Tim completa le dismissioni: venduta Sparkle al Mef

L’ex monopolista ha stretto l’intesa con il veicolo controllato dal Ministero e partecipato da Retelit sulla base di un enterprise value di 700 milioni di euro.

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Tim cede Sparkle

Nuova vendita per Pietro Labriola, Ceo di Telecom Italia che prosegue dritto sulla strada delle dismissioni. L’ex monopolista ha annunciato l’accordo con Boost BidCo, veicolo controllato dal Mef e partecipato da Retelit, per la vendita di Sparkle, operazione attesa essere perfezionata entro il quarto trimestre dell’anno.

L’intesa, stipulata sulla base dell’accordo approvato dal cda lo scorso 12 febbraio, è stata raggiunta su un enterprise value di 700 milioni di euro, pertanto il prezzo dell’operazione sarà pari tale cifra rettificata sulla base del valore dell’indebitamento netto e del capitale circolante di Sparkle al closing. A questo si aggiunge una rettifica del prezzo, prevista qualora non vengano raggiunti alcuni obiettivi di Sparkle relativi all’Ebitda 2025.

L'operazione verrà perfezionata dopo l'ottenimento delle autorizzazioni Antitrust e in materia di 'golden power', precisa la nota pubblicata da Tim.

A Piazza Affari, intanto, le azioni Tim scambiano sopra la parità dopo due ore di contrattazioni, salendo a 0,3165 euro.

Le novità secondo Intermonte

L’accordo segna due novità “rilevanti” per il gruppo Tim, secondo gli analisti di WebSim Intermonte. Da un lato, “il closing dell’operazione è stato anticipato al quarto trimestre 2025 rispetto alla precedente ipotesi di primo trimestre 2026”, mentre “il prezzo di 700 milioni è soggetto ad aggiustamenti qualora non venissero raggiunti determinati obiettivi di EBITDA 2025”.

“Ricordiamo che Tim aveva previsto l’utilizzo del 50% dei proventi di Sparkle (circa 350 milioni) per una possibile remunerazione straordinaria agli azionisti nel corso del 2026, in caso di closing nel primo trimestre 2026, ma senza specificare il mix a livello di modalità (dividendi e/o buyback) o classe di azioni (ordinarie vs risparmio)”, proseguono gli esperti.

“Con l’anticipo del closing, la distribuzione agli azionisti potrebbe avvenire già nel 2025, a condizione che vengano ricostituite riserve distribuibili. Ci sembra quindi plausibile che la Società possa a breve proporre una riduzione del capitale sociale, da approvare entro fine anno in sede assemblea dei soci”, concludono da WebSim.

Le operazioni

L’operazione porta ad un incasso complessivo netto per Tim pari a 14,75 miliardi di euro dal piano di dismissioni del gruppo, senza contare gli eventuali aggiustamenti di prezzo (earn out), riducendo così i debiti sotto quota 7 miliardi.

In particolare, il gruppo ha ceduto la rete di Fibercop, la quota di Inwit e ora i cavi sottomarini di Sparkle.

Per il Ministero dell’Economia, sotto la guida di Giancarlo Giorgetti è il terzo investimento in 10 mesi che direttamente, o indirettamente, riguarda l’ex monopolista delle Tlc: il 16% di Fibercop a luglio) per 1,6 miliardi (+1,4 miliardi di debiti) e le quote Tim acquisite per arrivare al 24,9% (1,84 miliardi totali).

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