TIM, i catalyst sul titolo secondo gli analisti dopo la cessione di NetCo


Il via libera da parte della Commissione europea all’operazione apre ampi spazi di manovra per il Ceo Labriola per disegnare il futuro del gruppo e le azioni Telecom Italia potrebbero beneficiarne secondo Equita Sim.


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Quale futuro per Telecom Italia?

Il futuro di Telecom Italia sembra meno incerto dopo l’approvazione della vendita di NetCo da parte di Bruxelles al fondo KKR con l’appoggio del Governo italiano.

La scorsa settimana era arrivato il via libera incondizionato all’operazione da parte della Commissione europea per un deal da 22 miliardi di euro che a suo giudizio non solleva preoccupazioni sotto il profilo della concorrenza nello spazio economico europeo, nonostante la sua importanza visto che si tratta della prima volta per un ex monopolista delle Tlc in un grande Paese europeo a cedere la propria rete fissa.

A conferma di quanto la cessione possa aprire nuovi scenari sono arrivate le parole del Ceo di TIM, Luigi Labriola, il quale aveva parlato a inizio settimana di possibili operazioni di M&A nel futuro del gruppo, facendo chiudere le azioni in forte rialzo (+4,13%).

La mossa, infatti, permetterà alla società di abbattere drasticamente il suo debito per 14,2 miliardi di euro, in modo tale da permettergli di “svolgere un ruolo attivo nel processo di consolidamento del mercato italiano che avverrà sicuramente nei prossimi anni”, spiegava Labriola.

I catalyst secondo Equita Sim

Ma cosa avverrà dopo la fine di giugno, data in cui è attesa la chiusura della cessione di NetCo, così come indicato dalla stessa TIM e incorporato nelle linee guida fornite durante il Capital Market Day?

Per gli analisti di Equita Sim a questo primo step se ne aggiungeranno altri due che potranno avere un impatto importante sul titolo della società, oggi ancora in calo (-1%) a 0,2437 euro dopo il -2% della chiusura di ieri.

Il primo catalyst successivo potrebbe avvenire “entro l'estate”, secondo la sim, la quale si attende “un’offerta vincolante congiunta per Sparkle da parte del MEF (Ministero delle Finanze) e del fondo spagnolo Asterion (nostra stima di Sparkle nella SOTP pari a 750 milioni)”.

Successivamente, da Equita si attendono “entro fine anno” un “aggiornamento sul rimborso del canone di concessione di 1 miliardo”. Inoltre, proseguono gli analisti, “post cessione di NetCo ci aspettiamo l'avvio delle discussioni per l'aggregazione/collaborazione tra OF e NetCo (earn-out per TIM fino a 2,5 miliardi)”.“Riteniamo che questi eventi possano portare a un rerating del titolo verso il nostro target price di 0,34 euro, aggiornato per riflettere il mark-to-market di TIM Brazil (impattata dalla debolezza del settore in Brasile e dall’indebolimento del cambio EUR-BRL), in parte compensato da una maggiore probabilità assegnata all’incasso del canone di concessione (alzata da 50% a 75%)”, concludono da Equita, confermando la raccomandazione ‘buy’ sul titolo.

Fastweb molla FiberCop

Oggi, intanto, Fastweb, società controllata da Swisscom in Italia, ha annunciato di aver raggiunto un accordo con Optics Bidco, società controllata di KKR, per la vendita della sua quota in FiberCop, transazione attesa concludersi nel terzo trimestre di quest’anno.

Con questa operazione KKR acquisirà tutte le azioni detenute da Fastweb in FiberCop, pari a una quota del 4,5%, per un corrispettivo in cash di 438,7 milioni di euro, un valore in linea con il prezzo pro rata pagato da KKR a TIM per la sua quota.Fastweb è azionista di FiberCop, società creata con TIM e dal fondo di investimento americano KKR per accelerare lo sviluppo delle infrastrutture in fibra ottica in Italia, dalla sua nascita nel 2021. La transazione "non ha alcun effetto sull'accordo wholesale in essere tra Fastweb e FiberFCop", si legge in una nota.Fastweb “rimane fortemente impegnata nella sua missione di guidare l'innovazione e lo sviluppo della connettività nel Paese attraverso investimenti in infrastrutture chiave di telecomunicazione”, spiega la società nella nota. Fastweb continuerà quindi a effettuare "importanti investimenti per aumentare la copertura della propria rete in fibra proprietaria e controllata end-to-end e continuerà a essere un fornitore chiave di servizi all'ingrosso a terzi, garantendo la disponibilità di offerte solide e competitive sul mercato”.

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