivo potrebbe essere “legato a ricoperture fisiologiche per evitare di essere presi in contropiede” dalle novità che dovrebbero arrivare oggi.
Comunque, “per ora nulla cambia nelle nostre dinamiche” e “lo scenario ideale è arrivare, possibilmente con un forte supporto da parte del governo, ad un’unica offerta per NetCo, facendo venir meno i rischi di possibili veti incrociati tra CDP (esercizio golden power da parte del governo) e KKR (placet necessario per cessione di FiberCop) e portare comunque un miglioramento della valutazione per l’asset”, proseguono questi esperti.
“Restiamo tuttavia consapevoli che, anche a fronte di un rilancio limitato per NetCo, le offerte sarebbero ancora ben lontane dalle attese di Vivendi (range più volte indicato dalla stampa è tra i 26 e 31 miliardi) e potrebbero essere bloccate da quest’ultima in assemblea soprattutto qualora si votasse con un quorum straordinario (2/3 dei presenti)”, aggiungono da WebSim.
“L’alternativa per i francesi è trovare un accordo con CDP (che ha il 9,8% del capitale ordinario di TIM) nel tentativo di un take private collettivo (OPA) e di successivo break-up di TIM, come opzione di ultima istanza laddove non dovesse essere raggiunto un accordo sulla valutazione di NetCo”, opzione questa che “pur non risolvendo il tema del debito di TIM, consentirebbe agli azionisti di minoranza di uscire da TIM cristallizzando un premio upfront sulle valutazioni attuali senza incorrere in execution risks legati al futuro break up degli asset”.
Per WebSim, il giudizio sul titolo resta ‘molto interessante’ con target price a 0,41 euro.
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