Tim, fari puntati sulla rete unica
Secondo rumor di stampa il governo starebbe mettendo le basi di una legge per garantire lo sviluppo della banda larga entro il 2026. L’infrastruttura di rete potrebbe essere affidata a una nuova società nazionale il cui controllo «non dovrà essere necessariamente pubblico». Intanto Macquarie spinge l’acceleratore sul dossier Open Fiber e chiede di concludere il deal con Enel entro giugno.
Allo studio legge su banda larga in 5 anni
Il governo Draghi avrebbe allo studio una legge sulla banda larga da realizzare entro i prossimi cinque anni. La legge porrebbe le basi per una “cittadinanza digitale” garantendo lo sviluppo dell’infrastruttura di rete con l’affidamento a una nuova società nazionale il cui controllo «non dovrà essere necessariamente pubblico».
Secondo quanto riporta la Repubblica, si tratta di una delle possibili strade ventilate nell’incontro di ieri fra i tre ministri Daniele Franco (Mef), Giancarlo Giorgetti (Mise) e Vittorio Colao (innovazione tecnologica) da cui non sono arrivate dichiarazioni ufficiali. Nella nuova società la Cassa depositi e prestiti avrà un peso forte, specifica il quotidiano «ma non necessariamente una posizione di controllo.
Inoltre sono previste «sanzioni significative» nel caso non fossero rispettate scadenze e obiettivi del piano.
Macquarie: accelerare il dossier su Open Fiber
Sul fronte finanziario, secondo quanto riporta Il Sole 24Ore, il piano porterebbe sinergie per 2 miliardi di euro, ma soltanto se completato nell’arco di 12-18 mesi, a due anni le sinergie sarebbero già annullate.
Il quotidiano di Confindustria riporta anche la notizia della pressione di Macquarie, determinata ad accelerare il dossier per rilevare fino al 50% di Open Fiber (al momento in mano a Cdp e Enel in quota paritaria). In realtà la finanziaria australiana nel caso non riuscisse a concretizzare il deal entro giugno dovrebbe corrispondere un interesse del 9% a Enel.
Sempre ieri si sarebbe discusso dell’interesse del governo a far aumentare la quota nell’asset tra l’1 e il 10%. Per parte sua Macquarie sembra favorevole e non chiede altri poteri nella governance a parte la nomina del prossimo Cfo della società.
Tim, titolo più scambiato a Piazza Affari
Alle 12 Tim è in evidenza a Piazza Affari con un guadagno dell’1,44% a 0,44 euro e si conferma il titolo più scambiato per numero di contratti.
Secondo gli analisti di Equita Sim, quanto riportato da Repubblica «sembra ricalcare il progetto di rete unica discusso tra Cdp e Tim questa estate. Se confermato, sarebbe quindi un segnale che il governo intende muoversi rapidamente su quel percorso». Anche la segnalazione del Sole sulle sinergie attivabili in 12-18 mesi, poi, segnalerebbe «la pressione del governo su Cdp per risolvere il tema della governance con Macquarie, che ha tutto l’interesse di chiudere in tempi brevi». Equita conferma rating Buy su Tim con Target Price 0,51 euro.
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