TIM colpita dal downgrade di Fitch


La compagnia telefonica apre la settimana ancora in rosso a Piazza Affari dopo la riduzione del giudizio di Fitch sul suo debito, viste le prospettive negative nel breve periodo per l’Ebitda del gruppo.


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TIM ancora in calo

Arriva la primavera ma per il titolo Telecom Italia è sempre inverno. L’apertura odierna delle azioni del gruppo TIM, infatti, vede il titolo arrivare a cedere oltre il 3%, toccando un minimo di 0,2890 euro, restando tra i peggiori tra le blue chip del Ftse Mib.

Il nuovo calo conferma il trend negativo di TIM da inizio 2021, nel corso del quale ha già perso oltre un terzo del proprio valore.

Downgrade Fitch

La settimana di TIM si è aperta con un downgrade sul debito del gruppo decisa dall’agenzia Fitch, i cui esperti hanno ridotto a ‘BB’ la propria valutazione, dal precedente ‘BB+’.

Inoltre, da Fitch hanno anche peggiorato l’outlook da stabile a negativo, in quanto non vedono una ripresa dell’Ebitda nel breve periodo.

Alla base della decisione degli analisti dell’agenzia americana viene indicata anche la forte erosione del margine operativo lordo (MOL) nel corso del 2021, visto il -12% (6,2 miliardi di euro) indicato dalla società al momento della diffusione dei conti.

Barclays pessimista

La decisione di Fitch segue il taglio del prezzo obiettivo da parte di Barclays, ridotto da 0,27 a 0,23 euro, mentre viene confermata la raccomandazione ‘equal weight’.

Secondo gli esperti della banca britannica, “la nuova guidance di TIM ha rappresentato un sostanziale downgrade”, pertanto, vengono tagliate “le stime in modo sostanziale, il che significa che sotto la sua attuale struttura di operatore integrato vediamo molto poco valore”.

Secondo il broker, si sono aperte due opzioni che si potrebbero creare. La prima prevede una pianificazione da parte del management di una “separazione strutturale oltre che una potenziale fusione con Open Fiber”, mentre nella seconda “Telecom Italia è (finalmente) disposta a discutere un’offerta con parti interessate”.

Se “lo scenario 1 richiederebbe tempo per concretizzarsi (probabilmente 12-18 mesi per la separazione) e la propensione per gli asset infrastrutturali potrebbe cambiare”, nel secondo scenario sarebbe possibile garantire “potenzialmente un rapido ritorno di denaro agli azionisti, ma è incerto”, avverte Barclays.

Taglio del prezzo anche per Deutsche Bank

L’attenzione degli analisti di Deutsche Bank si era rivolta verso TIM nel corso della scorsa settimana, con gli esperti dell’istituto tedesco che decidevano la riduzione del target price.

In particolare, il fair value per TIM era stato rivisto al ribasso a 0,30 euro dal precedente 0,43, nonostante continui l’interesse dei fondi per il dossier.

Anche in questo caso, la banca parlava di due possibili scenari: uno è rappresentato da una separazione di NetCo e ServeCo, con il rischio di un potenziale ribasso per Telecom Italia.

L'altro è un potenziale take-out che in ogni caso presenta dei rischi se il Cda di Telecom Italia spera di ricevere un'offerta più alta di quella arrivata lo scorso anno da KKR.

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