Tim chiede a Cdp di investire in Fiber Cop ed esclude Huawei dalla gara sul 5G
Ieri Telecom Italia ha avviato i colloqui con Cdp per investire nella rete secondaria a seguito delle preoccupazioni del governo per l'ingresso di Kkr nell’asset. L’operatore italiano ha poi escluso Huawei dalla gara d’appalto per la costruzione della rete core 5G.
Tim propone a Cdp di investire nella sua rete secondaria
Tlc sotto la lente in una giornata in cui la rete unica e il 5G di Tim guadagnano il centro della scena su due operazioni parallele. Il titolo ha aperto la seduta di questa mattina in lieve guadagno (+0,3%) per attestarsi a metà mattina sotto la parità (-0,06%) scambiato a 0,34 euro.
Ieri, Telecom Italia ha avviato i colloqui con Cdp per investire nella rete secondaria (FiberCop) su cui si sarebbe già concentrata l’attenzione di Kkr. A inizio giugno il fondo di private equity Usa ha valutato questo asset con un EV (Enterprise value) di 7,5 miliardi e punta a rilevare fino al 40%.
La proposta a Cdp, rivelano alcune fonti, arriva a fronte delle preoccupazioni del governo per l'investimento del gigante Usa nell'ultimo miglio di Tim. Allo stesso tempo il Tesoro si prepara a giocare un ruolo più attivo nelle trattative tra l’operatore Tlc italiano e Open Fiber per la creazione di una rete unica di banda ultralarga. Con l’investimento nella rete secondaria di Tim e il 50% di Open Fiber, Cdp diventerebbe una pedina fondamentale sulla scacchiera della nuova rete unica nel nostro Paese.
Resta alta l’attenzione sui colloqui tra Enel e Macquarie per la cessione della quota in OpenFiber
Intanto anche Enel avrebbe esteso i colloqui con il fondo Macquarie per la cessione della quota che l'utility italiana detiene in Open Fiber. A metà giugno, le indiscrezioni sull’interesse del fondo infrastrutturale australiano avevano aggiunto una variabile alla partita relativa al merger tra Tim e Open Fiber. Un’eventuale cessione della quota in Open Fiber da parte di Enel faciliterebbe i negoziati per la costituzione di una rete unica con Tim. In uno scenario simile gli analisti di Banca Imi avevano previsto un EV tra i 10 e i 12 miliardi di euro (con un debito netto di 4,3 miliardi) dalla fusione FiberCop e Open Fiber.
Nubi sul 5G cinese
Ieri Tim è stata protagonista anche di una vicenda legata alle infrastrutture di connettività di quinta generazione. L’operatore tlc italiano non ha invitato Huawei a partecipare alla gara d’appalto, lanciata nei giorni scorsi, per la costruzione della rete core 5G (quella su cui transitano le informazioni sensibili) in Italia e in Brasile. La vicenda sconta la contrapposizione tra due blocchi, Usa e Cina, con gli Stati Uniti che chiedono da tempo a governi e aziende di Paesi alleati di escludere il gigante delle telecomunicazioni asiatico dai loro mercati nel timore che possa usare la sua tecnologia a scopo di spionaggio. Huawei ha sempre respinto ogni accusa, ma in questo caso resta alla finestra. Le aziende invitate alla gara sono state Ericsson, Nokia e Cisco, Mavenir e Affirmed Networks, recentemente acquisita da Microsoft.
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